La geopolitica torna ad essere determinante sull’andamento del prezzo del petrolio. Alla guerra civile in Libia è infatti subito corrisposto un forte aumento delle quotazioni del greggio. Il Brent, in particolare, salendo oltre i 70 dollari al barile ha raggiunto i livelli massimi da inizio anno. Mentre è in corso la scrittura del post, il petrolio WTI registra un rialzo dello 0,4 per cento a quota 63,34 dollari mentre il greggio Brent è in progressione dello 0,31 per cento a quota 70,56 dollari. Più che all’analisi tecnica, la radionalina degli investitori è sintonizzata sulle frequenze libiche. E’ logico, infatti, che sarà l’evoluzione degli eventi in Libia a determinare la direzione che prenderà il prezzo del greggio nel corso delle prossime ore e dei prossimi giorni. In considerazione delle notizie sul campo, è possibile che la quotazione petrolio possa consoliare il suo trend rialzista a meno che non ci siano novità positive dalla scontro in atto tra le due frazioni come ad esempio una tregua.

Ma cosa sta succedendo in Libia? Anzittutto è bene precisare che la Libia come Stato unitario non esiste più essendo il paese sotto il controllo di due leader diversi: l’area di Tripoli, capitale compresa, è nelle mani del premier Fayez al-Sarraj e gode del riconoscimento ufficiale dell’Onu (in pratica, volendo semplificare al massimo, è questa la Libia vera) mentre la Libia orientale, una sorta di stato nello stato, è nelle mani del generale e politico Khalifa Haftar. In reatà, accanto a queste due “libie”, una ufficiale e una no, ve ne sarebbero anche altre visto che, a seguito della disintegrazione dello stato nazionale dell’epoca Gheddafi, molti territori si sono autonomizzati e sono guidati dai vari signori della guerra in nome di un più o meno accentuato islamismo. In una situazione così precaria nella quale gli alleati di oggi potrebbero essere i nemici di domani, Khalifa Haftar da oriente ha attaccato Tripoli sconfessando il governo in carica. Al Sarraj, dal canto suo, ha ovviamente risposto all’attacco chiamando il suo esercizio alla mobilitazione a difesa della capitale. In pratica in Libia è in atto da alcuni giorni un colpo di stato mentre il mondo guarda con incertezza a quello che sta avvenendo in quella che un tempo era la più progredita nazione africana. Mentre a Tripoli gli edifici pubblici e le scuole sono chiusi e, per le strade, si iniziano a contare i morti della nuova guerra civile, i paesi europei sono profondamente divisi e l’Italia, oggi come già ieri all’epoca di Berlusconi, resta a guardare. 

La complessità della situzione che si è, sia pur brevemente descritto, spiega i motivi per i quali il prezzo del petrolio oggi vola e le previsioni sull’andamento del greggio non possano che essere positive almeno fino a quando la tensione non dovesse calare. Dopo Iran e Venezuela, un nuovo fronte geopolitico mantiene alte le quotazioni del petrolio

Vuoi conoscere l’analisi tecnica settimanale sulla quotazione petrolio? Leggi: Analisi tecnica prezzo petrolio e oro: strategia operativa e previsioni settimana 8-12 aprile 2019

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