Analisi tecnica prezzo petrolio e oro: previsioni e strategia trading settimana 21-25 gennaio

L’analisi tecnica consente di impostare la strategia trading più efficace per cercare, in questo modo, di trarre un profitto dall’andamento del prezzo dell’oro e del petrolio. In questo articolo di approfondimento sono contenute le previsioni sulla quotazione petrolio e oro per la settimana dal 21 al 25 gennaio. Oltre all’analisi tecnica nel post sono contenuti anche molti riferimenti a market mover specifici in grado di condizionare la quotazioni. 

ANALISI TECNICA PREZZO PETROLIO SETTIMANA 21 – 25 GENNAIO 

Il petrolio nell’ultima settimana è tornato a registrare un certo dinamismo che mancava da tempo. Il rilancio della quotazione petrolio è stato sostenuto dalle recenti decisioni dell’OPEC sui livelli produttivi. 

PREZZO DEL GREGGIO VOLA SUI MASSIMI DA INIZIO DICEMBRE 2018, AD UN PASSO DAI 54 DOLLARI AL BARILE

Prezzo del petrolio ancora in rally, con le quotazioni della versione WTI in crescita del 4,2%, a 53,73 dollari, rispetto alla chiusura dell’ ottava precedente. Il close settimanale vicino al top delle ultime 5 sedute, toccato a quota 53,92 dollari, lascia presagire ulteriori rialzi.

LE NOTIZIE PIU’ IMPORTANTI PER IL PREZZO DEL PETROLIO

WTI ben comprato dopo che un report curato dall’ OPEC ha reso noto che le forniture nel mese di Dicembre sono diminuite di 751 mila barili giornalieri, assestandosi a 31,58 milioni di barili al giorno ed evidenziando il maggior calo giornaliero medio degli ultimi due anni. Tuttavia, secondo i pronostici dell’ OPEC, i tagli alla produzione, in concerto con i Paesi produttori non facenti parte del cartello sotto la guida russa, sarebbero utili solo a mantenere il mercato in equilibrio, poiché l’ output statunitense è destinato ad aumentare ulteriormente. Un rapporto diffuso dall’ EIA ( Energy Information Administration ) ha infatti mostrato che la scorsa settimana le forniture di greggio USA sono aumentare di 200 mila barili, e che entro il 2020 potrebbero lievitare fino a 13 milioni di barili al giorno. Entro il primo semestre dell’ anno la produzione USA potrebbe superare quella dell’Arabia Saudita.

Un’ ulteriore scossa al rialzo è arrivata anche con la possibilità che Stati Uniti e Cina possano risolvere con un compromesso la disputa sui dazi, allontanando i timori su uno scoppio di una recessione di portata mondiale.

I DATI SULLE SCORTE SETTIMANALI DI PETROLIO USA

Prezzo del petrolio in ascesa grazie al contributo arrivato dal calo delle scorte settimanali di greggio USA, che secondo la stima settimanale diffusa dall’ EIA ( Energy Information Administration ), nella settimana terminata l’11 Gennaio, sono diminuite di 2,7 milioni di barili. Battute le attese degli analisti, che invece avevano indicato una contrazione più modesta, pari a -1,5 milioni di barili. In controtendenza, invece, gli stock di benzina, aumentati di 7,5 milioni di unità, oltre i 2,6 milioni di unità attesi dal mercato. In ascesa anche le scorte di distillati, aumentate di circa 3 milioni di unità, contro i circa +1,4 milioni di unità indicati dagli analisti. La consueta stima diffusa in anticipo dall’ API ( American Petroleum Institute ) aveva invece pronosticato scorte di petrolio in crescita di 0,6 milioni di barili, stock di benzina in aumento di 6 milioni di unità e scorte di distillati progresso di 3,2 milioni di unità.

PREVISIONE SETTIMANALE DI TRADING SUL PETROLIO

Ottima la performance settimanale per il nostro sistema operativo con sottostante il WTI che ha centrato 6 dei 7 target price pronosticati dalla strategia Long: 2 nella versione Intraday e 5 nella versione Over; nonché il primo obiettivo della strategia Short Intraday.

