Azionario USA, perché il mese di ottobre è stato così volatile

Tutti i principali mercati del mondo nel mese di ottobre hanno sperimentato un netto calo, andando a nuocere ulteriormente alle (poche) certezze degli investitori. Ma per quale motivo?

A darci una risposta di particolare interesse è Kim Catechis, Head of Global Emerging Markets di Martin Currie (gruppo Legg Mason), secondo cui la determinante di quanto avvenuto è, principalmente, una questione di “gravità”, visto e considerato che il mercato azionario USA stava viaggiando su valutazioni particolarmente elevate, che si sono poi “sgonfiate” verso livelli più sostenibili.

Per avere consapevolezza di ciò sia sufficiente guardare le valutazioni – suggerisce Catechis – sottolineando come gli Stati Uniti, la scorsa settimana, avessero un rapporto prezzo/utili di 21,6 e un rapporto prezzo/book value di 3,3, rispettivamente dunque con un premio del 13% e del 30% rispetto alla media degli ultimi dieci anni, e con un premio significativo anche rispetto ai mercati internazionali.

L’economia USA era peraltro già in buona salute, e ha poi ricevuto una nuova spinta dal maxi taglio fiscale dell’amministrazione Trump, che ha ulteriormente alimentato la redditività a breve termine. Tuttavia, mentre il taglio fiscale era un evento una tantum, lo stesso non si può certamente dire per i nuovi dazi sull’import e sulla crescita del prezzo del petrolio, che hanno confermato sul mercato delle crescenti pressioni inflazionistiche. Proprio per questo motivo la Fed ha dovuto rispondere mediante un’accelerazione del ciclo dei tassi di interesse.

A questo punto, con l’incremento delle pressioni inflazionistiche, un numero crescente di imprese sta riducendo le aspettative di redditività per il 2018 e il 2019, citando tra le determinanti l’impatto negativo dell’aumento dei costi e della sempre più minacciosa guerra commerciale.

“I mercati internazionali sembrano aver riflettuto più fedelmente questo scenario, ma ora il colpo è arrivato anche negli Stati Uniti. Gli investitori devono capire che il carburante extra sta finendo e che i prossimi due anni saranno probabilmente molto più difficili per l’economia reale” – ha aggiunto Catechis, rammentando poi che si continuano comunque a individuare buone opportunità in tutti i settori e in tutte le regioni geografiche, al di là delle condizioni di mercato prevalenti.

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