Azioni First Republic Bank crollano del 50%. Effetto domino sul Ftse Mib: a picco Banco BPM, BPER e Unicredit

Tantissimo nervosismo sui titoli del settore bancario nella seduta di oggi. Se il Ftse Mib dopo circa un’ora dall’apertura delle contrattazioni registra un ribasso di oltre un punto percentuale è a causa delle forti vendite che stanno interessando un pò tutti i titoli del settore bancario con BPER Banca e Banco BPM che cedono oltre 3 punti percentuali e Unicredit in ribasso del 2,75 per cento.

I forti rossi che caratterizzano le quotate del settore bancario non hanno origine da fattori domestici ma da problemi che vengono da molto lontano…addirittura da Oltreocenano. Dietro al crollo delle banche italiane (ma il discorso può essere esteso a tutti gli istituti europei) c’è il ritorno delle preoccupazioni sulla tenuta del sistema bancario regionale Usa. Una notizia ha fatto letteralmente tremare gli investitori di tutto il mondo: nella seduta di Wall Street di ieri le azioni della First Republic Bank, una delle grandi malate del comparto banche americano, hanno praticamente dimezzato il loro valore. Al termine di una giornata di passione i prezzi delle azioni First Bank hanno rimediato un rosso del 49 per cento che solo ad essere pronunciato fa paura.

Chi pensava che con il salvataggio operato dalle autorità federali americane potesse essere tutto sotto controllo si è sbagliato. Al contrario la tensione è altissima ed è per questo che per tutta la seduta di oggi sono da attenersi vendite diffuse su tutte le quotate del settore bancario.

Il motivo per cui le azioni First Republic Bank sono crollate è il più vecchio del mondo: la vera e propria fuga dei correntisti. Dinanzi alla vera e propria fuga dai depositi non c’è piano di salvataggio del migliore dei governi che possa reggere come ha sempre evidenziato la storia.

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E’ fuga dei correntisti della First Republic Bank

La First Republic Bank, una delle più importanti banche regionali americane, entrò in crisi in scia al fallimento della Silicon Valley bank. L’istituto fu uno dei grandi contagiati rivelando l’enorme precarietà del comparto. Le autorità americane hanno provato a mettere in sicurezza la banca ma poco si può fare quando in appena tre mesi ci sono perdite sui depositi per oltre 100 miliardi di dollari. Praticamente in appena un trimestre, i depositi della First Bank si sono più che dimezzati visto che l’anno scorso ammontavano a 176 miliardi di dollari.

Un vero e proprio disastro che è speculare all’andamento in borsa del titolo. Stiamo infatti parlando di una quotata da che inizio anno ad oggi ha perso il 90 per cento del suo valore. La First Republic è oggi carta straccia.

Anche i conti della banca sono un disastro. Secondo gli ultimi dati di bilancio disponibili, l’utile della banca ha registrato un ribasso a 269 milioni di dollari nei primi tre mesi del 2023. A picco anche le entrate che sempre nel primo trimestre 2023 sono diminuite del 13 per cento attestandosi a 1,2 miliardi di dollari. Una situazione emergenziale che non è stata nascosta dal CEO di First Republic Bank, Michael Roffler, il quale non solo ha riconosciuto che è in atto una fuga senza precedenti dai depositi dell’istituto ma anche aggiunto che la banca sarà chiamata ad affrontare sfide e incertezze molto dure.

E la misura delle difficoltà in atto si ha considerando un’indiscrezione che sta circolando con sempre maggiore insistenza sui media americani. Il management della banca sarebbe addirittura in contatto con il governo americano. Alcuni funzionari della Casa Bianca, del Tesoro e della FED sarebbero al lavoro per cercare una soluzione per evitare che la situazione possa del tutto sfuggire di mano.

Di sicuro c’è che First Republic procederà con un taglio delle spese e che anche l’organico subirà una riduzione della forza lavoro compresa tra il 20 e il 25 per cento nel secondo trimestre 2023. Un pratica un dipendente su 4 della disastrata banca Usa potrebbe andare a casa. Sul tavolo, secondo Bloomberg News, ci sarebbe anche la possibilità che la banca possa vendere fino a 100 miliardi di dollari in crediti e titoli per cercare in questo modo di ristrutturare il bilancio.

Ad ogni modo la situazione è molto tesa e la paura di un rischio contagio è alle stelle.

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