Recentemente abbiamo avuto modo di introdurre alcuni concetti “base” per la gestione del risparmio, indicando – ad esempio – quali dovrebbero essere i principali spunti che dovrebbero indurvi a una amministrazione più attenta e oculata del vostro patrimonio, e quali dovrebbero essere le riflessioni in relazione all’elemento “tempo”.

Compiamo oggi un piccolo passo in avanti, domandandoci quale sia l’importanza di pianificare un rendimento “atteso” dei propri investimenti, e come poterlo calcolare in modo consapevole. Si tratta di una breve introduzione a un tema sul quale torneremo prossimamente in maniera più approfondita, ma che potrebbe essere il caso di trattare già in questo momento, almeno nei suoi tratti più sintetici.

Che cosa è il rendimento

Il rendimento di un investimento finanziario è la misura del reddito che viene generato dallo stesso investimento. Può essere espresso in maniera assoluta (nel nostro caso, in euro) o più frequentemente in maniera proporzionale al capitale investito e alla durata dell’operazione (e, dunque, in modo percentuale, su base annua).

In qui, il calcolo del rendimento in modo matematico. Possiamo tuttavia anche declinare delle definizioni sulla base specifica dello strumento finanziario che andiamo ad acquistare. In tal senso, il rendimento di un’obbligazione è equivalente al prezzo che ci verrà riconosciuto per poter prestare il nostro denaro a un debitore, e così via.

Quanto rendimento ci attendiamo?

Chiarito quanto sopra, è bene rammentare – lo abbiamo fatto in una recente occasione – che ogni bravo risparmiatore deve cercare di introdurre, all’interno della propria strategia, il rendimento che si attende dai propri investimenti. Investire senza puntare a un obiettivo di rendimento significa infatti… non arrivare mai a capire se l’investimento è andato “bene” o “male” (mancando un benchmark di riferimento, sarà impossibile effettuare un confronto).

Purtroppo per voi – torneremo su tale tema prossimamente – non è affatto facile cercare di comprendere quale sia il rendimento che è lecito attendersi dai propri investimenti. Quel che possiamo tuttavia premettere fin da questo momento è che il rendimento di un investimento deve essere necessariamente proporzionale al rischio: in questa relazione che vi invitiamo a non scordare mai, pertanto, più un investimento è rischioso e più alto dovrebbe essere il rendimento al quale possiamo ambire; di contro, dinanzi a un investimento poco rischioso non possiamo certamente pretendere grandi rendimenti.

In tal senso, se il rendimento di un titolo di Stato italiano a tre mesi (la forma più breve di debito governativo) è inteso come un investimento a rischio zero, tutti i rendimenti maggiori di quell’investimento sono in grado di incorporare un rischio maggiore.

Quali sono le modalità di calcolo del rendimento

Spingiamoci ancora oltre, e cerchiamo di capire in che modo sia possibile calcolare un rendimento secondo le principali modalità di esposizione. Abbiamo già evidenziato che il rendimento può essere espresso sia in termini assoluti che in termini relativi. Aggiungiamo ora a tale concetto il fatto che il rendimento può essere “semplice” o “medio”.

Nel primo caso, di rendimento semplice, il rendimento sarà calcolato come variazione del valore di un’attività, con il valore che la stessa aveva all’inizio del periodo di osservazione. Se pertanto nel tempo t l’asset valeva 100 e dopo un anno valeva 110, il rendimento sarà pari al 10%.

Nel secondo caso, di rendimento medio, il rendimento del portafoglio sarà calcolato come la media ponderata dei rendienti medi che è possibile ottenere dai vari beni presenti, dove i pesi saranno la percentuale del controvalore globale investita in ogni titolo.

A questi concetti di investimento è poi possibile aggiungere anche il c.d. “money weighted rate of return“, un particolre indicatore che misura il rendimento complessivo di un portafoglio, tenendo in considerazione le decisioni di conferimento e di riscatto dell’investitore. Ulteriormente, si può parlare di “time weighted rate of return” quando ci si riferise al tasso di rendimento ponderato per il periodo di riferimento.

Il rendimento atteso

Chiariti i concetti sopra esposti, possiamo altresì evidenziare come si suole parlare di rendimento atteso in riferimento al rendimento che ci si attenda dal proprio investimento, avendo altresì cura di considerare che il rendimento di uno strumento finanziario è generalmente dato dalla media aritmetica dei rendimenti calcolati sul periodo di osservazione, e che pertanto si tratterà di effettuare ex ante una previsione sui rendimenti che l’impiego sarà in grado di generare.

Giunti a questo punto della nostra osservazione, non possiamo che lasciarvi con un piccolo “esercizio”. Provate innanzitutto a calcolare quali sono i rendimenti degli investimenti che avete realizzato finora: sicuramente riuscirete ad ottenere una valida mano d’aiuto con le comunicazioni che il gestore dei vostri investimenti avrà avuto modo di darvi, ma noi vi consigliamo di effettuare comunque qualche calcolo manuale, e cercare di comprendere se vi avvicinate o meno a quanto vi è stato comunicato.

Sulla base di ciò, cercate di passare allo step successivo, e ragionare in ottica previsionale: quale rendimento vi attendete per gli stessi investimenti, o per investimenti alternativi?

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