Dall’inflazione alla recessione: cosa sta succedendo sul mercato Usa?

Quali sono le prospettive dell’economia americana? Da mesi gli Usa devono fare i conti con una crescita esponenziale dell’inflazione. Il rally dei prezzi al consumo ha spinto la Federal Reserve ad alzare i tassi di riferimento già nel board di marzo, aprendo al tempo stesso la strada ad un ulteriore incremento nei mesi a venire. In questo contesto, dagli analisti è arrivato un allarme che, potenzialmente, potrebbe essere in grado di destabilizzare i mercati mondiali.

Secondo molti esperti, soprattutto ultimamente, sono cresciuti i segnali circa la possibilità che gli Stati Uniti possano cadere dalla padella alla brace passando dall’inflazione alla recessione. E’ logico che se gli Usa dovessero davvero seguire questa traiettoria, allora l’intera economia mondiale correrebbe il rischio di una simile evoluzione. 

Secondo gli analisti di eToro oggi gli investitori sono alle prese con scelte molto faticose. Da un lato, infatti, c’è il rimbalzo dei più importantui indici di borsa (un dato su tutti: dal 15 marzo ad oggi, il fondamentale S&P 500 ha messo a segno un recupero di circa il 10 per cento), mentre dall’alto è in crescita la paura per l’inversione della curva dei rendimenti obbligazionari.

Se il primo trend può essere cavalcato con il CFD Trading (qui il sito ufficiale eToro) per quello che riguarda il secondo punto è inevitabile una certa preoccupazione per i futuri scenari economici. Il proseguimento dell’appiattimento della curva, è un segnale circa il possibile arrivo in Usa di una forte recessione?

Anche se tutti pensano che la risposta sia affermativa, in realtà è vero il contrario. Infatti il vero segnale di inversione è in realtà lo spread tra il rendimento a 10 anni e quello a 2 anni. Quest’ultimo viaggia sempre più al ribasso ad un passo da una possibile inversione. Un segnale più affidabile circa il possibile scivolemento degli Usa verso la recessione, è offerto dallo spread tra il decennale americano e quello a 3 mesi. Ebbene questo differenziale, evidenzia ancora segnali confortevoli visto che scambia all’1,859 per cento (livello decisamente lontano da una decisa inversione). 

Allargando l’orizzonte ai mercati globali, il nuovo lockdown che è stato introdotto dalla Cina nella regione di Shangai ha avuto un effetto positivo sui prezzi energetici. E’ stato proprio grazie al nuovo lockdown cinese se le quotazioni petrolifere hanno messo a segno un ritracciamento fino a 100 dollari al barile. 

Una flessione che, come abbiamo avuto modo di evidenziare in articoli a tema come questo, è stata e può essere sfruttata per investire al ribasso sul prezzo del petrolio (short trading) oppure per comprare a sconto (se le attese sono per una ripresa delle quotazioni). In entrambi i casi è possibile fare trading da una stessa piattaforma grazie al broker eToro (leggi qui la recensione completa). Questa piattaforma offre la demo gratuita da 100 mila euro per imparare ad operare senza correre il rischio di perdere soldi veri.

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Negli Stati Uniti ci sarà una recessione?

La scorsa settimana il Presidente americano Joe Biden ha presentato al Congresso Usa il suo nuovo piano di budget che è stimato a 5,79 trilioni di dollari. Tra i punti cardine del piano ci sono l’aumento della spesa militare e una serie di imposte ai ricchi e alle aziende. Secondo i commentatori Usa dopo il passo falso del piano Build Back Better sarà necessario capire se il nuovo piano troverà o meno i voti al Senato.

Nonostante il piano si ponga come obiettivo la riduzione del deficit fiscale, cresciuto a dismisusa a causa del covid19, persistono tutta una serie di dubbi in merito alla riduzione del disavanzo. Secondo alcuni analisti, le stime sulle entrate Usa sono troppo ottimistiche. Non è quindi da escludere che in futuro il rapporto tra Debito Pubblico e PIL americano possa addirittura salire al 100 per cento dall’attuale 98.15 per cento. 

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