S&P 500 previsioni 2023: scenari e prospettive di investimento

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Cosa succederà agli indici della borsa di Wall Street nel caso in cui nel 2023 gli Stati Uniti dovessero essere alle prese con una recessione? Il peggioramento del quadro macroeconomico americano a causa del rialzo dei tassi di riferimento viene ritenuto praticamente scontato. Proprio per questo motivo diventa fondamentale posizionarsi in modo efficace sui mercati per evitare spiacevoli sorprese.

In questo articolo analizzeremo le strategie di investimento di Goldman Sachs sul più importante indice della borsa di Wall Street: l’S&P 500.

Come si può vedere dal grafico in basso, il paniere S&P 500 nel corso dell’ultimo mese ha segnato un rialzo del 7 per cento. Sui sei mesi, però, l’andamento è piatto mentre su base annua la flessione è del 7 per cento.

Secondo gli esperti di Goldman Sachs, alla luce della situazione in atto anche le prospettive per il 2023 non sono particolarmente brillanti. Secondo gli esperti della banca d’affari Usa il trend del mercato del prossimo anno sarà contraddistinto dall’assenza di crescita degli utili per azione (EPS) che, a sua volta, non si potrà che tradurre in una crescita zero per l’S&P 500.

Insomma forse il peggio potrebbe essere alle spalle ma è detto che il prossimo anno ci possa essere la tanto attesa svolta.

Prima di scendere nel dettaglio dell’analisi di S&P 500 ricordiamo ai nostri lettori che per investire sugli indici di borsa si può operare con i CFD. Scegliendo un broker autorizzato come eToro è possibile avere subito la demo gratuita da 100 mila euro per imparare a comprare e vendere CFD sull’S&P 500 senza correre il rischio di perdere soldi veri.

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Indice S&P 500 previsioni 2023: analisi di Goldman Sachs

Gli analisti di Goldman Sachs hanno giustamente evidenziato che il costo del denaro non è più a zero.

Il costo medio ponderato del capitale per le imprese americane a fine 2021 si era di molto avvicinato al livello più basso della storia. A seguito dell’aumento del costo del denaro da parte della FED, il WACC ha registrato un aumento di 200 punti base agganciando il 6 per cento ossia “il più alto degli ultimi dieci anni e il maggiore aumento su base annuale degli ultimi 40 anni”. Il prossimo anno, hanno poi proseguito gli esperti, il costo del capitale resterà molto vicino al livello attuale. Ciò significa che la situazione non sarà paragonabile a quella disastrosa del 2022 ma non sarà neppure brillante.

Alla luce di questa situazione, le previsioni 2023 elaborate da Goldman Sachs puntano su un EPS dell’S&P 500 a quota 224 dollari con l’indice che dovrebbe chiudere l’anno con un rialzo di appena l’1 per cento a quota 4000.

Uno scenario tutto sommato addirittura positivo se si pensa a quello che invece potrebbe accadere nel più breve termine. Il target price di Goldman Sachs per l’S&p 500 è infatti a quota 3600 sui tre mesi (ossia in ribasso del 9 per cento rispetto alla valutazione attuale) e a 3900 punti nel primo semestre 2023. In rialzo atteso nel secondo trimestre dell’anno dovrebbe essere sostenuto dalla eventuale fine del ciclo di inasprimento dei tassi FED ad oggi in corso.

Insomma come si può notare dalle previsioni 2023 e dalla stime sul solo primo trimestre e sul solo primo semestre, l’indice S&P 500 dovrebbe registrare una discreta volatilità nei prossimi mesi. Una situazione che può essere cavalcata dai trader con approccio dinamico. Questi ultimi possono speculare sulle oscillazioni di prezzo attraverso i CFD con un broker come ad esempio eToro che offre la demo gratuita da 100 mila euro virtuali per iniziare a fare pratica.

