Tassa sugli extraprofitti: ecco le utility più a rischio. E adesso, buy o sell?

crollo prezzi azioni

La giornata di ieri è stata un bagno di sangue per tutto il settore utility di Borsa Italiana. Le quotate del comparto hanno chiuso la seduta con ribassi molto ampi alimentando ancora di più il forte vento di incertezza che già da alcune settimane caratterizza il settore. Il trend non è mutato neppure oggi con i principali titoli che continuano a soffrire.

Certo l’intensità delle vendite è molto più contenuta ma francamente, dopo il sell-off avvenuto ieri, ci si sarebbe attesi un rimbalzo che invece non c’è stato (almeno fino al giro di boa delle 12,00). Dinanzi a questa situazione, la domanda è quasi d’obbligo: cosa sta avvenendo al settore utility? Perchè le azioni del comparto sono così esposte alle vendite?

Prima di dare una risposta a questo interrogativo, ricordiamo ai nostri lettori che anche i ribassi possono essere occasione per fare trading. Grazie ai Contratti per Differenza, infatti, è possibile investire sui cali. Per imparare a fare short trading (questo il termine tecnico) consigliamo di fare pratica con un conto demo come ad esempio quello da 100 mila euro virtuali che viene offerto dal broker eToro.

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Perchè le azioni utility crollano?

Il responsabile del tracollo delle utility e più in generale dell’estrema fase di incertezza che il settore attraversa, ha un nome ben preciso: tassa sugli extraprofitti. Stando alle ultime indiscrezioni riportate dai quotidiani italiani, il governo avrebbe oramai preso atto che la prima versione della tassa è stata praticamente un flop. Gli introiti sono stati appena un decimo rispetto a quelli attesi. Il motivo di questo mezzo fallimento è da ricercare nella presenza di numerosi profili di incostituzionalità nella normativa vigente. Grazie a queste lacune, le quotate che avrebbero dovuto contribuire al gettito, hanno versato molto meno del previsto determinando così il fallimento della norma.

Dinanzi a questa situazione, il governo sarebbe stato sollecitato a modificare tutta la struttura della normativa. In particolare non è da escludere che possa essere introdotta una addizionale IRAP. Secondo le indiscrezioni di stampa, infatti, tale misura sarebbe più coerente con l’obiettivo del governo.

Tassa sugli extraprofitti è un rischio per il settore utility

Il fatto che non siano state ancora definite le dimensioni della nuova versione della tassazione, non aiuta il settore utility. Come commentato dagli analisti di Equita, il comparto utility, Enel in testa, è destinato ad essere il più esposto a possibili interventi governativi. Tra i titoli più a rischio ci sono, oltre alla citata Enel, anche A2A, Iren, Hera, Acea, Erg e Alerion.

Utility e tetto al prezzo del gas

Accanto alla nuova versione della tassa sugli extraprofitti, c’è una seconda questione che anima il settore utility di Borsa Italiana: l’introduzione, a livello europeo, di un tetto al prezzo del gas destinato alla produzione di energia elettrica. Già da tempo si parla di un simile provvedimento ma fino ad ora l’UE non ha dato segnali di unità sulla questione e quindi non se ne è fatto nulla. Tuttavia l’aggravarsi della crisi energetica e il boom dell’inflazione, potrebbero spingere l’Europa ad agire stabilendo un limite massimo al prezzo del gas che tutti i paesi membri sono disposti a pagare.

Tra l’altro, commentano dalla sim milanese, entro la fine dell’anno potrebbe anche arrivare la riforma dei mercati dell’energia con la dissociazione del prezzo dell’elettricità da quello delle materie prime tradizionali. C’è però molta incertezza sulla strada che verrà seguita per arrivare a questo scopo. Non è da escludere che possa esserci la separazione dei mercati per Termoelettrico e Rinnovabili. A prescindere dalle modalità che saranno attuate, Equita ritiene che sia preferibile una riforma europea ad interventi nazionali.

Insomma tra nuova versione della tassazioni sugli extraprofitti, tetto al prezzo del gas e riforma del mercato dell’energia, i fattori di visibilità (e rischio) per il settore utility non mancano. Per i traders più dinamici è quindi una situazione con cui confrontarsi impostando accurate strategie operative sulle big del comparto. A tal riguardo ricordiamo che scegliendo il broker eToro è possibile fare trading online sulle azioni senza commissioni (clicca qui per andare sul sito ufficiale).

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