Obbligazioni, rendimenti record (ma forse non durerà): ecco come e dove investire

La ricerca dei rendimenti potrebbe essere sempre più difficile per gli investitori, in un contesto in cui i rendimenti dei titoli di Stato verranno compressi verso il basso a causa degli stimoli monetari e fiscali adottati in tutto il mondo, e in un clima di continuo taglio ai dividendi azionari in conseguenza della flessione degli utili aziendali o dei requisiti necessari per poter ottenere gli incentivi sui prestiti statali.

Dunque, la soluzione – almeno per il momento – potrebbe essere quella di rifugiarsi negli obbligazionari. Ne ha recentemente parlato una nota a cura di Patrick Vogel, Head of Credit Europe e Julien Houdain, Deputy Head of Credit Europe, di Schroders.

Le obbligazioni rendono più di titoli di Stato e azioni

Il primo tassello che occorre incastonare nel proprio personale mosaico strategico è il fatto che i rendimenti dei titoli di Stato e dell’azionario sono sicuramente inferiori rispetto a quelli dei mercati creditizi: l’investment grade globale ha un rendimento del 2,8% rispetto allo 0,4% dei titoli di Stato, al 2,7% dell’Euro Stoxx 500 e al 2% dell’S&P 500, mentre l’high yield globale mostra ritorni superiori all’8%.

Si tratta di un gap notevole (soprattutto nel comparto HY, come intuibile), che potrebbe ampliarsi ulteriormente, considerato che i future sui dividendi negli Usa e in Europa al momento prevedono un calo dei dividendi compreso tra il 25% e il 50%.

Insomma, con una simile situazione di differenziale è intuibile che gli investitori tenderanno a concentrarsi sempre più sui mercati del credito. Ma questa situazione così favorevole per le obbligazioni quanto durerà?

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Normalizzazione dei parametri entro la fine del 2020

In realtà, il forte rialzo degli spread degli ultimi 2 mesi, senza precedenti, è sintomo del fatto che i mercati stanno prezzando una recessione severa, ma – comunque – lo stanno facendo in maniera insostenibile.

Secondo l’analista è dunque probabile che nel brevissimo si possa assistere a ulteriore stress, e quindi potremmo ulteriori crolli o rialzi negli spread, con tali livelli record che dureranno non più di due trimestri prima di normalizzarsi.

I default aumenteranno, attenzione alla selezione dei titoli

In questo scenario è anche bene rammentare – prosegue l’analista – che anche se le prospettive per i rendimenti sono evidentemente attraenti, è molto probabile che i default aumenteranno a causa dei livelli di stress sui mercati.

I fallimenti sono per esempio già aumentati (e in parte è per questo motivo che i rendimenti sono saliti così tanto), ma… attenzione a non cedere agli eccessivi allarmismi. La nota di Schroders ricorda infatti come la media storica dei default su cinque anni è di 0,9% per l’investment grade globale (mentre attualmente si sta prezzando, nell’IG Usa, un tasso di default dell’8,7%), mentre per il mercato high yield la media storica è del 14,6% (mentre oggi si sta prezzando il 37%).

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Dove investire in obbligazioni

Sebbene in un contesto evidentemente molto complesso, da questa grave crisi emergeranno alcuni vincitori. Quali?

La nota di Schroders ricorda come i negozi di vendita al dettaglio (minimarket & co.) stanno vedendo un aumento della domanda favorito dl atto che le misure di distanziamento sociale hanno impedito alle persone di spostarsi per fare acquisti o andare nei ristoranti.

Un altro settore che sembra aver “beneficiato” di tale situazione è quello dei servizi di telecomunicazione. È infatti cresciuto il numero di persone che lavora da casa e, più in generale, la fruizione di tali servizi per famiglie e aziende. Se a ciò aggiungiamo il fatto che è improbabile che molte persone scelgano di cambiare fornitore proprio adesso, e che dunque possiamo ben ipotizzare che la spesa in marketing da parte dei provider sia calata, ne deduciamo un buon segnale per le aziende del comparto.

Conclusioni

Insomma, come in ogni contesto di crisi, anche in questo scenario le opportunità per ottenere buoni rendimenti non mancheranno. Tuttavia, gli spread creditizi non rimarranno così alti ancora a lungo e, dunque, l’impressione è che la finestra per poter sfruttare tali gap non rimarrà aperta per molto tempo.

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