La Federal Reserve ha aperto le porte a un quantitative easing illimitato che non ha precedenti nella storia della banca federale statunitense. Un QE che non ha soglie massime nell’ammontare degli acquisti, e che risulta essere necessario per poter sostenere il regolare funzionamento del mercato.
Si noti , peraltro, che nella sua nuova versione, il QE della Fed permetterà alla banca di poter acquistare obbligazioni direttamente dalle società americane dotate di un rating IG (investment grade), e che sarà possibile acquistare ETF che tracciano indici su obbligazioni secondarie, con un’altra novità assoluta per l’istituto centrale statunitense.
Per quanto concerne le obbligazioni, la Federal Reserve ha annunciato che ora potrà acquistare da qualsiasi emittente idoneo un importo pari al massimo del 10% delle obbligazioni massime dell’emittente in circolazione, con lo scopo di supportare le esigenze finanziarie delle compagnie che, in questo momento, si trovano ad affrontare flussi di cassa evidentemente molto più contenuti.
Il passo compiuto dalla Fed potrebbe dunque rassicurare il mercato obbligazionario, cercando di evitare che il comparto degli ETF possa essere sconvolto da immediati deflussi.
Non tutti sembrano però essere concordi con questa mossa da parte della Federal Reserve. Da Dave Nadig, chief investment officer e direttore della ricerca di ETF Flows, ad esempio, è arrivata una dura critica, sostenendo che gli acquisti deliberati dalla Fed non saranno di aiuto per le sfide che gli ETF obbligazionari devono affrontare in questo momento.
Di contro, esistono numerosi osservatori che invece si ritengono particolarmente soddisfatti delle mosse compiute dalla Fed per poter alleviare i fastidi in atto sui mercati finanziari. Un cambio di strategia evidente, da parte dell’istituto di Jerome Powell, dopo un decennio di liquidità abbondante sul mercato, che ha indotto molti investitori a puntare su asset a rischio.
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