L’economia statunitense entrerà o no in recessione? A cercare di fornire una risposta puntuale a un quesito non certo “raro” è Martin Arnold, economista di Schroders, che ha diramato una interessante nota nella quale analizza il mercato obbligazionario e quello del lavoro per comprendere se questi mostrano o no i segnali di una potenziale recessione negli Usa nel 2020.

Vediamoli brevemente insieme.

Titoli di Stato

Il mercato obbligazionario è generalmente una spia di interesse per poter cercare di prevedere recessioni per l’economia Usa. Con la sola eccezione del 1966, infatti, ogni volta che la curva dei rendimenti Usa (ovvero, la linea che monitora i livelli dei tassi di interesse dei titoli di Stato a diverse scadenze) si è invertita, gli Stati Uniti sono entrati in recessione entro i successivi 18 mesi.

In un’economia “normale”, la curva dovrebbe essere inclinata verso l’alto: prendere soldi a lunga scadenza dovrebbe costare di più che prendere soldi a breve scadenza. Nel caso Usa, invece, la curva dei rendimenti è invertita, con i Titoli Usa a 10 anni che rendono meno rispetto ai Treasury a 3 mesi.

Bond societari

Anche se la curva dei rendimenti sembra favorire l’emersione di una recensione, non tutto è perduto. Per esempio, secondo il modello Excess Bond Premium della NY Fed, che ha lo scopo di misurare il sentiment degli investitori nel mercato dei bond societari, al momento le probabilità di assistere a una recessione negli Usa sono al 10%.

Occupazione

Un’altra buona notizia per l’economia Usa arriva tradizionalmente dal mercato del lavoro, che rimane un’area di forza per gli Stati Uniti. Tuttavia, il momentum per il mercato del lavoro sembra stia perdendo vigore, dato che il tasso di crescita dei posti di lavoro è in rallentamento. Se tale tendenza dovesse continuare, è probabile che assisteremo a un periodo di rallentamento economico (o addirittura di recessione) nel breve termine.

Come investire

Sebbene vi siano segnali chiari che indicano un rallentamento dell’economia, la recessione non è comunque necessariamente in arrivo. Di fatti, occorrerà ad esempio comprendere come agirà la Banca centrale, o ancora come gli investitori si porranno dinanzi ai mercati azionari, tendenzialmente sensibili al ciclo economico.

Secondo le previsioni di Schroders, inoltre, i margini di profitto negli Usa verranno spinti al ribasso dalla crescita dei salari e dal calo di domanda. “Se il rallentamento economico prenderà il via, le società probabilmente ridurranno le spese e il numero di dipendenti. In tale scenario, gli investitori potrebbero voler adottare un approccio cauto – dichiara l’economista – Anche i prezzi sui mercati obbligazionari sono a livelli relativamente alti. È possibile che tale situazione cambi nel breve termine, anche se i bond tendono a performare meglio delle azioni in periodi di recessione. La curva dei rendimenti tende a tornare a una inclinazione più normale, verso l’alto, abbastanza velocemente. Ciò significa che i rendimenti dei bond a più lunga scadenza aumentano e quelli a più breve durata scendono, dato che i ritorni si muovono in modo inverso rispetto ai prezzi”.

Per quanto infine riguarda la durata media delle inversioni della curva Usa, la tempistica è pari a circa 9 mesi, indicando così che la curva dei rendimenti potrebbe tornare ad essere inclinata positivamente verso la fine del primo trimestre del 2020…

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