Le previsioni di breve termine sul prezzo del petrolio (per intendersi da oggi fino al prossimo vertice dell’OPEC) puntano su una sorta di stabilizzazione delle quotazioni. Di questo avviso sembra essere Tamas Varga, strategist di PVM Oil, secondo il quale da oggi fino al prossimo meeting dell’OPEC è ragionevole attendersi “un certo grado di stabilità dei prezzi“. Il problema degli investitori è capire se questo grado di stabilità dei prezzi possa andarsi a concretizzare al rialzo oppure al ribasso. Fino a ieri mattina non vi erano problemi sulla risposta da dare a questo interrogativo.

La quotazione petrolio, infatti, fino a poco prima della serata, aveva dato l’impressione di essere intenzionato a registrare un nuovo leggere apprezzamento. Il “sogno” della quarta seduta consecutiva al rialzo per il prezzo del greggio, però, si è scontrato ben presto con la realtà. A partire dalla seconda metà del pomeriggio le vendite sull’oil sono tornate ad essere molto marcate. Il risultato è stato la chiusura in negativo delle contrattazioni. Il prezzo del petrolio oggi, come risulta evidente dai grafici in tempo reale, prosegue il trend ribassista emerso nella seconda parte di ieri. Il contratto sul Brent è in calo dello 0,36 per cento a quota 66,55 dollari al barile mentre il petrolio WTI registra una flessione dello 0,2 per cento a 57 dollari al barile. 

Le variazioni di oggi del prezzo del greggio sembrano confermare che qualcosa si è bruscamente interrotto. Se fino a ieri mattina a condizionare in modo positivo l’andamento del greggio erano state le dichiarazioni di autorevoli membri OPEC sulla possibile riduzione dell’output, a partire dal pomeriggio (e con prosecuzione oggi 20 novembre), la compattezza dei paesi produttori sembra essersi incrinata. Il ministro russo dell’energia ha infatti affermato che qualsiasi decisione dovrà essere presa valutando attentamente l’evoluzione del mercato. Alexander Novak ha dichiarato: “Dobbiamo valutare l’evolversi della situazione a novembre e nella prima parte di dicembre per capire meglio sia le condizioni attuali che le prospettive invernali“. Secondo il rappresentante del potente dicastero russo “abbiamo bisogno di prendere una decisione equilibrata, e finora non ci sono elementi per farlo“. 

Le parole di Novak hanno demolito le tante buone intenzioni che si erano imposte nelle utlime sedute. La scorsa settimana, infatti, il ministro saudita Khalid Al Falih aveva aperto la porta alla possibilità di arrivare ad una riduzione del petrolio estratto di mezzo milione di barili giornalieri. Il taglio ei barili, poi, in sede Opec Plus era diventato un milione per poi salire a quota 1,4 milioni di barili secondo le ultime indiscrezioni. 

Il meeting del board si riunirà a Vienna il prossimo 6 dicembre. C’è quindi tempo per impostare strategie di trading vincenti sulla quotazione petrolio. 

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