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Sempre secondo gli analisti di Goldman Sachs, un eventuale scenario di recessione con un hard landing causato dalla FED rappresenta un rischio distinto. Se ci dovesse essere una leggera contrazione del PIL reale, l’EPS dell’indice sarebbe visto in ribasso dell’11 per cento a 200 dollari con P/E di 14x. Se però la recessione degli Usa dovesse essere più profonda allora il ribasso dell’S&P 500 nel 2023 sarebbe del 21 per cento con crollo fino a quota 3.150 punti.

Come investire sull’S&P 500 nel 2023?

Tenendo conto di quanto fin qui detto, gli esperti della banca centrale Usa consigliamo di assumere un atteggiamento prudente. Nella migliore delle ipotesi il rischio è di avere rendimento zero (scenario base con recessione sotto controllo). Nella peggiore delle ipotesi c’è il rischio di bruciarsi con un forte calo dell’indice.

Cosa fare quindi? Ecco quattro consigli sempre validi che Goldman Sachs ribadisce:

  • inserire in portafoglio titoli difensivi a basso rischio nei riguardi dei tassi di riferimento
  • lasciar perdere quei titoli che sulla lunga scadenza non sono redditizi
  • inserire titoli che vantano ampi margini reddituali
  • lasciar perdere i titoli che invece presentano margini vulnerabili e che sono esposti agli indici di spese e consumi.

Seguendo queste 4 linee guida sarà possibile gestire la forte volatilità che, con tutta probabilità, caratterizzerà l’S&P 500 nel 2023.

E se l’S&P 500 nel 2023 tornasse ai massimi?

Si può pensare che nel 2023 l’S&P 500 possa addirittura provare a riagganciare i massimi storici a quota 4800 punti? Attualmente siamo in area 4000 punti. Il target sembra essere lontanissimo eppure non va dimenticato che da ottobre il principale indice Usa ha già recuperato 500 punti. Insomma una bella prova già c’è stata e allora perchè non crederci fino in fondo e vedere l’S&P 500 ai massimi storici nel 2023?

Molto probabilmente tutto dipenderà dall’andamento dell’inflazione e dalla guerra in Ucraina. Se l’inflazione dovesse essere fermata e sul fronte militare ci dovesse essere una tregua, non à da escludere che i mercati Usa possano imboccare la strada del rialzo. tentare un nuovo trend rialzista.

A livello settoriale, se fino ad adesso i protagonisti dei mercati sono stati i titoli value, nel caso in cui il rialzo dei tassi dovesse rallentare, ci potrebbe essere un ritorno dell’appeal anche per i titoli growth e perchè no per i titoli tecnologici che oggi possono essere comprati a buon prezzo (causa il sell-off che li ha travolti da inizio anno).

Anche la cosiddetta deglobalizzazione potrebbe spingere quote importante di capitale migrato in Asia, a tornare in Usa. Ciò sarebbe da sostegno alla borsa americana. Insomma gli argomenti per vedere l’S&P 500 tornare ai record storici nel 2023 non mancano. Staremo a vedere.

Di sicuro nei primi 22 giorni lavorativi del 2023, l’indice S&P 500 ha messo a segno un rialzo del 7,7 per cento. Si è trattato della performance migliore dal 1987.

Andando a ritroso nel tempo, dal 1928 i migliori inizi d’anno dell’indice S&P 500 son stati i seguenti:

  •  Anno 1987: +14.2%
  • Anno 1975: +12.3%
  • Anno 1934: +12%
  • Anno 1976: +11.8%
  • Anno 2023: +7.7%

Ovviamente il fatto che nei primi 22 giorni dell’anno l’S&P 500 abbia segnato un rialzo non significa che l’intero anno sia stato positivo. Senza scendere nel dettaglio, diciamo che, in relazione all’elenco riportato in alto, ci sono stati anni in cui l’S&p 500 ha chiuso in rialzo e anni in cui ha chiuso in rosso (nonostante un primo mese scoppiettante).

