Come investire oggi per tutelarsi dalla guerra commerciale Usa Cina

La guerra commerciale Usa Cina fa paura ai mercati. Su questo punto tutti sono concordi ed è proprio perchè è presente una forte consapevolezza su questa questione, che tutti gli analisti sono consapevoli nel ritenere che la svalutazione dello Yuan decisa ieri l’altro dalle autorità cinesi, avrà come effetto un ulteriore allontanamento della tregua nella guerra dei dazi tra Usa e Cina.

Dinanzi all’intensificarsi della guerra commerciale, molti investitori sono già corsi al riparo. Una domanda tipica di questi giorni molto caldi sul fronte commercuale è dove conviene investire in questa fase. Il braccio di ferro sui dazi, prima, la svalutazione dello Yuan e la reazione Usa, dopo, impongono scelte oculate in materia di investimento.

Alla domanda dove investire con la guerra commerciale Usa Cina, la risposta che possiamo dare è spiccatamente difensiva. Gli asset da privilegiare in questa fase sono Tbond, oro e Yen ossia tutti mercati rifugio. Non è quindi un caso se, ad esempio, la quotazione oro, dopo l’inasprimento del braccio di ferro Usa-Cina, segna un ulteriore rialzo.

Per quello che riguarda la preferenza per lo Yen nel Forex, molto ultile può essere il parere di Nick Wall, co-gestore del fondo Merian Strategic Absolute Return Bond di Merian Global Investors. Secondo l’analista, il mantenimento dell’ancoraggio dello Yuan cinese “era visto come una prerogativa chiave per un qualsiasi successo nei negoziati commerciali“. Il quadro, ha poi proseguito l’analista, è però cambiato del tutto dopo che il presidente Usa, Donald Trump, ha deciso di aggiungere dazi anche ai restanti 300 miliardi di dollari di importazioni determinando la decisione di Pechino di procedere con lo sganciamento della divisa nazionale. L’ultimo atto della Cina potrebbe portare ad un ulteriore aggravamento della tensione tale da affievolire ancora di più le speranze per una distensione futura.

Secondo gli analisti di Ubs Global Wealth Management, però, la mossa delle autorità cinesi potrebbe non essere il segnale del’avvio di un lungo ciclo di indebolimento competitivo della moneta cinese. Per Ubs Pechino sa perfettamente quali sono i costi legati a un deprezzamento consistente del renminbi. Le autorità cinesi, in particolare, sono consapevoli che il deprezzamento potrebbe anche portare ad un forte deflusso di capitali che ovviamente non sarebbe una notizia positiva. Secondo il global chief investment officer Udb, Mark Haefele, tutti i banchieri centrali sono perfettamente a conoscenza dei rischi che sono insiti “nello scardinare le aspettative sulla stabilità a lungo termine dello yuan“.

Fin qui le analisi degli esperti sulle conseguenze della guerra commerciale. Per quello che riguarda le ripercussioni immediate sui vari asset, dopo la svalutazione della moneta cinese, l’Euro si è rafforzato nel cambio con il Dollaro con EUR/USD che è tornato sopra quota 1,12 mentre il rendimento del Treasury decennale è sceso nell’intraday sotto l1,7 per cento, toccando i nuovi minimi dal 2016, per poi risalire.

Questi dati non fanno altro che confermare che il primo effetto sui mercati della guerra commerciale Usa Cina è il ritorno a tutti gli asset rifugio.

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