Dopo un breve rally seguito alle elezioni americane, Dogecoin sembra aver perso nuovamente slancio, lasciando molti investitori con una domanda cruciale: conviene davvero comprarlo adesso che è sotto 1 dollaro? La risposta non è semplice, perché questa criptovaluta, nata come uno scherzo, continua a vivere di ondate speculative piuttosto che di fondamenta solide.
Dogecoin è stato il primo “meme coin” della storia, creato nel 2013 da due programmatori ispirati al celebre meme del cane Shiba Inu. Inizialmente nato per divertimento, Dogecoin è riuscito a raggiungere nel 2021 una capitalizzazione di mercato superiore ai 90 miliardi di dollari, un traguardo impensabile per una valuta nata senza un reale progetto alle spalle. Tuttavia, quella corsa si è esaurita rapidamente: oggi il token vale circa 0,20 dollari, ovvero il 72% in meno rispetto al massimo storico di 0,73 dollari.
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L’attuale contesto politico e la spinta pro-crypto di Trump
Il nuovo scenario regolatorio negli Stati Uniti, sotto la seconda amministrazione Trump, ha introdotto misure che favoriscono le criptovalute come mai prima d’ora. Il presidente ha sostenuto politiche di apertura verso il settore, come il Genius Act, che regola gli emittenti di stablecoin, e ha nominato Paul Atkins, noto sostenitore delle crypto, alla guida della SEC. Inoltre, il governo ha istituito un “Digital Assets Stockpile”, un archivio di criptovalute sequestrate durante indagini penali, segno di un approccio più strutturato e meno ostile al settore.
Tuttavia, Dogecoin non è una stablecoin, non fa parte di questo stockpile e non mostra nuovi sviluppi che possano trarne vantaggio. Il suo utilizzo nel mondo reale resta estremamente limitato: secondo il portale Cryptwerk, solo poco più di 2.100 aziende accettano Dogecoin come metodo di pagamento, perlopiù servizi online minori. La sua volatilità estrema scoraggia i commercianti, e la mancanza di casi d’uso concreti lo rende poco appetibile anche per gli investitori a lungo termine.
L’offerta illimitata: il tallone d’Achille del Dogecoin
Un altro punto debole è la sua offerta potenzialmente infinita. A differenza di Bitcoin, che ha un limite massimo di 21 milioni di monete, Dogecoin non ha un tetto definitivo: vengono creati nuovi token ogni anno, senza data di fine. Ciò significa che la diluizione è costante, riducendo progressivamente il valore di ogni singolo Dogecoin nel tempo.
Attualmente, circolano circa 151 miliardi di DOGE, con una capitalizzazione di circa 30 miliardi di dollari. Se questa cifra dovesse raddoppiare nei prossimi anni, per mantenere lo stesso valore complessivo il prezzo per token dovrebbe dimezzarsi a 0,10 dollari. Senza una crescita della domanda reale o un’applicazione pratica che ne sostenga il prezzo, il rischio di deprezzamento è altissimo.
Le bolle speculative del passato e il ruolo di Elon Musk
La storia di Dogecoin è costellata da rally improvvisi seguiti da pesanti crolli. L’impennata del 2021 fu alimentata soprattutto dall’entusiasmo generato da Elon Musk, che citò il token più volte sui social e persino durante un episodio di Saturday Night Live. Un copione simile si è ripetuto nel 2024, quando Musk – nominato da Trump a capo del nuovo Department of Government Efficiency (DOGE) – ha di nuovo acceso l’interesse sul token.
Ma anche questa volta la spinta è durata poco: dopo aver toccato 0,47 dollari, il prezzo è crollato di oltre il 50%. È lo stesso schema visto nel 2021, quando Dogecoin perse il 90% del proprio valore in meno di un anno.
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Conclusione: Dogecoin può davvero tornare a 1 dollaro?
Nonostante il clima politico favorevole e l’entusiasmo periodico di alcuni investitori, Dogecoin continua a mancare di basi economiche reali. La sua offerta illimitata, la scarsità di utilizzi concreti e la dipendenza da mode speculative ne fanno un asset altamente instabile.
Per gli investitori a lungo termine, Dogecoin sotto 1 dollaro non rappresenta un affare, ma piuttosto un rischio: senza un cambiamento radicale nel suo ecosistema, la probabilità che torni ai livelli del 2021 appare molto bassa. Chi sceglie di comprarlo oggi dovrebbe farlo solo con un’ottica speculativa di breve periodo, consapevole che la sua corsa al rialzo, come la sua fama, potrebbe spegnersi da un momento all’altro.
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