L’analisi tecnica, detta anche analisi grafica, si basa sullo studio dell’andamento storico dei prezzi di un bene quotato. Attraverso l’analisi delle serie storiche dei prezzi e dei volumi si studia il comportamento passato di un azione (oppure di un indice, di un future, di un’obbligazione, di una valuta etc.), con l’obiettivo di prevederne l’evoluzione futura. Una volta ipotizzato il possibile trend, si studiano le strategie speculative di compravendita più adatte da applicare (operazione che viene definita: trading), per ridurre al minimo i rischi di perdite e massimizzare le possibilità di guadagno.
La teoria
La teoria alla base dell’analisi tecnica si basa sulla convinzione che l’andamento passato dei prezzi contenga informazioni statistiche sufficienti ad interpretare il trend presente e a prevederne l’evoluzione futura. I principi su cui si basa sono tre.
1) Il prezzo in ogni momento incorpora tutte le informazioni e rappresenta la sintesi ideale delle forze in campo, ovvero quelle dei venditori e dei compratori.
2) Gli operatori reagiscono tutti nello stesso modo ai medesimi stimoli e in maniera immutata nel tempo. Ovvero la storia si ripete.
3) I prezzi si muovono seguendo una precisa tendenza, valida fino a quando non si individuano segnali di non conferma del trend in atto.
Le basi dell’analisi tecnica
Le origini dell’analisi tecnica sono legate agli studi del 1890 effettuati dall’americano Charles Dow, fondatore del Wall Street Journal, oltre che ideatore dei primi indici di Borsa, di cui il più celebre è il Dow Jones. Tali studi dettero origine alla Dow Theory, sui cui poi si è sviluppata e raffinata l’analisi tecnica. Charles Dow aveva notato come i titoli seguissero un andamento ripetitivo, come un ciclo, composto sempre da quattro momenti. Il primo è quello dell’accumulazione, in cui i prezzi si muovono lateralmente. In questa fase gli operatori, accumulano un determinato titolo. Segue un trend rialzista (seconda momento), dove i compratori hanno la meglio sui venditori e la domanda superiore all’offerta spinge in alto i prezzi.
Il terzo momento è quello della distribuzione. Gli operatori professionisti iniziano a monetizzare i guadagni realizzati durante il precedente trend rialzista, vendendo progressivamente a chi sta entrando in questo momento sul mercato, attirato dalla tendenza ascendente. In questa fase, il rialzo dei prezzi rallenta e le quotazioni iniziano un movimento laterale.
Alla distribuzione segue l’ultimo momento del ciclo, il trend ribassista, in cui l’offerta di titoli supera la domanda oramai in fase di esaurimento. E’ in questa fase che gli operatori professionali vendono allo scoperto, accelerando la discesa dei titoli.
Al termine della fase di discesa, quando le vendite cessano e domanda e offerta di titoli tornano in equilibrio, i prezzi si stabilizzano in un andamento laterale, preludio per una nuova fase di accumulazione. E il ciclo si ripete.
Prevedere con grafici e figure
Per analizzare l’andamento dei prezzi si utilizzano dei grafici, che possono essere di varia natura: lineare (una linea che unisce i dati storici), a barre (segmenti verticali di ampiezza pari all’escursione del prezzo nel periodo analizzato), candele giapponesi (simili a quelli a barra ma la cui rappresentazione del dato ricorda una candela), point & figure (scarsamente utilizzato in Italia e costruito attraverso una serie consecutiva di cerchi, point, o X, figure).
Per i grafici è importante l’evoluzione del tempo (ad eccezione dei point & figure). I dati utilizzati per costruire un grafico sono generalmente con cadenza giornaliera, settimanale o mensile; raramente annuale (in genere un simile intervallo è utilizzato per serie che vantano almeno un secolo di dati storici come il Dow Jones).
L’evoluzione dei prezzi forma delle figure particolari, che si ripetono nel tempo in modo simile, i pattern, e che sono d’aiuto a capire come si evolverà il trend nel futuro. I pattern più comuni sono il testa e spalle (head and shoulders), rialzista o ribassista, i triangoli (triangles), i rettangoli (rectangles) e le figure di continuazione, così chiamate perché la loro formazione prelude alla continuazione del trend nella stessa direzione precedente la figura, come le bandiere (flags) o i cunei (wedges). Attraverso lo studio di queste figure, non solo si può cercare di prevedere l’andamento del prezzo, ma anche il target, ovvero la quotazione che raggiungerà il titolo.
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