Lo scenario rialzista suggerisce di aprire posizioni Long nel caso in cui si registri un close orario maggiore di 54,06 $; Target Price attesi in area 54,56 e 54,90 dollari; Stop Loss nel caso in cui si assista ad una chiusura oraria minore di 53,67 $. Mantenere la posizione rialzista nel caso in cui si verifichi una chiusura oraria o giornaliera maggiore di 54,90 $, per sfruttare possibili allunghi fino a 55,24 e 55,78 dollari; Stop Loss in caso di ritorno sotto 54,56 $ in chiusura di candela oraria. Ed ancora Long sulla forza, in caso di break-out rialzista di 55,78 $ confermato in chiusura oraria, per accompagnare gli acquisti fino a 56 e 56,35 dollari, estesi a 56,90 $; Stop Loss in caso di ritorno sotto 55,24 $ in chiusura di candela oraria. Suggeriti Long Speculativi in caso di eventuale affondo in area 51,05 $, per sfruttare possibili veloci rimbalzi in area 51,55 e 52,08 dollari, estesi a 52,67 $, Stop Loss in caso di chiusura oraria minore di 50,50 $.

Lo scenario ribassista, invece, consiglia di attivare posizioni Short nel caso in cui si assista ad una chiusura oraria minore di 53,67 $, per sfruttare eventuali discese in 53,34 e 52,93 dollari; Stop Loss in caso di ritorno oltre 54,06 $ in chiusura di candela oraria. Mantenere la posizione ribassista nel caso in cui si verifichi una chiusura oraria o giornaliera inferiore a 52,93 $, per anticipare possibili cali fino a 52,67 e 52,40 dollari; Stop Loss nel caso in cui si registri una chiusura oraria maggiore di 53,34 $. Ed ancora, Short nel caso in cui la pressione in vendita dovesse spingersi sotto 52,40 $ in chiusura di candela oraria, per accompagnare le vendite fino a quota 52,08 e 51,55 dollari, estese a 51,05 $; Stop Loss in caso di ritorno oltre 52,93 $ in close orario. Suggeriti Short Speculativi in caso di allungo in area 56,90 $, per cercare di sfruttare eventuali pull-back di prezzo in area 56,35 e 55,78 dollari, esteso a 55,24 $; Stop Loss nel caso in cui si registri una chiusura oraria oltre quota 57,50 $.

ANALISI TECNICA ORO SETTIMANA 21 – 25 GENNAIO 

Di seguito l’analisi tecnica sulla quotazione oro nella settimana compresa tra il 21 e il 25 gennaio. 

ORO RESPINTO DA RESISTENZA IN AREA 1.300 DOLLARI CON POSSIBILE ACCORDO USA-CINA SUI DAZI

Dopo quattro settimane consecutive in rialzo, si interrompe la striscia positiva per le quotazioni dell’ oro, che hanno chiuso il bilancio delle ultime 5 sedute con un calo dello 0,65%. Gran parte della discesa appena evidenziata si è consumata proprio nell’ ultima sessione di Venerdì 18 Gennaio, al termine della quale il prezzo del metallo giallo ha lasciato sul terreno lo 0,86%, fissando l’ ultimo scambio a quota 1.281,15 dollari, in prossimità del minimo settimanale toccato a quota 1.280,10 dollari.

LE NEWS ED I DATI MACRO PIU’ SENSIBILI PER LE QUOTAZIONI DELL’ ORO

Sulla debole performance di fine ottava hanno influito negativamente le notizie secondo cui Stati Uniti e Cina presto potrebbero trovare una soluzione comune per la cosiddetta “ guerra dei dazi “, che nel corso degli ultimi mesi ha contribuito a far lievitare il prezzo di un bene rifugio come lo è l’ oro. Secondo indiscrezioni giornalistiche, Pechino sarebbe pronta a mettere in atto un piano per azzerare il proprio surplus commerciale nei confronti degli USA nel giro di 5 anni. L’ amministrazione Trump sarebbe invece pronta a diminuire la pressione sulle merci importate dalla Cina, ma gradirebbe che la parità della bilancia commerciale tra le due superpotenze arrivasse entro 2 anni.

Inizio di ottava macro statunitense in cui il Dipartimento per il Commercio statunitense ha reso noto che l’indice grezzo dei prezzi alla produzione, a Dicembre, ha rivelato una contrazione dello 0,2% su base mensile, scendendo oltre il -0,1% indicato dagli analisti. La rivelazione su base annua ha invece mostrato un aumento del 2,5%, come da attese. Il suddetto indicatore, al netto delle componenti più volatili, quali di prezzi di beni alimentari ed energetici, è rimasto piatto sui valori della precedente lettura, mentre il consensus era per un aumento dello 0,2%. Al 2,8%, come da pronostico, la stima “ Core “ su base annua.

