Cosa sta succedendo sui mercati finanziari a seguito dell’attacco russo all’Ucraina? Quali possono essere le conseguenze economico/finanziario dello scoppio della guerra? Il giorno dopo il grande sell-off che ha mandato a picco tutte le borse, proviamo a fare il punto della situazione concentrandoci su tre asset fondamentali: petrolio, oro e palladio. Queste tre commodities sono state al centro di un vero e proprio boom degli acquisti che riflette, nè più nè meno, lo stato di grande incertezza e grande paura che caratterizza il sentiment degli investitori. 

Come messo in evidenza dagli analisti del broker XTB (qui la nostra recensione), alla fine a concretizzarsi è stato lo scenario peggiore dei tre previsti nelle fasi iniziali della tensione tra Russia e Ucraina. L’invasione russa di Kiev, con il conseguente rischio di maxi sanzioni contro Mosca, era l’ipotesi più terribile ma al tempo stesso la meno probabile. Gli eventi però hanno preso una piega diversa e allora diventa fondamentale analizzare quelle che potrebbero essere le conseguenze sui mercati della guerra

Prima di scendere nel dettaglio dell’analisi, ricordiamo che con il broker XTB è possibile investire su tutti gli asset citati in questo report. XTB mette anche a disposizione un conto demo gratuito che può essere usato per fare pratica senza correre il rischio di perdere soldi veri. 

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Prezzo petrolio e guerra in Ucraina: gli effetti

Se è parlato in lungo e in largo anche se, a conti fatti, alla fine non è avvenuto nulla di più e nulla di meno di quanto previsto dagli analisti: il prezzo del petrolio è volato a oltre 100 dollari al barile mettendo nero su bianco quanto fondamentale sia la presenza russa negli assetti commerciali mondiali. Mosca esporta 5 milioni di barili di petrolio ogni giorno vale a dire il 5 per cento della domanda mondiale. La metà dell’export riguarda l’Unione Europea.

Nel caso in cui la Russia dovesse essere esclusa dal sistema di insediamenti SWIFT, allora l’export di petrolio russo verso l’UE sarebbe bloccato. Uno scenario terribile che potrebbe far salire il prezzo del petrolio di 20-30 dollari al barile con conseguenze drammatiche sulla tenuta sociale stessa. 

Il grafico a torna in basso, indica la ripartizione dell’export di petrolio russo. 

Prezzo oro e palladio volano con guerra in Ucraina

Lo scoppio della guerra in Ucraina ha avuto una seconda immediata conseguenza sui mercati: il balzo della quotazione petrolio. Anche in questo caso non c’è nulla di cui stupirsi visto che si sa quali sono i mercati su cui gli investitori ripiegano nelle fasi di paura e incertezza. Come giustamente messo in evidenza da XTB non è la prima volta che il gold dimostra di essere buona riserva di valore in periodi di conflitti geopolitici. 

Se l’aumento dell’oro ha fatto notizia quello del palladio molto di meno. Eppure anche i prezzi di questo importante materiale hanno registrato un balzo di quasi l’8 per cento in appena una giornata. La Russia è uno dei più grandi produttori al mondo palladio, un metallo fondamentale per la produzione di convertitori catalitici per il settore auto. 

Il crollo delle borse: come va interpretato

L’effetto più visibile dell’invasione russa dell’Ucraina è stato il crollo delle borse. Ieri si sono viste scene che non si vedevano dal 2020, anno del covid19. 

Nonostante questa simulitudine, però, il livello di paura innescato dalla guerra in Ucraina, non è così ampio come quello provocato a suo tempo da covid. Giustamente gli analisti di XTB hanno evidenziato che il reale motivo di incetezza è non sapere quello che potrebbe accadere dopo. Vero è che la correzione sui futures Nasdaq-100 ha registrato un aumento di oltre il 20 per cento nella giornata di ieri ma questo ribasso è stato causato soprattutto dalle aspettative di un cambiamento della FED. 

Conseguenze economiche guerra in Ucraina

Lato economico non ci sono dubbi su quelle che saranno le conseguenze della guerra in Ucraina. Il conflitto militare darà ancora più spinta all’inflazione. I prezzi di tutte le materie priem sono in rialzo a partire da quelle energetiche. Nel caso delle commodities tutto dipenderà dall’impatto del conflitto sulla logistica. L’indice della FED di New York ha certificato che le catene di approvvigionamento globali sono a livelli tesissimi, mai visti nella storia. 

Guerra in Ucraina: come investire in questa situazione

Alla luce di quanto detto in precedenza, come conviene posizionarsi in questo contesto? Come messo in evidenza dagli analisti di XTB, la risposta a questa domanda dipenderà da quanto aumenterà il conflitto. Quando i mercati avranno delle indicazioni su questo punto, allora avranno inizio le speculazioni sull’impatto delle sanzioni. 

Insomma è chiaro che è necessario prepararsi ad una situazione di alta volatilità. La scelta del broker per operare diventa determinante. XTB, broker regolato dalle grandi autorità di supervisione del mondo come ad esempio la Financial Conduct Authority (FCA), KNF, CySEC e CMB può essere la soluzione ideale garantendo elevati standard di sicurezza. 

Tra l’altro il broker offre anche un conto demo gratuito per permettere ai principianti di fare pratica senza rischi. 

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Cosa attendersi dalla guerra in Ucraina: il commento di Fischer Investments

Sulle conseguenze della guerra in Ucraina è intervenuto anche commento di Aaron Anderson, Senior Vice President, Research, Fisher Investments. Secondo l’analista l’attacco russo all’Ucraina ha intensificato tensioni che erano già in atto da mesi. Tuttavia, la storia insegna che la volatilità dei mercati tende a crescere all’aumentare della situazione di incertezza in un conflitto ma quando l’esito della guerra inizia a diventare più chiaro, allora i mercato alzano la testa. Solitamente, ha poi aggiunto l’esperto, nel momento in cui scoppia un conflitto aperto, i “titoli azionari salgono nel periodo immediatamente successivo – non perché ai mercati piaccia la guerra, ma perché i mercati possono analizzare meglio la portata e le conseguenze potenziali del conflitto reale, e oltrepassare la paura dell’ignoto“.

Detto questo, le sanzioni imposte dagli Usa, dal Regno Unito e dalla UE altro non faranno che allungare la scarsità di forniture energetiche in Europa. Tuttavia i mercati hanno comunque avuto mesi per prepararsi s questo scenario e ad altri potenziali cambiamenti. Secondo l’analista di Fischer i prezzi più alti dell’energia dovrebbero incoraggiare un aumento delle forniture da fonti non russe. Se è vero che l’inasprimento della guerra in Ucraina, determina un immenso e tragico costo umano, è altrettanto vero, come la storia del mercato lo dimostra che è molto “improbabile che i conflitti regionali causino una recessione economica globale o un mercato ribassista“.

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