Il recente crollo improvviso di Ethereum, che ha visto il suo valore scendere di circa il 15% in meno di 24 ore tra il 10 e l’11 ottobre, ha scatenato nuove domande tra gli investitori. È solo un movimento passeggero o l’inizio di una tendenza più preoccupante? Comprendere ciò che è realmente accaduto e analizzare la solidità del progetto è fondamentale per capire se oggi Ethereum (ETH) rappresenti ancora una buona opportunità di investimento.
Cosa è davvero successo durante il flash crash
Il tonfo di Ethereum non è stato causato da un bug, da un attacco informatico o da un problema tecnico della blockchain. L’origine va invece ricercata nei mercati tradizionali, dopo l’annuncio dell’amministrazione Trump di nuove tariffe sui prodotti cinesi, che ha generato un’ondata di panico generalizzato. La reazione a catena ha travolto anche il mercato crypto, dove la forte volatilità ha amplificato le perdite.
Il ribasso improvviso ha infatti innescato liquidazioni a cascata tra i trader più esposti con leva finanziaria sulle piattaforme decentralizzate (DEX). Contemporaneamente, molti market maker su exchange centralizzati (CEX) e decentralizzati hanno ritirato la propria liquidità per limitare i danni, causando un collasso temporaneo dei prezzi di molte altcoin. Tuttavia, Ethereum non è stato la causa del crash, bensì uno dei principali “teatri” dove si è svolto.
Nonostante la pressione estrema, la rete Ethereum ha continuato a funzionare regolarmente, dimostrando una notevole solidità infrastrutturale. L’unico effetto collaterale è stato un aumento vertiginoso delle commissioni di transazione (gas fee), cresciute di oltre il 1.100% in un solo giorno, un fenomeno tipico nei momenti di congestione di rete.
Sul fronte istituzionale, i canali di investimento indiretti come gli ETF su Ethereum non hanno subito interruzioni, mantenendo aperta la porta agli investitori tradizionali. Anche il settore della finanza decentralizzata (DeFi), sebbene colpito da forti perdite, ha mostrato una sorprendente capacità di autostabilizzazione, confermando che i meccanismi interni della rete funzionano come previsto.
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Ethereum resta solido: i fondamentali non sono cambiati
Nonostante il crollo, la tesi d’investimento di lungo periodo su Ethereum rimane sostanzialmente intatta. Anzi, diversi fattori fanno pensare che la rete stia entrando in una fase di rinnovata crescita.
In primo luogo, Ethereum sta diventando progressivamente più efficiente e meno costoso da utilizzare, grazie agli aggiornamenti e all’espansione dei layer-2. Inoltre, nel 2025 si è registrato un forte incremento nella tokenizzazione di asset del mondo reale (RWA), un settore in cui Ethereum continua a dominare con oltre 11,9 miliardi di dollari di valore tokenizzato on-chain.
Questa tendenza è alimentata anche dalla diffusione di stablecoin e titoli del Tesoro USA tokenizzati, che rafforzano il ruolo di Ethereum come piattaforma di riferimento per la finanza digitale. In parallelo, le aziende e gli sviluppatori stanno continuando a costruire sulla rete, attratti dall’ecosistema più maturo e dalla sicurezza consolidata.
Naturalmente, permangono alcuni rischi competitivi. Altri ecosistemi blockchain stanno guadagnando terreno offrendo transazioni più veloci e costi inferiori, puntando su incentivi aggressivi per attrarre sviluppatori. Ethereum dovrà quindi continuare a innovare e migliorare la scalabilità senza compromettere la sicurezza, per mantenere la sua leadership in DeFi e tokenizzazione. Tuttavia, questi sono rischi noti, non una conseguenza diretta del flash crash.
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Conviene comprare Ethereum dopo il crollo?
Per chi investe con una prospettiva di medio-lungo periodo, Ethereum resta una delle migliori scommesse del mercato crypto. Il ribasso recente potrebbe rappresentare una finestra di ingresso interessante, considerando che i fondamentali della rete non sono cambiati e che i principali trend di crescita — come la tokenizzazione, l’espansione della DeFi e la diffusione degli ETF — sono ancora pienamente in corso.
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