Con i decreto cura Italia il Governo Conte punta a sostenere tutte le fasce che hanno subito danni economici per via dell’emergenza coronavirus. Tra le misure che sono state inserite nel provvedimento troviamo la cassa integrazione per i dipendenti di tutte le aziende, anche di quelle con un solo dipendente, contrariamente a quanto previsto dall’attuale normativa.

Inoltre è stato inserito il bonus di 600 euro come indennità per i lavoratori autonomi e per gli stagionali. Troviamo poi il congedo parentale straordinario di 15 giorni, che viene retribuito al 50%, per i genitori che lavorano, in considerazione della chiusura delle scuole che verrà protratta con ogni probabilità almeno fino al mese di maggio. Nella stessa ottica è stato introdotto anche il bonus baby sitter da 600 euro.

Per quel che riguarda le scadenze fiscali si è deciso per il rinvio a fine maggio, ma solo per coloro che non sono effettivamente in grado di adempiere agli obblighi, con l’esclusione in ogni caso delle aziende con un fatturato superiore ai 2 milioni di euro.

Sempre nel decreto salva Italia è stata anche introdotta la novità del “reddito di ultima istanza” che è destinato ai professionisti iscritti ad enti previdenziali privati.

In tutto nel decreto si da fondo all’intero stanziamento di 25 miliardi di euro a indebitamento aggiuntivo che è stato autorizzato dal parlamento. Per quel che riguarda le coperture, ben 10 miliardi vanno a coprire interventi a sostegno dell’occupazione e per i lavoratori, ma non mancano gli interventi a potenziamento del servizio sanitario nazionale.

E se dei provvedimenti che erano stati annunciati sulle bollette non vi è traccia, l’authority Arera ha già fatto sapere di aver deciso di rinviare al 3 aprile tutte le procedure di distacco per i morosi.

Dal ministro Roberto Gualtieri è arrivato, contestualmente all’emanazione del decreto cura-Italia, un appello a coloro che non hanno bisogno del sostegno al reddito, affinché non ne facciano richiesta e chi invece ne ha reale necessità non si trovi a non potervi accedere o ad accedervi in misura limitata per scarsità di risorse.

“Perché l’onere è gravoso” spiega Gualtieri, che esorta: “chi può, paghi le tasse”. Ed è proprio per evitare di appesantire ulteriormente ed inutilmente il peso sulle finanze pubbliche che vi è un apposito articolo che prevede che chi non si avvale delle sospensioni possa “chiedere che dal versamento effettuato sia data comunicazione sul sito del ministero”, che in un certo qual modo è una specie di “menzione d’onore”.

Cassa integrazione per tutti i lavoratori

Tutti i datori di lavoro che si sono trovati costretti ad interrompere o ridurre l’attività produttiva a causa degli eventi legati alla diffusione del coronavirus in Italia, possono richiedere la cassa integrazione ordinaria con causale “emergenza Covid-19”.

Per quelle aziende che avevano già in corso la cassa integrazione o la solidarietà sarà possibile accedere per un periodo massimo di 9 settimane, ad un nuovo trattamento di cassa integrazione ordinaria, in modo da sostituire il trattamento in corso che risulterà pertanto sospeso.

Gli enti Regione e le Province autonome hanno poi la possibilità di riconoscere a tutte le aziende e agli enti del terzo settore, fino a nove settimane di cassa integrazione in deroga. Una possibilità che è prevista anche per i datori di lavoro con un solo dipendente, per una copertura che per tutte queste misure complessivamente necessita di circa 3,2 miliardi di euro.

Nell’ambito delle tutele per i lavoratori, il decreto prevede anche il congelamento totale per 60 giorni dei licenziamenti. Una misura che però riguarda solo le procedure che non sono state avviate prima del 23 febbraio 2020, mentre quelle antecedenti detta data sono al momento sospese.

Estensione congedi parentali e bonus baby sitter

In considerazione della chiusura delle scuole, per le quali l’apertura slitta inevitabilmente al mese di maggio, il decreto introduce un bonus babysitter da 600 euro. Il bonus è destinato ai nuclei familiari con figli fino a 12 anni di età.

L’importo del bonus sale a 1.000 euro per medici, infermieri, tecnici di laboratorio, tecnici di radiologia, operatori sociosanitari e forze dell’ordine. In alternativa al bonus, i dipendenti pubblici e privati, ed i lavoratori autonomi, potranno chiedere 15 giorni di congedo parentale straordinario, di cui potrà fuire alternativamente uno dei due genitori, che prevede un’indennità pari al 50% della retribuzione.

Il periodo del congedo parentale straordinario previsto dal decreto cura Italia è di 15 giorni, e può essere riconosciuto solo a condizione che l’altro genitore non abbia strumenti di sostegno al reddito e non sia disoccupato.