La Fed di New York ha invece reso noto che il cosiddetto Empire State Index, nel mese in corso, ha subito un netto rallentamento, assestandosi a 3,90 punti dai 10,9 punti di Dicembre, mentre gli analisti si aspettavano un minor calo, a 10,75 punti. Si è trattato della peggiore lettura da Maggio 2017. Il suddetto indicatore rileva l’ andamento del comparto manifatturiero nello stato newyorkese, ed una lettura sopra la soglia dello zero indica che il settore è in espansione, mentre una stima inferiore a zero è sinonimo di contrazione. Giù anche la rilevazione relativa ai nuovi ordini, scivolata a 3,5 punti dai 13,4 punti del mese precedente. Il sotto-indice dei prezzi d’ acquisto, invece, è diminuito a 35,9 punti dai 39,7 punti di Dicembre, mentre la voce relativa all’ impiego è scesa da 17,5 punti a 7,4 punti.

Di segno diametralmente opposto, rispetto alle letture macro rivelate tra le righe precedenti, la stima del Philadelphia Fed Index, che sempre nel mese in corso ha mostrato un netto progresso a 17 punti, volando rispetto ai 9,1 punti di Dicembre ( rivisti da 9,4 punti della stima preliminare ). Decisamente battuti i pronostici degli analisti, che invece non si spingevano oltre i 9,5 punti. Conosciuto anche come Philly Fed Index, il suddetto indicatore misura l’andamento del comparto manifatturiero nel distretto federale di Philadelphia, il terzo in ordine di grandezza negli USA. Il report viene curato dalla locale Fed, raccogliendo i pareri dei manager del settore, che sono tenuti ad indicare, oltre ad una valutazione attuale che comprende eventuali cambiamenti, anche le aspettative sui successivi sei mesi. Anche per questo indicatore, una lettura al di sopra della soglia dello zero indica espansione, mentre una stima inferiore a zero è sinonimo di contrazione.

Il Dipartimento per il Lavoro ha reso noto che le nuove richieste di sussidio di disoccupazione, al 12 Gennaio, sono diminuite di 3 mila unità, portandosi a 213 mila unità, dalle 216 mila unità della precedente stima settimanale. Lettura migliore delle attese degli analisti, che invece avevano indicato un aumento a 220 mila unità. La media delle ultime quattro settimane, indicatore meno volatile rispetto alle singole letture a sette giorni, si è assestata a 220.750 unità, in flessione di 1.000 unità rispetto alla settimana precedente. Il totale di richiedenti indennizzo, nell’ ottava terminata il 5 Gennaio, invece è salito a 1,737 milioni di unità ( attese 1,734 milioni di unità ), in aumento rispetto a 1,719 milioni di unità della precedente stima ( corretta da 1,722 milioni di unità ).

In risalita l’ indice dei prezzi all’ importazione nel mese di Dicembre, che secondo la stima diffusa dal Ministero per il Commercio USA reso è sceso dell’1%, rispetto al -1,6% di Novembre, mentre gli analisti avevano espresso un maggior calo, pari a-1,3%.

Le ultime indicazioni arrivate dal fronte immobiliare hanno visto le nuove richieste di mutui immobiliari aumentare del 13,5% nella settimana che si è conclusa il 12 Gennaio, confermando il mini-trend di ripresa, dopo il +23,5% della precedente ottava emerso dalla stima elaborata dalla Mortgage Bankers Association ( MBA ).

In miglioramento anche l’ indice NAHB ( National Association of Home Builder ), ovvero l’ indicatore che rileva la fiducia dei costruttori edili statunitensi, che nel mese in corso ha evidenziato un aumento a 58 punti dai 56 punti di Dicembre.

In frazionale rialzo il dato sulla produzione industriale nel mese di Dicembre, in crescita dello 0,3% su base mensile, ma in lieve rallentamento rispetto al +0,4% di Novembre ( corretto da +0,6% ). Tuttavia, si è comunque trattata di una stima migliore del +0,2% atteso dagli analisti.

La settimana macro si è chiusa con la netta battuta d’ arresto fatta registrare dall’ indice che misura la fiducia dei consumatori, elaborato dall’ Università del Michigan, in calo, a Gennaio, 90,7 punti dai 98,3 punti della precedente stima mensile. Deluse le aspettative degli analisti, che invece davano una minor flessione a 96,8 punti.

