Crollo Bitcoin: qualcuno lo aveva previsto ma il BTC non è morto

Il crollo del prezzo del Bitcoin ha lasciato impietriti molti investitori generando una forte avversione al rischio nei confronti delle criptovalute in generale. La fuga dai crypto-asset è stata inevitabile alla luce della portata del ribasso. In effetti con un crollo delle quotazioni del BTC da circa 7000 dollari ad appena 3200 dollari, scappare dalle criptovalute e rifugiarsi su classi di asset più sicure era quasi inevitabile. 

Tra l’altro il forte ribasso che ha colpito il Bitcoin ha anche generato una profonda delusione tra chi pensava che il Bitcoin sarebbe stato una sorta di bene rifugio al pari dell’oro. Purtroppo questa speranza è stata vana e adesso gli investitori che non sono rimasti traumatizzati del crollo del prezzo del BTC puntano tutto su un possibile rimbalzo del Bitcoin che, ovviamente, non è affatto detto che possa esserci perlomeno nel breve termine. 

Per cercare di capire quale strategia è preferibile adottare sul prezzo del Bitcoin nei prossimi giorni, è necessario fare un passo indietro e cercare di capire cosa è avvenuto e perchè le criptovalute sono crollate al pari di tutti deli altri asset tradizionali.

Un utile punto di partenza per questa analisi sono le previsioni di quegli analisti che avevano previsto il crollo del prezzo del Bitcoin a seguito dell’emergenza coronavirus.

Prima di fornire i nomi di quegli analisti che avevano messo in conto tutto, ti ricordo che per investire in criptovalute puoi usare il CFD Trading. Ad esempio scegliendo il broker eToro (clicca qui per la recensione) avrai un conto demo gratuito per imparare a fare trading senza correre il rischio di perdere denaro reale. La demo eToro è gratuita e puoi usare anche la funzione Copy Trading per copiare dai traders più bravi.

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Chi ha previsto il crollo del Bitcoin

Ad esempio appena due mesi fa il noto divulgatore Andreas M. Antonopolous, aveva affermato che gli investitori non sono per nulla consapevoli che, perlomeno all’inizio di una crisi, anche i prezzi delle criptovalute sono destinati a crollare. Secondo l’esperto, gli investimenti di molte società di venture capital ma anche di singoli individui sono tutti basati su quello che tecnicamente si chiama denaro sacrificabile vale a dire su liquidità in eccesso nei portfolio. Come in tutti i settori del mercato, almeno nella fase iniziale della crisi, anche il comparto criptovalute vedrebbe la liquidita immessa prosciugarsi.

Alla luce di quanto effettivamente avvenuto le parole di Antonopolous sembrano quasi profetiche.

Questo conferenziere non è stato l’unico a prevedere il crollo delle quotazioni del Bitcoin. 

Lo scorso 5 marzo, quindi nella fase iniziale dell’emergenza, Andrew Bailey, governatore della Bank of England, aveva dichiarato che investire denaro in Bitcoin significa essere pronti a perdere tutto. Queste le parole del banchiere: “Chi vuole comprare bitcoin dovrebbe essere pronto a perdere tutti i propri soldi… Non ha alcun valore intrinseco“. Anche in questo caso, a distanza di poco più di 10 giorni da queste invettive, si resta quasi stupiti dall’esattezza delle previsioni.

Per finire ci sono poi state le parole dell’economista Peter Schiff che il 3 marzo scorso metteva in guardia sul fatto che il prezzo del Bitcoin non era stato in grado di impennarsi neppure dopo la riduzione di 50 punti base al tasso d’interesse e neppure dopo il crollo di tutti gli asset tradizionali. Da questa constatazione, la frecciata di Schiff: “in quale circostanza il prezzo del Bitcoin aumenterà“.

Insomma alla larga del Bitcoin? Niente affatto perchè, come dimostra la storia passata, il Bitcoin è stato dato per morto tante volte la alla fine è sempre resuscitato. Non è quindi da escludere che il ribasso delle quotazioni possa aprire la porta ad un ritorno di fiamma delle criptovalute. 

Il consiglio è quello di non farsi trovare impreparati e aprire già oggi un conto demo con un broker affidabile e regolamentato come e Toro.

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