Incrementato il numero di giornate per i permessi 104

Il permesso mensile retribuito per i lavoratori che usufruiscono della legge 104, vale a dire per quei lavoratori che hanno figli, coniugi o parenti entro il secondo grado disabili gravi – viene incrementato di 12 giornate per il mese di marzo e altre 12 per il mese di aprile, arrivando quindi a un totale di 15 giorni.

“L’assenza dal posto di lavoro da parte di uno dei genitori conviventi di una persona con disabilità non può costituire giusta causa di recesso dal contratto di lavoro” si legge nel testo del decreto cura-Italia, ma si specifica che la situazione di necessità in tal senso deve essere appositamente comunicata, e motivata dall’impossibilità da parte del lavoratore di accudire il parente per via della sospensione delle attività dei centri socioassistenziali che di solito lo seguono.

Bonus di 100 euro per chi lavora in sede

A tutti quei lavoratori dipendenti che hanno un reddito lordo inferiore a 40 mila euro che continueranno a lavorare recandosi presso le rispettivi sedi, quindi non in modalità smart working, il decreto cura Italia riconosce un bonus di 100 euro relativo al mese di marzo.

Il bonus viene riconosciuto sotto forma di riduzione del cuneo fiscale ed è proporzionato al numero di giorni lavorati.

La quarantena viene equiparata alla malattia

I lavoratori che sono risultati positivi al coronavirus e quelli che sono stati messi in quarantena con sorveglianza attiva o permanenza domiciliare fiduciaria, ad esempio chi è rientrato al Sud dalle regioni del nord più colpite, si vedranno conteggiare il periodo di assenza dal lavoro come malattia, ricevendo regolare retribuzione.

Inoltre i giorni trascorsi in quarantena non saranno conteggiati nel periodo di comporto, saranno infatti esclusi dal calcolo del numero massimo dei giorni di malattia, superato il quale il datore di lavoro ha il diritto di licenziare il dipendente. Naturalmente il lavoratore dovrà presentare regolare certificato medico.

Bonus da 600 euro per lavoratori autonomi e stagionali

Per tutti i lavoratori autonomi e per le partite Iva, nonché per i cosiddetti Cococo iscritti alla Gestione separata, non titolari di pensione e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie, sarà riconosciuto un bonus da 600 euro.

Si tratta di una indennità una tantum di 600 euro esentasse per il mese di marzo, un provvedimento che precede un successivo decreto previsto per il mese di aprile.

Un bonus di importo equivalente è previsto anche per i lavoratori autonomi iscritti alle gestioni speciali, ad artigiani e commercianti non titolari di pensione e non iscritti ad altre forme di previdenza obbligatoria, ai lavoratori stagionali che operano nel settore del turismo e negli stabilimenti termali, che si trovano ad aver interrotto il rapporto di lavoro involontariamente a causa dell’emergenza coronavirus.

Il bonus viene riconosciuto sempre nella somma di 600 euro anche agli operai agricoli a tempo determinato che abbiano svolto almeno 50 giornate di lavoro, nonché ai lavoratori nel mondo dello spettacolo a patto che siano iscritti al relativo fondo pensione, con un minimo di 30 contributi giornalieri versati e redditi che non eccedano la soglia dei 50 mila euro.

Tutti i suddetti bonus non sono cumulabili e non sono previsti per coloro che usufruiscono del reddito di cittadinanza. Nell’ambito di questi bonus il limite di spesa complessivo è stato fissato a circa 2 miliardi di euro.

Il reddito di ultima istanza

Si tratta di una misura a sostegno dei lavoratori iscritti a enti previdenziali privati, come ad esempio i geometri, gli agenti di commercio, gli ingegneri, gli avvocati e i giornalisti.

È un provvedimento destinato a coloro che “hanno cessato, ridotto o sospeso la loro attività o il loro rapporto di lavoro” per via dell’emergenza coronavirus. Si istituisce per tutti questi casi un Fondo per il reddito di ultima istanza che avrà la funzione di garantire “il riconoscimento di una indennità, i cui criteri di priorità e modalità di attribuzione sono demandati ad un decreto del Ministro del Lavoro”.

Sospese le rate dei mutui sulla prima casa

Per chi ha un mutuo sulla prima casa ed a causa dell’emergenza coronavirus si trova in difficoltà ad adempiere al pagamento delle rate, può richiederne la sospensione anche se è un lavoratore autonomo.

Il decreto cura Italia di fatto estende l’ambito di intervento del Fondo Gasparrini, che fino ad oggi era riservato solo alle famiglie in difficoltà per la perdita del lavoro, morte o non autosufficienza.

