Come sapere da chi è mandata la visita fiscale?

Hai mai sentito parlare di accertamenti sanitari? Sei curioso di sapere chi ti ha mandato il medico fiscale, se è stato mandato dall’Inps o dall’amministrazione/datore di lavoro?

In questa guida analizzeremo alcune caratteristiche che ti spiegano come fare per capire chi e come ti ha inviato l’ispezione sanitaria. Solitamente se questo ti viene mandato, ti viene mandato dal primo giorno di assenza per malattia.

Devi anche sapere che tutti gli accertamenti sanitari da parte del medico fiscale vengono disposti entro delle particolari fasce orarie. Questo vuol dire che sei reperibile qualsiasi giorno della settimana, compresi i sabati e le domeniche quindi anche il primo giorno di malattia.

La richiesta di visita fiscale il primo giorno di malattia è obbligatoria, nel caso in cui sei un dipendente pubblico e nel caso in cui l’assenza si venga a verificare nelle giornate precedenti o successive a quelle non lavorative.

In tutti gli altri casi, invece, l’invio della visita fiscale non è obbligatorio. Essa è però a discrezione del dirigente dell’amministrazione, nel caso in cui il lavoratore malato è un dipendente pubblico.

Se invece trattasi di un dipendente di un’azienda privata, è il datore di lavoro a richiedere gli accertamenti sanitari, ed in questo caso le spese sono a suo carico.

Nota bene: In entrambi i casi, può anche capitare che sia l’Inps a disporre dei controlli a campione.

>>Leggi anche: Visite fiscali – INPS: sanzioni – orari pubblici e privati

Come sapere da chi è mandata la visita fiscale?

Premesso quanto sopra, cerchiamo di comprendere e capire, da una parte cosa prevedono le leggi, e dall’altra cosa prevede la prassi.

Al momento la disciplina della visita fiscale è notevolmente cambiata rispetto al passato; oggi infatti esiste l’istituzione del Polo unico delle visite fiscali presso l’Inps.

Ci sono poi i controlli a campione. Questi beneficiano del cosiddetto “cervello e dell’Inps”, ovvero un sistema di banche dati la quale sta evidenziando le situazioni più a rischio come malattie brevi e frequenti, soprattutto quelle che si trovano a cavallo di ponti, weekend, ecc. Di seguito esaminiamo tutti i casi.

Visita fiscale dipendenti pubblici

Nel caso di un dipendente pubblico, la visita fiscale al 90% viene inviata nel caso in cui la giornata di malattia segue o precede a un giorno non lavorativo. In questo caso si ha la certezza del fatto che la visita sia disposta dalla stessa amministrazione. E’ anche il dirigente tenuto a richiedere i controlli sanitari sin dal primo giorno di malattia, nel caso in cui si venisse a verificare tale ipotesi.

Nota bene: le giornate non lavorative che ti obbligano alla disposizione della visita fiscale immediata comprendono anche le domeniche ed i festivi, i giorni liberi, le ferie, i riposi, ed i permessi.

In tutti gli altri casi, l’invio della visita fiscale viene lasciata alla piena discrezionalità dell’amministrazione.

Allo stesso tempo, il dirigente deve non solo disporre dei controlli sulle assenze per malattia del dipendente, ma deve anche valutare la condotta complessiva dello stesso, al fine di analizzare costi/benefici legati all’effettiva visita fiscale. In pratica deve considerare l’esigenza principale, ovvero quella di contrastare e prevenire l’assenteismo.

Tutti i controlli sono disposti dall’INPS a campione. Mentre, in passato, considerata anche l’esiguità delle risorse, la visita fiscale e a quasi assente del tutto.

Oggi, tutti i controlli effettuati a campione, per via della riorganizzazione delle risorse e delle visite fiscali, sono effettuati a campione ma con una frequenza maggiore.

Fino ad una decina di anni fa, per tutti i dipendenti pubblici non poteva essere disposta più di una visita fiscale per la stessa malattia. Questa poteva avvenire solo nel caso di ricaduta e nel caso in cui non si trattava di un prolungamento della prognosi.

