Uso del Mes, M5s vota contro insieme a Lega e FdI ma il Parlamento Ue si esprime a favore

Si sapeva già, ma ora ogni dubbio residuo sembra essere stato fugato: il Movimento 5 Stelle vota contro il Mes, ed è qui che la maggioranza inevitabilmente si spacca. Per ora il banco di prova è stato il Parlamento Europeo, ma prima o poi, presumibilmente a settembre, a pronunciarsi dovrà essere quello italiano.

La crisi di governo è nell’aria da tempo, e potrebbe essere proprio il Mes a far cadere l’attuale maggioranza, che con ogni probabilità verrà rimpiazzata da un governo tecnico, magari a guida Mario Draghi o Vittorio Colao.

Ma cosa sta succedendo esattamente? Il Movimento 5 Stelle sembra confermare la propria posizione contraria al Mes (Meccanismo Europeo di Stabilità) mettendo in difficoltà il resto della maggioranza, vale a dire il Partito Democratico e Italia Viva, che con l’appoggio esterno di Forza Italia si presentano come convinti sostenitori della necessità che l’Italia ricorra al cosiddetto fondo salva-Stati.

Un Mes che nel frattempo ha subito una specie di restyling, gli è stato assegnato un nuovo nome, Pandemic Crisis Support, e una nuova veste che lo rendano più presentabile per l’occasione. In sostanza però le differenze tra il nuovo Mes e quello che abbiamo imparato a conoscere, sono veramente poche, ed insieme al Recovery Fund rappresenta l’ennesimo strumento attraverso il quale lo Stato cede sovranità a vantaggio di forze private sovrannazionali.

Il Movimento 5 Stelle vota contro il Mes in Parlamento Ue

A pochi giorni dal raggiungimento del tanto sofferto accordo sul Recovery Fund, il governo guidato da Giuseppe Conte si trova già alle prese con un nuovo ostacolo, l’ostinatezza del Movimento 5 Stelle nell’opporsi all’approvazione dell’uso del Mes nell’ambito della crisi economica legata all’emergenza coronavirus.

L’occasione per “dire no” si è palesata nel momento in cui il gruppo degli europarlamentari della Lega ha presentato un emendamento con il quale si chiedeva in sostanza di non adottare il Mes “a sostegno dell’economia continentale colpita dall’ondata del Covid-19”, leggiamo su Il Giornale.

Solo che il Mes, così come è stato adattato all’attuale emergenza, si può usare solo per rafforzare la sanità, e non per il rilancio del Paese, ma questo all’occorrenza viene omesso o accidentalmente dimenticato.

Ma torniamo alla votazione dell’emendamento presentato dalla Lega, che fa parte del gruppo Identità e Democrazia, il quale lo ha approvato in toto naturalmente, insieme peraltro al Raggruppamento Nazionale di Marine Le Pen e ad Alternativa per la Germania.

Quando è arrivato il momento di esprimersi, ad appoggiare l’emendamento contro l’uso del Mes presentato dalla Lega, sono stati anche gli europarlamentari di Fratelli d’Italia insieme con quelli del Movimento 5 Stelle, che quindi hanno votato insieme alle opposizioni contro il fondo salva-Stati.

I 5 Stelle quindi hanno preso ufficialmente le distanze dalle posizioni di Pd e Iv, ma non è bastato. L’emendamento contro il Mes non è passato avendo ricevuto in tutto 560 voti contrari, tra i quali troviamo quelli degli altri partiti di maggioranza, e quelli di Forza Italia e Azione.

Berlusconi: “sì al Mes non significa voto di fiducia”

Non si mostra intenzionato a sostenere il governo di Giuseppe Conte, il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, nonostante abbia espresso una opinione apertamente favorevole all’uso del Mes.

