La recente mossa di Unicredit in Commerzbank ha riacceso l’attenzione sull’intricato risiko delle banche italiane. Esito inevitabile visto che, come per “magia”, con l’operazione di Piazza Gae Aulenti in terra tedesca ecco che le opzioni sulle possibili fusioni tra banche italiane si sono notevolmente ridotte. Non è necessario essere dei grandi esperti di finanza per intuire ciò che sottende la mossa del gruppo di Orcel: Unicredit non è interessata ad acquisizioni di banche italiane ma guarda all’Europa.
Di conseguenza ogni residuale ipotesi di fusione Unicredit Monte dei Paschi è definitivamente archiviata. Questo esito non ha sorpreso più di tanto poichè sono mesi che, sia direttamente che indirettamente, da Piazza Gae Aulenti arriva un messaggio ben preciso: non c’è alcun interesse per Siena. Visto che ora anche i più scettici dovranno prendere atto dell’uscita di scena di Unicredit dal risiko bancario italiano, quali sono le carte che restano sul tavolo del governo per Monte dei Paschi? Detto in atri termini, quale banca comprerà MPS?
La matassa delle opzioni resta complicata con due attori in campo: Unipol e BPER Banca.
Non c’è nessuna offerta per Monte dei Paschi
La vicenda dell’integrazione di MPS in un’altra banca italiana è oramai datata. C’è un aspetto curioso che riguarda il dossier Monte dei Paschi. Nonostante le tantissime indiscrezioni che si sono succedute nel corso dei mesi (per non dire anni) non c’è uno straccio di proposta. In parole povere si parla tanto di fusioni tra banche italiane, di risiko bancario ma di proposte per acquisire MPS non c’è traccia. Ad oggi il principale azionista continua ad essere lo Stato.
Vero è che il risanamento della banca toscana procede spedito, tuttavia a questo miglioramento del quadro finanziario non è corrisposto alcun passo in avanti sugli scenari di M&A e così il discorso sul terzo polo bancario italiano (accanto a Unicredit e a Intesa Sanpaolo) resta sulla carta.
Stando alle ultime indiscrezioni di stampa apparse sul Corriere della Sera, il Tesoro, che attualmente ha in mano il 26,73 per cento della banca, avrebbe incrementato il suo impegno per cercare di dare una decisiva accelerazione alla privatizzazione di MPS che, lo ricordiamo, fu concordata con l’UE in cambio del via libera al salvataggio pubblico della banca senese. Per il quotidiano italiano, la completa uscita dello Stato dal capitale di MPS entro fine anno sembra improbabile e quindi lo scenario più plausibile diventa quello di una cessione di una ulteriore quota da parte del MEF. Si parla dell’8-10 per cento che porterebbe la quota residuale in mano allo Stato al 16-18 per cento.
E allora chi comprerà Monte dei Paschi?
Ciò che resta dopo il definito tramonto dell’ipotesi Unicredit, è lo scenario che porta Siena verso Bologna. In pratica sarebbe Unipol ad acquisire MPS attraverso BPER Banca. La mossa darebbe vita al terzo polo del sistema bancario italiano.
Attualmente Unipol ha in mano una quota di BPER Banca pari al 24,62 per cento. La scalata è stata frutto di una complessa operazione di share swap a suo tempo realizzata tramite UnipolSai Assicurazioni. Parallelamente Unipol ha in mano anche il 19 per cento della Banca Popolare di Sondrio. Si tratta quindi di un attore profondamente dinamico del sistema bancario italiano (forse il solo). Il management del gruppo bolognese in più di una circostanza ha detto di non aver intenzione di salire ancora in BPER, tuttavia il mercato sembra pensarla in modo diverso visto che c’è la convinzione che proprio Unipol sia nella condizione ideale per spianare la strada alla fusione MPS BPER Banca.
Magari se ne potrà sapere qualcosa in più il prossimo 7 novembre quando verranno resi noti i numeri del terzo trimestre 2024 di MPS e in quella occasione potrebbe essere aggiunto qualcosa in più sul risiko.
Azioni MPS volano in borsa
In attesa di una qualche novità sul risiko del settore bancario italiano, le azioni MPS restano sotto ai riflettori. La quotata toscana ha guadagnato il 100 per cento nel corso dell’ultimo anno e anche da inizio 2024 presenta una prestazione molto solida con un rialzo del 50 per cento.
Le azioni scambiano in area 5 euro con gli analisti divisi tra una view bullish e una view più neutrale. Il pomo della discordia è il proprio il fatto che MPS sia cresciuta tantissimo da inizio anno e così c’è chi come Citi ritiene che i prezzi si possano apprezzare ancora fino a 6 euro e assegna rating buy e chi come Mediobanca resta neutral con target price a 5,8 euro. Sulla stessa lunghezza d’onda di Piazzetta Cuccia anche Equita che ha rating hold e target price a 5,9 euro.
Per investire sulle azioni MPS si possono usare i CFD che danno la possibilità di operare anche al ribasso (short trading).
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