Le economie mondiali non si riprenderanno presto dalla crisi (Amundi AM)

Secondo quanto hanno recentemente affermato gli analisti di Amundi Asset Management, le economie in tutto il mondo potrebbero essere ancora lontane da una ripresa ai livelli pre-pandemici, anche se il peggio dello shock economico sembra essere finito. “A nostro avviso, la performance economica progredirà lungo un processo di recupero graduale e in salita. Nello scenario centrale, ciò si traduce in livelli pre-Covid-19 non raggiunti prima di diversi trimestri, in media, da ora in poi“, hanno poi scritto gli analisti in una nota.

Insomma, secondo la società di asset management il peggio dovrebbe essere alle spalle, ma le economie non saranno in grado di uscire da questa situazione di difficoltà rapidamente.

Amundi ha declassato le sue previsioni economiche per il 2020 e ora si aspetta una contrazione del Pil globale tra il 3,5% e il 4,7% rispetto alla precedente proiezione di un calo tra il 2,9% e il 4,2%. Di conseguenza, le previsioni di crescita del PIL per il prossimo anno sono state leggermente riviste al rialzo tra il 4,4% e il 5,7%, dal 4,1% al 5,1%.

Amundi riepiloga dunque che dopo il robusto rimbalzo post-lockdown delle attività economiche, il ritmo della ripresa sembra essere ragionevolmente rallentato e stabilizzato tra la fine del mese di luglio e quella di agosto. Ancora, gli analisti hanno sottolineato come dopo le perdite registrate nella prima metà dell’anno, la ripresa del terzo trimestre non sembra essere sufficiente a riportare la maggior parte delle economie ai livelli pre-crisi in tempi brevi.

Gli stessi esperti hanno però evidenziato l’eccezione della Cina, che secondo loro “raggiungerà probabilmente il livello di crescita di fine 2019 entro la fine del 2020”.

Proprio la Cina è stato il Paese di origine del nuovo coronavirus, e quello che ha adottato per prima misure molto decise per poter prevenire la diffusione della malattia. Anche per questo motivo il Paese asiatico potrebbe essere il primo a tornare su livelli ante-crisi, mentre altrove i dati sul prodotto interno lordo del secondo trimestre hanno mostrato i gravissimi impatti della pandemia da Covid-19: mercoledì scorso, ad esempio, l’Australia ha annunciato ufficialmente di essere entrata in recessione. Altre grandi economie hanno visto cali molto pesanti, con l’economia statunitense che ha ad esempio registrato una contrazione record del 32,9% nel secondo trimestre, mentre il PIL del Regno Unito è sceso del 20,4% nel secondo trimestre.

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