Nuovo bagno di sangue sul settore delle criptovalute. La correzione al ribasso già iniziata nella seduta di ieri, è proseguita per tutta la notte e si sta concretizzando anche oggi. Parole e terminologie come “sell-off” e “panic selling” sono tornate ad essere molto usate in queste ore a dimostrazione del ritorno del clima di tensione sull’intero settore. Mentre è in corso la scrittura del post, tutte le criptovalute registrano ribassi più o meno forti. Secondo i dati in tempo reale forniti da CoinMarketCap, il prezzo del Bitcoin è in ribasso del 4 per cento circa A 3580 dollari mentre la quotazione Ripple oggi è in calo del 3,15 per cento a 0,319 dollari e il prezzo di Ethereum segna un calo del 5,97 per cento a quota 116 dollari. La quotazione ETH, in particolare, assieme a quella del Litecoin, fa parte di quelle che sono più esposte alle vendite. Pur in un contesto molto debole, quindi, tra le criptovalute a maggiore capitalizzazione Ripple oggi si rafforza su Ethereum e consolida il suo secondo posto alle spalle del Bitcoin. 

Tra le prime 20 criptovalute monitorate da CoinMarketCap ribassi molto significativi sono subiti anche da IOTA, da NEO, da Cardano e dal Bitcoin Cash (BCH). Il nuovo sell-off che si è abbattuto sul settore ha determinato un ribasso della capitalizzazione complessiva del comparto. Già ieri il livello di capitalizzazione, infatti, era sceso  in area 119,7 miliardi dollari, in calo di poco meno di 3 miliardi rispetto ai 122,5 della settimana scorsa.

Il nuovo crollo delle criptovalute non ha ragioni particolari anche se, alcune recenti dichiarazioni hanno influenzato le previsioni sulla possibile evoluzione del settore. Ed Tilly, CEO e presidente del Chicago Board Options Exchange (CBOE), ha dichiarato che per poter entrare nel settore delle criptovalute, le istituzioni di Wall Street hanno bisogno di exchange-traded note (ETN) sul Bitcoin (BTC). Tilly, in particolare, ha dichiarato a Business Insider, che “la crescita del Bitcoin è ancora ostacolata dalla mancanza di un prodotto commerciale diretto agli investitori ‘mom-and-pop’ “. Secondo l’analista, quindi, i futures sul Bitcoin non hanno mai registrato rialzi reali in virtù dell’assenza di un’ETN o un tracker ancorati al BTC per i clienti retail. In pratica sia i future che le exchange-traded note costituiscono un significativo punto di accesso per l’investitore medio di Wall Street. Insomma da queste parole traspare come al Bitcoin e a tutte le crypto manchi un reale riconoscimento a tutti gli effetti. 

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