Il sì però non è “un voto di fiducia” spiega infatti l’ex premier, che poi spiega: “è necessario rispondere a un’altra domanda: il governo che uso intende fare di quei 25 miliardi? Scostamento di bilancio significa nuovo debito, che noi stessi, o le generazioni dopo la nostra, dovranno pagare. Non si può certo farlo a cuor leggero”.

Il sì al Mes arriverà perché secondo il leader forzista non si può proprio fare altrimenti. “Le risorse tuttavia ci vogliono perché il Paese è allo stremo, ma vanno impiegate in un progetto convincente di salvaguardia delle attività economiche nelle regole di mercato” spiega l’ex presidente del Consiglio al Corriere della Sera.

Solo che il Mes potrà essere usato solo per potenziare la sanità, questo ormai è chiaro a tutti. Quella sanità che per anni ha subito tagli su tagli, necessari per rientrare nei target di spesa imposti da Bruxelles. E ora da Bruxelles attraverso il Mes arrivano – sotto forma di prestito e quindi da restituire con gli interessi – soldi che dovremo spendere proprio per la sanità.

Il “progetto convincente di salvaguardia delle attività economiche nelle regole di mercato” di cui parla Silvio Berlusconi semplicemente non rientra tra le possibili destinazioni d’uso dei fondi del Mes, perché quei soldi potranno essere usati solo per la sanità appunto.

Che Berlusconi effettivamente sappia oppure no cosa prevede e cosa implica l’uso del Mes non fa differenza, lui voterà a favore, appoggiando l’opposizione rappresentata da Pd e Italia Viva. “Certamente sì” dice “anzi chiedo al presidente Conte di portare la questione a una determinazione parlamentare al più presto possibile. Ma il voto sul Mes è soltanto un voto sul Mes, non un voto di fiducia al Governo né l’atto di nascita di una maggioranza diversa”.

“C’è una convergenza di vedute su un argomento specifico, e solo su questo, con parte della maggioranza e una divergenza con Lega e Cinque Stelle. Non ha alcun significato politico nazionale, questo deve essere chiaro” tiene a precisare Berlusconi, che alcuni vedrebbero pronto ad una alleanza con Italia Viva in un progetto che dovrebbe permettere a Renzi di superare la soglia di sbarramento del 5% che potrebbe essere imposta con la nuova legge elettorale sul modello tedesco.

Berlusconi: “contrario a proroga stato di emergenza”

Da Berlusconi arriva però il no alla proroga dello stato di emergenza che il premier Conte sembra fermamente intenzionato a chiedere in Parlamento nei prossimi giorni. “Stiamo lavorando per presentare in Parlamento con gli altri partiti del centrodestra una risoluzione congiunta per chiedere al governo di non prorogare lo stato di emergenza” ha spiegato Berlusconi.

Circa lo stato di emergenza ha poi spiegato che “al momento non ci sono fondate ragioni per farlo, e proseguire per questa strada significherebbe pregiudicare i consumi interni e continuare a trasmettere all’estero l’immagine di un Paese ‘in emergenza’. Tutto ciò comporterebbe gravi danni alla nostra economia. Certo il Covid-19 è un’emergenza sanitaria tutt’altro che conclusa nel mondo e purtroppo il rischio di una seconda ondata di contagi non è affatto da escludere”.

Niente appoggio sullo stato di emergenza quindi da parte di Forza Italia, con Berlusconi che si dichiara apertamente “contrario alla proroga dello stato di emergenza” e in più fa un pronostico sul futuro dell’esecutivo: “non credo che il governo Conte arriverà al 2023 e certamente non con il nostro consenso”.

E poi aggiunge: “noi del resto siamo responsabili verso la nazione, verso le istituzioni, non certo verso il governo. Il termine opposizione responsabile è spesso equivocato: non significa opposizione più morbida, ma significa mettere l’interesse del Paese prima delle tattiche politiche”.

Enrico Mentana parla del Mes ma senza sapere cosa sia

Non è passato inosservato il fatto che nei giorni scorsi Enrico Mentana nel parlare del Mes (Meccanismo Europeo di Stabilità) ha fornito delle informazioni totalmente errate. Per Mentana il Mes consiste di denaro che viene elargito a fondo perduto, un affarone insomma.

