
A margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York, il premier cinese Li Qiang e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen hanno rinnovato l’impegno per una maggiore cooperazione tra Cina ed Unione Europea, in un momento segnato dalle frizioni commerciali e dalle politiche protezionistiche adottate negli ultimi anni dagli Stati Uniti sotto la presidenza di Donald Trump.
Dialogo commerciale tra Pechino e Bruxelles
Von der Leyen, in un messaggio pubblicato sul proprio account X, ha sottolineato di aver discusso con Li Qiang dei principali nodi commerciali, apprezzando la disponibilità di Pechino a lavorare in un clima di comprensione reciproca. Tuttavia, la leader europea ha ricordato come restino irrisolti i timori dell’Europa su sovraccapacità industriale, accesso al mercato e controlli alle esportazioni, questioni che hanno alimentato tensioni negli ultimi due anni.
Dal 2023 infatti, dopo l’apertura dell’indagine europea sugli incentivi statali cinesi per i veicoli elettrici, le relazioni hanno rischiato di sfociare in una vera e propria guerra commerciale. Pechino, in risposta, aveva avviato contromisure su prodotti europei come brandy, latticini e carne di maiale, complicando ulteriormente i rapporti.
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Un contesto globale complesso
Il quadro si inserisce nelle conseguenze della politica commerciale restrittiva di Trump, che ha colpito sia le esportazioni europee sia quelle cinesi. Proprio questo scenario ha spinto Pechino e Bruxelles a cercare un terreno comune, per preservare il flusso di commercio e investimenti.
Il ministero degli Esteri cinese ha ribadito la volontà di mantenere solide relazioni diplomatiche con l’Europa, auspicando che l’UE resti fedele al principio di apertura economica. Nel comunicato ufficiale si sottolinea inoltre come Cina e Unione Europea, in quanto due poli globali di rilievo, abbiano la responsabilità di preservare indipendenza strategica e stabilità internazionale.
Le difficoltà interne all’Unione Europea
La Commissione europea, che ha la competenza sulla politica commerciale, non ha trovato finora un consenso uniforme tra i Ventisette. Lo scorso ottobre, ad esempio, la proposta di introdurre dazi contro le auto elettriche cinesi aveva spaccato gli Stati membri: dieci favorevoli, dodici astenuti e cinque contrari, tra cui la Germania, cuore dell’industria automobilistica europea.
La Cina e il ruolo nella crisi ucraina
Oltre alla questione commerciale, i colloqui hanno toccato anche il tema della guerra in Ucraina. Secondo diversi osservatori, Pechino riveste un ruolo sempre più importante nella strategia europea: l’influenza di Xi Jinping su Vladimir Putin e il sostegno economico garantito alla Russia sono visti come fattori potenzialmente decisivi per avviare un percorso diplomatico credibile.
Von der Leyen ha dichiarato di aver chiesto alla Cina di sfruttare la propria influenza per favorire una de-escalation, ponendo fine alle violenze e riportando Mosca al tavolo dei negoziati. Dal canto suo, la dichiarazione ufficiale cinese non ha fatto alcun riferimento al conflitto, mantenendo un tono neutrale.
Prospettive future
Il messaggio finale della presidente della Commissione europea è stato chiaro: “Questo è il momento della diplomazia. Servirebbe un segnale forte per il mondo”. Le parole di von der Leyen e l’apertura di Pechino lasciano intravedere un possibile riavvicinamento tra Cina ed Europa, nonostante le tensioni commerciali restino elevate e le incognite geopolitiche legate alla guerra in Ucraina continuino a pesare sugli equilibri internazionali.
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