La recente vicenda del fallimento dell’exchange FTX oltre a determinare il crollo del mercato delle criptovalute, sta generando un dibattito sull’affidabilità di queste borse in cui vengono allocate le valute virtuali.
In questo contesto diventa fondamentale capire quali siano le cause dell’accaduto per poter prevenire che altri casi come quello di FTX possano ripresentarsi.
In questo articolo analizzeremo proprio i motivi che hanno portato al default di FTX per poi fare riferimento a Cryptosmart, l’exchange 100% italiano con sede in Italia.
Quello che accomuna gli exchange come FTX, Celsius e molti degli altri exchange con sede legale su isolette oppure addirittura con sede legale ignota è l’utilizzo delle crypto dei propri clienti per i loro profitti ad esempio: le prestano, fanno trading e ci finanziano il proprio business.
In realtà questi exchange possiedono solo una parte delle crypto che devono restituire ai loro clienti. Nel momento in cui un numero elevato degli utenti richiedono le proprie criptovalute sono costretti a bloccare i prelievi e andare in fallimento.
Con Cryptosmart questo non potrà mai succedere, semplicemente perché l’exchange italiano non presta in nessuna maniera le crypto dei suoi clienti ma si limita a custodirle nel rapporto 1:1.
Questo significa che anche nel caso in cui tutti i nostri dovessero decidere di ritirare le proprie crypto, possono farlo a qualsiasi ora del giorno, 7 giorni a settimana , 365 giorni dell’anno.
Questo è chiaramente specificato nelle condizioni contrattuali di Cryptosmart all’articolo 2.9:
“Le Valute Virtuali depositate sulla Piattaforma nel Portafoglio Digitale sono oggetto di custodia da parte di Cryptosmart, fatto salvo quanto previsto al successivo Articolo 2.11. In tali ipotesi, la Società detiene le Valute Virtuali in nome e per conto dell’Utente e non diventa in nessun caso proprietaria delle stesse. La Società non è autorizzata a effettuare alcuna operazione sulle Valute Virtuali oggetto di deposito (ad es., attraverso il riutilizzo o la compravendita delle stesse con soggetti terzi)”
Cryptosmart sottolinea e ribadisce che le crypto del cliente vengono custodite per intero e non vengono utilizzate in alcun modo e per nessuna ragione.
Un’altra differenza fondamentale è che Cryptosmart è un’azienda con la sede legale e operativa in Italia, soggetta completamente alla legislazione italiana . I diritti dei clienti di Cryptosmart sono tutelati dalla giustizia e dai tribunali italiani , nel caso fosse necessario anche nei confronti di Cryptosmart stessa. In quanto società italiana in totale trasparenza deposita il proprio bilancio in Camera di Commercio dove è a disposizione di tutti.
Al contrario, molti degli grandi exchange hanno stabilito la sede legale su isolette o addirittura “da nessuna parte” con l’obbiettivo di sottrarsi alla giurisdizione dei tribunali di qualsivoglia nazione e alla sorveglianza dei regolatori, privando in questa maniera i loro clienti della tutela dei propri diritti perché nei fatti, impossibilitati ad avviare qualsiasi azione legale contro aziende con sede legale sconosciuta oppure situata su piccole isole dove i tribunali sono scarsi o assenti.
Inoltre i bilanci di questi grandi exchange non sono pubblici e quindi nessuno sa con certezza quanti asset detengono e quanti ne devono restituire ai loro clienti.
Alcuni di questi infatti continuano indisturbati anche in questi giorni a prendere in giro i propri clienti dando loro a vedere che hanno dei fondi per la tutela degli utenti fino a cifre, a prima vista, esorbitanti, ad esempio 1 miliardo $, al contempo omettono di dichiarare che in realtà i fondi che devono restituire ai clienti sono 100 o forse 200 volte superiori . Nessuno sa con certezza perché i loro bilanci non sono disponibili da nessuna parte. Questi fondi di sicurezza, in realtà coprono solamente una minuscola percentuale degli importi dovuti ai loro clienti in criptovalute.
Altri grandi exchange fanno “il gioco delle tre carte”: mostrano l’impressionante quantità degli asset o crypto che detengono, ma non dichiarano quale è la enorme quantità reale di criptovalute che devono restituire ai loro clienti, tale importo potrebbe essere di molte volte superiore rispetto a quello che detengono. Il caso di FTX ne è la dimostrazione che la grandezza di un exchange non lo rende più affidabile, al contrario più sono grandi gli exchange e più grande potrebbe essere il “buco”.
In realtà per tutelare i diritti dei clienti degli exchange basterebbe semplicemente che venga applicato il prima possibile, quanto previsto dalla regolamentazione MICA (regolamentazione del parlamento europeo sui mercati in crypto assets) che è ancora in fase di approvazione al Parlamento Europeo. MICA prevede che il servizio di exchange possa essere fornito solo da aziende aventi sede legale in uno stato membro dell’UE e all’articolo 63 specifica che gli exchange non possono utilizzare per conto proprio le criptovalute dei propri clienti senza il loro esplicito consenso. A queste disposizioni Cryptosmart si è da sempre attenuta e continuerà a farlo anche in attesa che MICA entri in vigore.
I fatti degli ultimi giorni dimostrano che è di fondamentale importanza che MICA concluda l’iter legislativo al Parlamento Europeo. La soluzione per prevenire eventi come il crollo di FTX è già stata individuata, se MICA venisse approvata e recepita dalle autorità nazionali il prima possibile, si eviterebbe il ripetersi di episodi simili.
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