Per poter accedere a questa forma di sostegno, i lavoratori autonomi e i liberi professionisti dovranno autocertificare di aver perso oltre un terzo del proprio fatturato rispetto ai dati dell’ultimo trimestre 2019 a causa dell’emergenza coronavirus, senza in ogni caso che sia necessario presentare l’Isee.

Reddito di cittadinanza, sospesi gli obblighi per due mesi

Per i beneficiari del reddito di cittadinanza, vista la situazione di emergenza dovuta alla diffusione del coronavirus, sono stati sospesi gli obblighi correlati al sussidio, come l’immediata disponibilità al lavoro e l’impegno in attività al servizio della comunità.

Una misura ritenuta necessaria per “contrastare la diffusione del virus limitando gli spostamenti delle persone” si legge nel testo del decreto cura Italia, che sospende per due mesi anche le misure di condizionalità e i relativi termini previsti per coloro che percepiscono la disoccupazione Naspi e Discoll nonché per i beneficiari di integrazioni salariali.

Misure a tutela dei truffati dalle banche

I risparmiatori che per via dei crac bancari hanno perso i propri soldi si vedranno prolungare i termini per poter presentare la richiesta di ristoro. La scadenza per le domande al Fondo di indennizzi per i risparmiatori (Fir) viene spostata dal 18 aprile al 18 giugno. Per coloro che invece hanno già concluso la pratica riceveranno un anticipo del 40% dell’indennizzo concordato.

Le misure fiscali contenute nel decreto cura-Italia

Il decreto cura Italia prevede anche una serie di misure fiscali come la sospensione fino a fine maggio dei versamenti di ritenute, di trattenute dell’addizionale regionale e comunale, dell’Iva annuale e mensile e dei contributi Inps e Inail previsti entro il 16 marzo.

I titolari di partita Iva con ricavi che non superano i 2 milioni di euro nel 2019 potranno adempiere entro fine maggio. Lo stop riguarda anche le cartelle esattoriali e gli accertamenti esecutivi, mentre continueranno ad essere inviate le comunicazioni relative alla dichiarazione dei redditi precompilata.

Infine gli adempimenti sospesi dovranno essere effettuati entro il 30 giugno 2020 senza l’applicazione di alcuna sanzione.

Niente ritenuta d’acconto per i professionisti

Tutti i liberi professionisti senza dipendenti, con ricavi o compensi che non superano i 400 mila euro nel periodo di imposta precedente, non sono tenuti ad applicare la ritenuta d’acconto sulle fatture dei mesi di marzo e di aprile. Verseranno invece in un’unica soluzione entro la fine di maggio, o in alternativa in cinque rate a decorrere da maggio.

Misure fiscali per i settori più colpiti: turismo, trasporti, intrattenimento

Per quei settori che risultano maggiormente colpiti dall’emergenza coronavirus non ci sarà invece alcun limite di ricavi per quel che concerne le agevolazioni concesse, in quanto non sarebbero in grado di sostenere ingenti uscite di cassa.

Il provvedimento riguarda quindi in maniera specifica il settore del turismo e gli alberghi, che già erano stati interessati da misure di sostegno in considerazione dell’emergenza in corso.

Con il decreto cura Italia si provvede a sospendere fino a fine maggio i versamenti di ritenute, contributi previdenziali e contributi Inail, per attività quali bar, pub, pasticcerie, gelaterie, ristoranti, piscine, palestre, sale concerto, teatri, cinema, ricevitorie del lotto e scommesse, nonché per tutti quei soggetti che organizzano corsi, fiere ed eventi, per i gestori di musei, biblioteche e monumenti storici, ma anche riserve naturali e parchi divertimento.

Allo stesso modo ne beneficeranno i gestori di asili nido, di servizi di assistenza per minori e disabili, le autoscuole, i servizi educativi, i servizi di trasporto passeggeri, servizi di noleggio mezzi di trasporto e di attrezzature sportive e le guide turistiche.

Per le società sportive sia che operano a livello professionistico che dilettantistico, le scadenze saranno invece prorogate fino al 30 giugno. Quanto alle modalità di pagamento, questo sarà effettuato senza sanzioni né interessi e dovrà essere fatto in unica soluzione entro il 31 maggio, oppure in cinque rate di pari importo a decorrere dal mese di maggio.

Misure fiscali per famiglie, botteghe e negozi

Viene inoltre rimandata la scadenza per il pagamento, da parte delle famiglie, dei contributi spettanti a colf e badanti che cade tra il 23 febbraio e il 31 maggio. I versamenti potranno essere fatti entro il 10 giugno 2020 senza alcuna sanzione e senza il calcolo degli interessi.

Per i titolari di attività d’impresa che hanno un negozio o una bottega è previsto invece un credito d’imposta nella misura del 60% dell’importo dovuto per il canone di locazione relativo al mese di marzo 2020.

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