Le valutazioni dell’intelligenza artificiale fanno paura e mandano in rosso la Borsa USA
Wall Street ha registrato un brusco dietrofront che sta già contagiando anche i mercati asiatici. Dopo una stagione di utili stellari per i colossi dell’intelligenza artificiale, torna l’incubo delle valutazioni eccessive. Gli investitori iniziano a chiedersi se il rally tech non sia ormai troppo tirato, mentre sullo sfondo pesa anche il 35esimo giorno di shutdown del governo USA, un record storico che mette pressione sulla liquidità e sulla fiducia dei mercati. Il Nasdaq ha guidato la correzione con un calo di oltre il 2%, seguito dall’S&P 500 intorno all’1,2%, mentre il Dow Jones limita le perdite. I colossi tecnologici mostrano crepe evidenti: Palantir crolla dell’8% nonostante conti brillanti e dubbi sul suo price/earning, Nvidia arretra del 4%, Tesla affonda oltre il 5% in attesa del voto dei soci sul maxi bonus di Elon Musk e AMD scivola di quasi il 4%. Unico segno verde tra i big è Apple, timidamente positiva. Le metriche di mercato confermano un clima tirato: l’S&P 500 tratta a 23 volte gli utili futuri contro una media quinquennale di 20, mentre il Nasdaq 100 viaggia su multipli da bolla a 28 volte, lontanissimi dai valori 2022.
I ceo di Wall Street avvertono: si rischia una correzione del 10-15%
Le voci più autorevoli della finanza USA iniziano a parlare apertamente di correzione imminente. Mike Gitlin, numero uno di Capital Group, sostiene che il problema non siano i fondamentali delle aziende, ma valutazioni fuori scala. Stessa linea per i vertici di Morgan Stanley e Goldman Sachs, che definiscono un calo del mercato del 10-15% nei prossimi mesi “sano e fisiologico”. Secondo loro, nel 2026 assisteremo a una selezione naturale tra i titoli: i migliori continueranno a correre, quelli più fragili resteranno indietro. Dopo anni di denaro facile e rally tech alimentato dall’AI, si profila una fase di realismo sui profitti futuri e sui flussi di cassa.
Michael “Big Short” Burry scommette contro Nvidia e Palantir
Il vento di panico sulla bolla tecnologica si è trasformato ieri in tempesta con l’intervento di Michael Burry, il celebre investitore che anticipò il crollo dei subprime nel 2008. Il suo hedge fund, Scion Asset Management, ha rivelato di aver aperto posizioni put per oltre 1 miliardo di dollari contro Nvidia e Palantir, puntando su un brusco ribasso dei due campioni dell’AI. Burry ha paragonato la corsa attuale all’epoca delle dot-com, sottolineando la crescita vertiginosa degli investimenti in infrastrutture tecnologiche come segnale di eccesso ciclico. Palantir, attraverso il suo ceo Alex Karp, risponde piccato: definisce “folle” l’idea di shortare le aziende che secondo lui “fanno tutti i soldi nel nuovo paradigma tecnologico”. Ma il messaggio è chiaro: quando il profeta del crash alza la bandiera rossa, i mercati ascoltano.
Bitcoin scivola sotto 100mila, oro ballerino e dollaro forte
Il sell-off tech ha avuto un’eco immediata anche sul mercato crypto. Bitcoin è sceso momentaneamente sotto i 100mila dollari, minimi da giugno, complice la riduzione di liquidità legata allo shutdown. Anche l’oro ha ceduto quasi il 2%, salvo recuperare stamattina e puntare di nuovo verso quota 4.000 dollari l’oncia, mentre il dollaro continua a rafforzarsi per il quinto giorno consecutivo. È il classico movimento da nervosismo di mercato: fuga dai rischi, ricerca di sicurezza. Ma con tassi alti, incertezze politiche e valutazioni AI tiratissime, la tempesta perfetta potrebbe non essere finita.
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