Per via della riforma della visita fiscale, oggi, invece, il medico dell’Inps può ma non è obbligato a passare più volte. Questo può avvenire non solo nell’arco dello stesso periodo di assenza per malattia, ma addirittura nell’arco della stessa giornata!

Visita fiscale dipendenti privati

Esaminiamo invece adesso il caso dei dipendenti privati.

Eliminato il caso dei controlli a campione da parte dell’Inps, la disposizione della visita fiscale viene rilasciata alla discrezionalità del datore di lavoro.

E’ questo che invia il controllo. Lo invia a proprie spese. E’ libero di richiederlo sin dal primo giorno, come anche durante le domeniche e i festivi, fino all’ultima ora dell’ultimo giorno di malattia.

Il datore di lavoro può anche inviare la visita fiscale più volte. Nota che non esiste una norma che vieti questo atteggiamento. Può esistere un doppio invio per tutti i lavoratori privati.

Nel caso in cui il datore di lavoro richiede la visita fiscale più volte nell’arco della stessa malattia, senza che vi sia stata ricaduta o allungamento della prognosi, esso può ravvisarsi anche per mezzo di un intento persecutorio nei confronti del dipendente. Anche se avvengono due visite, queste non sono sufficienti a dimostrare l’intento persecutorio.

Fai attenzione anche ad un altro piccolo particolare; non vi è nessuna norma in cui si vieta la medico fiscale di passare al di fuori delle fasce di reperibilità, in quanto l’orario, una volta avvenuta la prima visita, è deciso direttamente dal medico. Questo è molto importante!

Per via della riforma della visita fiscale e dell’istituzione del Polo unico presso l’Inps, vi è la possibilità di inviare più volte i controlli medici domiciliari. Questo vale per tutti, pubblici e privati.

Certificato del medico fiscale

All’interno del certificato rilasciato dal medico fiscale, può essere presente anche il soggetto che ti ha inviata la richiesta di visita fiscale.

In pratica, qui è presente il nome del datore di lavoro o dell’amministrazione o nel caso opposto, di controllo a campione questo viene disposto d’ufficio dall’Inps. Il medico fiscale è infine tenuto a informare il lavoratore sulle motivazioni della visita. Al termine della stessa, deve:

  • Informare il lavoratore in malattia dell’esito della visita;
    • Il soggetto controllato deve anche apporre una firma sul verbale;
  • Il medico deve informarlo sul diritto da parte del lavoratore ad effettuare annotazioni sul verbale che firma;
  • Il lavoratore in malattia deve essere informato anche del fatto che la firma senza osservazioni equivale all’accettazione dei contenuti e del giudizio prognostico;
  • Deve essere informato del fatto che la firma con annotazione di dissenso comporta una successiva visita del Dirigente medico legale di sede o dell’Asl.

Fasce di reperibilità per la visita fiscale

Infine, ricordiamo che le fasce attualmente previste per l’effettuazione della visita fiscale sono:

  • dipendenti pubblici: 9 – 13 e 15 – 18;
  • dipendenti privati: 10 – 12 e 17 – 19.

Da notare infine che tutta la riforma della visita fiscale, soprattutto per la parte in cui viene prevista una fascia di reperibilità unica, non è ancora stata attuata!

Come comunicare la malattia?

Tutti gli stati di malattia devono essere comunicati al fine di dimostrarli. Esso viene comunicato per mezzo del certificato medico.

In pratica, il lavoratore che si assenta deve rispettare il vincolo di rintracciabilità. Questo vuol dire che deve essere sottoposto a sistemi di reperibilità per mezzo di fasce orarie ben precise.

A tal motivo è importante comunicare anche l’indirizzo presso cui sarà reperibile durante il periodo d’assenza e i giorni di prognosi..

Quando decade l’obbligo di reperibilità?

Ci sono casi in cui l’obbligo di reperibilità non viene applicato. In questo caso, si tratta di procedure per il quale il lavoratore è sottoposto a cure inerenti a terapie salvavita o ad analisi e visite specialistiche dovute alla malattia.

Il dipendente nonostante tutto deve comunque e preventivamente comunicare il tutto all’amministrazione o al titolare. Nota anche che la comunicazione deve sempre essere accompagnata da certificato medico o documentazione.

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