Giornata di sofferenza per tutte le criptovalute a partire dal Bitcoin che oggi segna un ribasso del 4,5% che significa ritorno sotto la soglia psicologica dei 10000 dollari. Sicuramente non si può parlare di crollo del Bitcoin oggi ma è un dato di fatto che per tutte le criptovalute sia una giornata non certo facile. Le altcoin a maggiore capitalizzazione sono infatti tutte in ribasso con la quotazione Ripple che, in scia al secco comunicato di Coinbase, registra la flessione più sostenuta. A parte il caso specifico di XRP, è evidente che c’è per forza di cose un motivo generale alla base dell’ondata di pessimismo che avvolge tutte le crypto. Non si è infatti in presenza della classica situazione per cui una criptovaluta sale e l’altra scende ma bensì di una situazione caratterizzata da un ribasso generalizzato che parte dal Bitcoin e finesce per coinvolgere tutte le altcoin. 

Il prezzo del Bitcoin oggi è in calo a causa di una serie di indiscrezioni che arrivano, per ora con il contagocce, dalla Corea del Sud. Secondo queste voci, molto discusse nella chat di social trading e sui gruppi Facebook che sono dedicati alle criptovalute, le autorità di Seul starebbero studiando l’introduzione di un ban sulle criptovalute. Il Bitcoin e le altre altcoin corrono quindi il rischio di essere vietate? La realtà è molto più complessa di questa risposta. In pratica il governo nordcoreano avrebbe ordinato, in via ufficiale, ai propri funzionari statali di non possedere ne scambiare criptovalute. Il divieto sarebbero contenuto in un documento che si chiama “Informazioni ai dipendenti pubblici sul possesso e sulle transazioni inerenti criptovalute“. All’interno di questa sorta di foglio d’ordini ci sarebbe scritto: “Al personale del dipartimento è stato richiesto di astenersi dal possesso e dal trading sulle criptovalute, anche in assenza di operazioni di rilievo per il proprio lavoro”. Il documento prevede anche sanzioni nel caso di violazione delle nuove norme. In particolare il documento fa riferimento a sanzioni che scatterebbero nel caso in cui venisse accertata l’esecuzione di operazioni sulle criptovalute in orario di lavoro. 

Da queste informazioni si deduce che un vero e proprio ban sarebbe quindi scattato sulle crypto anche perchè, stando sempre alle voci, pure le operazioni e le attività in criptovalute che non riguardano le funzioni pubbliche, sarebbero state vietate. E’ molto probabile che nei prossimi giorni si potrà sapere qualcosa in più sul divieto che ha colpito le criptovalute in Corea del Sud. Per ora non si può far altro che rilevare la stranezza di un provvedimento che arriva dopo una serie di segnali completamente divergenti che si erano manifestati a febbraio. Appena lo scorso mese, infatti, proprio la notizia dell’intenzione della Corea del Sud di aprire al Bitcoin e alle criptovalute, aveva determinato un rialzo della quotazione BTC. In quella circostanza alcuni analisti avevano addirittura parlato di possibile intenzione della Corea del Sud di diventare polo attrattivo degli scambi digitali. Adesso questa indiscrezione viene seccamente smentita dalle nuove notizie che sono di segno completamente opposto. Il dubbio ai traders resta: ci sarà o no un ban da parte della Corea del Sud sulle criptovalute. Rispondere a questa domanda significa avere elementi per capire quale direzione prenderà la quotazione BTC nei prossimi giorni. 

Quali sono i paesi in cui è vietato il Bitcoin? Scoprilo con la nostra infografica

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