Criptovalute, il 2018 sarà l’anno degli investimenti “istituzionali”

Gli investitori istituzionali? Stando a una crescente schiera di analisti, dovrebbero essere coloro che più di altri punteranno sulle criptovalute nel corso del 2018. Di fatti, a differenza del mercato azionario, che oramai è in procinto di garantire una corsa quasi continuativa negli ultimi otto anni, grazie, in parte, agli investitori istituzionali, il mercato delle criptovalute è stato finora dominato dai singoli investitori. Ma qualcosa potrebbe cambiare.

Per il momento, stando ai dati forniti da alcuni dei più grandi operatori del settore, come Binance e Kraken, la crescita dei “nuovi” investitori sarebbe stata “travolgente”. Talmente travolgente che è capitato che alcuni exchange di riferimento come Binance, Bitfinex e CEX.io abbiano temporaneamente interrotto le registrazioni di nuovi account in maniera tale da avere la possibilità di aggiornare la propria tecnologia e preparare così al meglio le loro piattaforme per le nuove sfide.

Lo stesso, peraltro, sta avvenendo anche sul fronte dei tanto attesi contratti future negoziabili sui mercati regolamentati e denominati in Bitcoin. Stando a un recente articolo del Wall Street Journal, gli ultimi mostrano un trading quasi nullo nei futures Bitcoin su CBOE da parte di banche e gestori patrimoniali, mentre è particolarmente dinamico quello degli investitori retail.

Criptovalute: bolla speculativa o trend che durerà?

Allo stato attuale delle cose, è ben difficile cercare di capire in che modo si evolverà il mercato delle criptovalute. Vi sono infatti infinite speculazioni sulla formazione di una “criptobolla” pronta ad esplodere: ogni volta che i prezzi iniziano a cambiare in maniera più vorticosa del solito, o il mercato – già di per sé extra volatile – oscilla più di quanto stimabile, un largo numero di esperti si dice pronto a dichiarare che la bolla speculativa sia oramai in procinto di scoppiare, e che la feste delle criptovalute sia praticamente finita. Ma è così? In realtà, niente suggerisce che il buon momento delle criptovalute sia terminando. Anzi, molti altri elementi ci dicono esattamente il contrario.

Tra gli elementi che sembrano suggerire che l’evoluzione delle criptovalute è ben lungi dall’esaurirsi c’è sicuramente il notare come il denaro degli investitori istituzionale stia per arrivare, e che quando questa situazione si verificherà nel concreto, i valori della valuta digitale riceveranno un notevole impulso.

Non è un caso che persino l’amministratore delegato di JP Morgan Chase, estremamente cripto-scettico, Jamie Dimon, abbia recentemente espresso il proprio rammarico per aver descritto Bitcoin come una frode. In un’intervista con Fox Business, Dimon ha riconosciuto che “la blockchain è una tecnologia reale“, e che le criptovalute potrebbero prima o poi essere giudicate come equivalenti alle valute tradizionali come dollari e yen.

Si noti, comunque, come il dietro front di Dimon sia giunto nel momento in cui CNBC ha riferito che Ripple, una delle valute alternative più in vista attualmente, dispone di un portafoglio di oltre 100 clienti nel settore bancario “tradizionale”, già sufficientemente fidelizzati per poter utilizzare il suo token XRP. L’11 gennaio MoneyGram ha inoltre annunciato di aver firmato per poter testare il token XRP di Ripple come metodo digitale per l’invio di denaro: in quel solo giorno il prezzo di Ripple è aumentato del 25%.

Le opportunità nascenti per gli investimenti istituzionali

Considerato che sono sempre di più i casi di utilizzo coerente della blockchain, è possibile attendersi un aumento degli investimenti istituzionali nei mercati delle criptovalute. E, si intende, non sarebbe affatto una sorpresa.

Nel mese di ottobre 2017, ad esempio, il Wall Street Journal riferiva come il big degli investimenti Goldman Sachs stesse valutando l’opportunità di offrire un prodotto di investimento correlato a Bitcoin, quale “risposta all’interesse dei clienti per le valute digitali”.

I contratti future

Al momento, i contratti future su Bitcoin quotati nelle borse di Chicago gestite da CME Group e CBOE Group, sembrano già poter rappresentare una interessante opportunità di crescita per gli investimenti istituzionali. E potrebbero rappresentare una possibilità ancora più interessante per il prossimo futuro: se già nel 2017, secondo le stime di Morgan Stanley, gli hedge fund hanno investito oltre $ 2 miliardi in attività legate alla crittografia, nei prossimi mesi il numero potrebbe crescere a dismisura.

Non solo: mentre le valute digitali continuano a guadagnare visibilità, è possibile che i timori degli investitori svaniscano gradualmente. La tecnologia alla base di tali asset sta infatti rapidamente migliorando e molte delle stesse caratteristiche che attualmente caratterizzano i tradizionali mercati di investimento sono sempre più presenti anche nei cripto-mercati.

Dunque, sebbene il mercato delle criptovalute sia enorme e in fase di forte crescita, è sicuramente ben lontano dal suo pieno potenziale. E, sulla base di quanto sopra, non c’è da stupirsi che il vero fattore trainante della crescita potranno essere gli investimenti istituzionali, stimolati dai singoli investitori che vorranno partecipare ai cripto-mercati mediante piattaforme istituzionali…

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