QUADRO GRAFICO DELL’ORO SUL BREVE-MEDIO PERIODO E MEDIO-LUNGO PERIODO

Sotto l’aspetto tecnico, l’ andamento dei prezzi dell’ oro nel 2018 era stato principalmente caratterizzato dalla mancata rottura della forte area di resistenza di medio-lungo periodo individuata in area 1.360-1.370 dollari, che lentamente aveva spinto le quotazioni alla base di partenza, ripiegando inesorabilmente, prima in area 1.300 dollari e successivamente scendendo sul supporto di medio periodo che passava in area 1.290-1.280 dollari. La discesa settimanale al di sotto dell’ importante supporto individuato in area 1.220 dollari aveva innescato ulteriori affondi sui minimi da Gennaio, in area 1.160 dollari, con step intermedio in area 1.200 dollari; nonché importante supporto di lunghissimo periodo, sotto il quale il prezioso metallo giallo avrebbe corso il pericolo di scivolare nuovamente a 1.120 dollari.

Sul breve periodo, lo stabile recupero di area 1.220 dollari, accompagnato dal ritorno in area 1.250 dollari, invece, ha allentato la pressione ribassista, favorendo il ritorno in un primo momento verso area 1.270-1.280 dollari e successivamente sui recenti massimi in area 1.300 dollari. Lo scenario rialzista, sul medio-lungo periodo, tuttavia, si rafforzerà soltanto in caso di deciso break-out della forte resistenza in area 1.360-1.370, attivando obiettivi di lungo periodo posti in area 1.400 – 1.450 dollari, mentre il sentiment di brevissimo potrebbe ritornare in fase neutrale soltanto in caso di ritorno oltre area 1.280-1.250 dollari. Con i mercati azionari globali che lasciano intravedere segnali di debolezza, il deciso turn-over verso un asset storicamente difensivo come l’ oro, sul lungo periodo, potrebbe non essere lontano.

PREVISIONE SETTIMANALE DI TRADING SULL’ ORO

Buona la performance settimanale realizzata dal nostro trading system con sottostante l’ oro, che ha preso profitto sui 2 target price della strategia Long Intraday e sul primo obiettivo pronosticato dalla strategia Short Intraday.

Lo scenario rialzista prevede l’ apertura di posizioni Long nel caso in cui si registri una chiusura oraria maggiore di 1.285,95 $ e prevede i primi due obiettivi a 1.289 e 1.293,90 dollari, Stop Loss in caso di close orario minore di 1.278 dollari. Mantenere le operazioni al rialzo nel caso in cui si registri una chiusura oraria o giornaliera oltre 1.293,90 $, per sfruttare possibili allunghi in area 1.298,80 e 1.303,75 dollari; Stop Loss in caso di ritorno sotto 1.281,15 $ in chiusura di candela giornaliera. Long sulla forza in caso di rottura della resistenza a 1.303,75 $ in chiusura oraria o daily, per cercare di assecondare il movimento rialzista fino a 1.308,75 e 1.316,80 dollari, esteso a 1.321,90 $; Stop Loss in caso di perdita di 1.293,90 $ in chiusura giornaliera. Long speculativi in caso di affondo in area 1.241,85 $ per sfruttare possibili rimbalzi in area 1.249,55 e 1.257,35 dollari, estesi a 1.260,35 $; Stop Loss in caso di ulteriori discese sotto 1.234 $ in chiusura di candela giornaliera.

Lo scenario ribassista, invece, suggerisce di aprire posizioni Short nel caso in cui si assista ad una chiusura oraria minore di 1.278 $; Target Price previsti a 1.275 e 1.270 dollari, Stop Loss in caso di close orario maggiore di 1.285,95 $. Mantenere la posizione ribassista nel caso in cui si verifichi una chiusura oraria o giornaliera minore di 1.270 $, per cercare di anticipare possibili cali in area 1.265,15 e 1.260,35 dollari; Stop Loss; in caso di ritorno sopra 1.281,15 $ in chiusura di candela oraria. Ed ancora, Short nel caso in cui la pressione ribassista dovesse spingersi anche sotto quota 1.260,35 $ in chiusura oraria o daily, per cercare di ricoprirsi a 1.257,35 e 1.249,55 dollari, ed in caso di ulteriori discese a 1.241,85 $; Stop loss in caso di ritorno sopra 1.275 $ in chiusura di candela giornaliera. Short Speculativi in caso di allunghi in area 1.321,90 $, per cercare di sfruttare probabili pull-back in area 1.316,80 e 1.308,75 dollari, estesi a 1.303,75 $; Stop Loss nel caso in cui il movimento rialzista dovesse estendersi oltre 1.330 $ in chiusura giornaliera.

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