I fattori da considerare prima di investire in Bitcoin sono tantissimi. E’ dato per assodato, infatti, che i prezzi della criptovaluta più importante risentono in modo particolare di alcuni market mover anzicchè di altri. Il recente andamento ribassista che caratterizza Bitcoin da oltre un mese ha fatto emergere il peso delle decisioni di politica monetaria FED sulle prestazioni della criptovaluta.
Quello che all’inizio era solo un sospetto di alcuni ora è un elemento oggettivo: il Bitcoin teme l’aumento dei tassi da parte della Federal Reserve.
Non solo ma si considera che le previsioni degli analisti si sono spinte ad ipotizzare ben 4 se non 5 rialzi del costo del denaro da parte della banca centrale Usa nel corso del 2022, si può inutuire il motivo per cui la fase di debolezza di BTC abbia assunto un carattere così duraturo.
A certificare la vulnerabilità di Bitcoin alla prospettiva degli aumenti dei tassi FED è stato uno studio condotto da Goldman Sachs. Secondo gli analisti Zach Pandl e sabella Rosenberg, man mano che cresce l’adozione (e quindi il riconoscimento) del Bitcoin, aumenta anche il potere di condizionamento delle politiche monetarie della banca centrale Usa.
Nella loro analisi gli analisti hanno messo in evidenza che, a causa dei timori per un primo aumento del costo del denaro già a seguito del board Fomc di marzo, l’indice dei titoli tech Usa ha registrato un forte ribasso nel corso del nuovo anno. La flessione del paniere dei tecnologico si è arrestata solo negli ultimi giorni grazie anche alla pubblicazione dei forti conti trimestrali di alcune big. Cosa centra tutto questo con il Bitcoin? Ebbene secondo Goldman Sachs è possibile che il Bitcoin abbia sofferto per le stesse ragioni del Nasdaq. I due asset, infatti, risultano essere sempre più accumunati da uno stesso fattore: l’essere vulnerabili alla possibile imminente stretta monetaria da parte della FED.
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A proposito della prospettiva di Goldman Sachs sul Bitcoin. Gli analisti della banca d’affari americana hanno recentemente pubblicato un report in cui si afferma che il prezzo del BTC potrebbe anche salire a 100 mila dollari nel prossimo futuro. Nella stessa analisi, Goldman Sachs ha poi ha evidenziato la criptovaluta sia vicina alla quota di mercato dell’oro.
La posizione di GS sullo stretto legame che esiste tra la performance di Bitcoin e il rischio di un aumento dei tassi di interesse FED, è condivisa dagli esperti di un’latra banca d’affari: UBS. Secondo gli analisti elvetici proprio le aspettative di un aumento dei tassi Federal Reserve stanno condizionando in negativo la performance di BTC. E poichè il rialzo del costo del denaro è assodato, c’è da attendere un periodo di grande incertezza per la criptovaluta. Una situazione che è aggravata ulteriormente dalle nuove regolamentazioni che i governi di tutto il mondo potrebbero presto varare sugli asset digitali.
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