Inizialmente era stata introdotta la cassa integrazione per coronavirus, e riguardava solo le aziende di quei Comuni nei quali si erano sviluppati i primi focolai italiani di Covid-19, vale a dire quei Comuni per i quali il Governo si trovò ad istituire la zona rossa per contenere la diffusione del contagio.
Con il decreto cura-Italia poi l’esecutivo guidato dal premier Conte ha introdotto nuove misure a sostegno di imprese, lavoratori e famiglie, che comprendono l’estensione degli ammortizzatori sociali in tutto il Paese.
Ed è così che è stata introdotta la cassa integrazione in deroga anche per le aziende che hanno un solo dipendente. Per questa misura contenuta nel decreto cura-Italia il Governo ha stanziato 3,3 miliardi di euro, somma che renderà possibile appunto l’estensione della cassa integrazione anche ad aziende per le quali la legge italiana normalmente non la prevede.
Ad ufficializzare la notizia è stata la stessa ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, nel corso della conferenza stampa che si è svolta il 16 marzo. L’Ansa ha poi confermato che la cassa integrazione in deroga per tutte le aziende avrà una durata complessiva di 9 settimane.
Nell’insieme delle misure che contiene, il decreto cura-Italia prevede uno stanziamento di 25 miliardi di euro circa. Vi sono infatti contenute misure a tutela e a protezione di imprese, lavoratori e famiglie, come ad esempio il bonus baby-sitter, il bonus da 600 euro per gli autonomi, e l’estensione del congedo parentale.
È stata sempre la ministra del Lavoro ad annunciare che sono stati stanziati circa 3 miliardi di euro a favore di lavoratori autonomi e liberi professionisti, i quali, per via dell’emergenza coronavirus in corso, si sono trovati costretti ad interrompere la propria attività lavorativa.
Un’altra misura a favore dei lavoratori riguarda poi i permessi per la legge 104. Con una copertura finanziaria di mezzo miliardo di euro i suddetti permessi passeranno a 12 giorni.
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