Premesso questo negli ultimi 72 anni, l’indice S&P 500 ha fatto i conti con un pattern rialzista chiamato Golden Crossover per ben 36 volte (si tratta di un pattern trading in cui le medie 50 e 200 si incrociano al rialzo). Quella in corso ad inizio 2023 è la 37volta.

Ebbene come si è comportato l’indice S&P 500, nei 12 mesi successivi al golden crossover?

L’indicazione è molto chiara poichè nel 78 per cento dei 36 casi, l’indice S&P 500 è salito nei 12 mesi successivi con una progressione media del 12,7 per cento.

Lasciando l’analisi tecnica e spostandoci all’umore degli investitori, possiamo evidenziare come il sentimento rialzista ossia le aspettative di rialzo delle azioni nei prossimi sei mesi, abbia messo a segno un aumento dell’1,5 per cento, arrivando al 29,9 per cento. Questo è il livello di ottimismo più alto dal 17 novembre 2022.

Nonostante questa progressione però il sentiment rialzista resta sotto la sua media storica del 37,5 per cento. Viceversa il sentiment ribassista, ovvero le attese di un calo dei prezzi delle azioni nei prossimi sei mesi, ha messo a segno un calo di 2,1 punti percentuali al 34,6 per cento.

Tirando le somme, è la prima volta dal gennaio 2022 che il pessimismo degli investitori resta sotto al 4 per cento per quattro settimane consecutive. Nonostante questo, però, il sentiment ribassista resta superiore alla sua media storica del 31 per cento.

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S&P 500 previsioni 2023: le opinioni di altre 4 banche d’affari Usa

Ad occuparsi delle previsioni 2023 dell’S&P 500 non sono stati solo gli analisti di Goldman Sachs. Il tema, molto sentito dagli investitori, è stato al centro di report redatti da altre 4 importanti banche d’affari americane. Per completezza crediamo sia giusto riportare anche quello che è il loro punto di vista:

  • Previsioni Morgan Stanley: il consensus vede un utile per azione (EPS) dell’S&P 500 pari a circa 220 dollari per il 2022 e a 230 dollari per il 2023. Se così dovesse essere ci sarebbe una crescita su base annua. Tuttavia questo scenario non tiene minimamente conto del fatto che molte società Usa potrebbero fare i conti con un calo dei volumi e a una perdita di potere di determinazione dei prezzi,. La previsione di Morgan Stanley sull’andamento dell’S&P 500 nel 2023 punta su un ribasso del 15/20 per cento nella prima parte dell’anno e su una ripresa nel secondo semestre. Praticamente a fine 2023 l’S&P 500 dovrebbe essere sugli stessi livelli attuali. Il dinamismo, però, crea spazi per fare trading attraverso i CFD (qui il sito ufficiale eToro)
  • Previsioni JP Morgan: la banca d’affari Usa ritiene che la volatilità del mercato sia destinata a restare alta con una serie di ribassi nelle azioni. Nel primo trimestre 2023, l’S&p 500 potrebbe tornare a testare i minimi raggiunti nel corso del 2022. Il nuovo sell-off unito alla disinflazione, l’aumento della disoccupazione e all’ulteriore peggioramento del sentiment aziendale, dovrebbe spingere la FED a cambiare rotta nella politica monetaria e questo ridarebbe slancio all’S&P 500.
  • Previsioni Citi: rischio recessione in primo piano nel 2023 con possibilità che l’evento possa essere anche duro. Secondo Citi Il PE dell’S&P 500 ha già subito una contrazione al livello di post-bolla tecnologica. Ciò significa che l’impatto della contrazione dei multipli innescata dall’aumento dei tassi da parte della FED potrebbe essere alle spalle. Se così dovesse essere, il risultato degli utili delle grandi dell’S&p 500 diverrebbe un fattore potentissimo.
  • Previsioni BofA: Bank of America è ribassista sugli asset di rischio nel primo semestre 2023 ma non esclude di diventare rialzista sul secondo. Tutto dipenderà dall’andamento dell’inflazione. Ad ogni modo le prospettive su tutto l’anno sono meno ribassiste di quelle del 2022.

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