Fare informazione è già difficile di per sé, ma farla senza essere informati effettivamente è impossibile. Chiaramente questo vale se uno aspira a fare il proprio lavoro in maniera seria, diversamente tutto diventa molto più semplice, e allora va bene anche dire: “il Mes darebbe 36/37 miliardi subito e a fondo perduto per le spese sanitarie dirette e indirette”.

Ebbene i soldi che arriveranno con il Mes, qualora alla fine il governo italiano dovesse decidere di ricorrervi, non sono affatto a fondo perduto, checché ne dica Enrico Mentana, che peraltro è il fondatore di un giornale che si prefigge lo scopo di combattere le fake news.

Insomma secondo Mentana, uno dei ‘professionisti dell’informazione’, la maggioranza e il Paese si spaccano sull’uso del Mes quando poi si tratta di soldi che verrebbero dati a fondo perduto.

Renzi sul fondo salva-Stati “a imporre il Mes sarà la realtà”

Anche Matteo Renzi, che al momento rappresenta sì e no il 3 per cento degli Italiani, si è pronunciato favorevole al Mes. Uno dei leader politici più in vista del momento, che però al contempo è anche quello con il più basso livello di credibilità e tra i leader con il minor seguito stando ai sondaggi, ha tenuto ad esprimere la propria posizione in merito alla possibilità che l’Italia ricorra al Mes.

“Io penso che non saranno Zingaretti o Renzi a imporre il Mes, lo farà la realtà. In autunno la crisi sarà tale che i soldi del Salvastati s’imporranno da soli” ha dichiarato il leader di Italia Viva “del resto se lei ha un mutuo di 30 anni, da 1.000 euro al mese, e glie ne offrono uno da 15 anni a 500 euro, rifiuterebbe?”.

È in questi termini che si esprime Renzi sul Mes parlando con Repubblica, ignorando il fatto che la crisi economica che in autunno travolgerà imprese, lavoratori e famiglie italiane, poco ha a che fare con i soldi del Mes che invece potranno essere destinati solo alla sanità.

“Iniziamo a spendere bene i soldi già stanziati. E poi serve il Mes, che ha vincoli inferiori al Recovery Fund e che è frenato da obiezioni ideologiche” ha poi aggiunto Matteo Renzi.

Gentiloni: “le erogazioni del mes inizieranno nella seconda parte del 2021”

A proposito del Meccanismo Europeo di Stabilità, l’attuale commissario agli Affari economici ed ex premier, Paolo Gentiloni, ha ricordato che i fondi non saranno subito disponibili. “Le erogazioni del Rcovery inizieranno nella seconda parte del 2021 ad eccezione di un 10% che verrà anticipato con l’approvazione del Piano” ha affermato Gentiloni.

Nel corso dell’intervista rilasciata a Repubblica, il Commissario europeo ha anche spiegato che “c’è una terza sfida decisiva, anche se successiva: dovremo essere in grado di approvare nuove risorse proprie dell’Unione, come la digital tax e la tassa sulle emissioni di Co2, per rimborsare il debito comune tra il 2026 e il 2056. In caso contrario, i singoli Paesi si ritroveranno a dover restituire il soldi perché l’Europa non è stata capace di rimborsare il debito comune”.

Anche secondo Paolo Gentiloni ricorrere al Mes nell’ambito della crisi economica innescata dalle misure restrittive imposte durante il lockdown conviene. “Se c’è un Paese in Europa che può trarre vantaggio da questi prestiti è l’Italia e all’interno di questo pacchetto uno strumento è già disponibile, ovvero il Mes. Abbiamo eliminato dalle sue linee di credito le vecchie condizionalità macroeconomiche e ora è chiaramente vantaggioso per un Paese con i tassi di interesse come quelli italiani”.

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