Reddito di cittadinanza: attenzione a questi errori da non commettere dopo il rinnovo del sussidio

Siamo ormai a ridosso della prima scadenza del reddito di cittadinanza, la misura che è stata introdotta dal primo governo Conte ormai un anno e mezzo addietro, e fortemente voluta dal Movimento 5 Stelle.

Scadono infatti i primi 18 mesi di Reddito di Cittadinanza, il che vuol dire che per tutti coloro che hanno continuato a percepire il sussidio ininterrottamente da marzo 2019, si arriva al primo stop, che come spiegato in altre occasioni prevede l’interruzione del sussidio per almeno un mese.

Abbiamo infatti già visto che dopo la scadenza del reddito di cittadinanza, è possibile chiedere il rinnovo ma per farlo bisogna attendere almeno un mese, durante il quale il beneficiario del Rdc non percepirà alcun sussidio.

L’interruzione per un mese del reddito di cittadinanza quindi non dipende da una eventuale mancanza dei requisiti, ma riguarda tutti coloro che intendono presentare nuovamente domanda dopo lo scadere dei primi 18 mesi di Rdc.

Il reddito di cittadinanza, un Paese diviso tra favorevoli e contrari

L’Italia è un Paese diviso su tutto, dove il più becero individualismo la fa sempre più da padrone. E la misura del Reddito di Cittadinanza ha creato l’ennesima spaccatura, dividendo il Paese tra chi è a favore e chi è contrario.

A favore del Rdc naturalmente sono tutti coloro che non avendo uno straccio di lavoro, o avendo passato anni ed anni a lavorare sottopagati, retribuiti a nero, e sfruttati senza alcuna garanzia per il domani, possono finalmente percepire (quando gli va bene) 790 euro al mese (che spesso sono più della paga che ricevevano per 10 ore di lavoro al giorno) standosene a casa invece che a sgobbare per far arricchire l’ennesimo becero individualista.

Contrari al reddito di cittadinanza invece sono tutti quei lavoratori che odiano il proprio mestiere, ma non lo possono lasciare. Molti di questi detrattori del Rdc, avendo il loro bravo stipendiuccio hanno pensato bene di comprare a rate tutto quello che hanno, dalla macchina allo smartphone, e ora sono inchiodati per il resto della loro vita (se gli va bene) in un posto di lavoro che odiano.

Per questi individui l’idea che qualcuno possa percepire la metà di quel che percepiscono loro senza fare nulla è veramente troppo, e ci perdono il sonno. Così come ci perdono il sonno quegli imprenditori schiavisti, che specie nei paesi del Meridione hanno sempre avuto il coltello dalla parte del manico, e non hanno mai avuto grossi problemi a trovare dipendenti che sgobbassero per una paga da fame.

Dopo il primo rinnovo cambia il Reddito di Cittadinanza, ecco come

Era solo il Movimento 5 Stelle a spingere perché venisse introdotto il Reddito di Cittadinanza, la Lega invece dovette cedere su questo punto ma non è mai stata favorevole. Contrari al reddito di cittadinanza erano, e sono tutt’ora, anche le altre forze politiche, ma come cambiano le alleanze cambiano anche le posizioni e il sussidio sta ancora lì.

Di recente però sono state introdotte alcune novità che riguardano il Reddito di Cittadinanza, come ad esmpio la decurtazione del sussidio quando questo non viene interamente speso (novità di inizio estate).

Non solo, perché se per i primi 18 mesi di reddito di cittadinanza il beneficiario poteva permettersi il ‘lusso’ di rifiutare fino a tre offerte di lavoro congrue, dopo il primo rinnovo le cose cambiano anche sotto questo aspetto. Il percettore del Rdc dovrà infatti accettare la prima offerta di lavoro congrua che gli verrà proposta, anche a costo di dovresi trasferire da solo o con tutta la famiglia a milla chilometri da casa.

Ma vediamo più precisamente in che modo cambiano le regole del Reddito di Cittadinanza dopo il rinnovo, iniziando dall’inizio.

Allo scadere dei primi 18 mesi del Reddito di Cittadinanza il beneficiario deve attendere un mese prima di presentare la domanda per il rinnovo. Perché la domanda venga accettata è necessario che sussistano tutti i requisiti previsti dalla legge, quindi reddito Isee, componenti del nucleo familiare, ecc… Se la domanda viene accettata allora il Rdc verrà di nuovo accreditato mensilmente per altri 18 mesi.

Se tutto va bene, cosa che non è facile dare per scontata di questi tempi, e l’Inps riesce a far fede ai vari impegni a cominciare dal pagamento delle pensioni, il Rdc verrà accreditato con la medesima cadenza di sempre.

Per tutto il periodo in cui si beneficia del sussidio si è tenuti a rispettare alcune norme, come prendere parte a eventuali corsi di formazione, prestare servizio per lavori socialmente utili ove richiesto, e via dicendo. Il beneficiario è anche tenuto a dare comunicazione all’Inps di eventuali variazioni del proprio reddito presentando il modulo SR181.

Anche in caso di rinnovo del Reddito di cittadinanza, il beneficiario dovrà comunque presentare il nuovo Isee da gennaio 2021. È fondamentale presentare questa documentazione perché in caso di mancata ottemperanza l’accredito del Reddito di Cittadinanza viene sospeso finché non si è provveduto ad aggiornare la DSU.

Può accadere che dalla nuova Isee si evinca che i requisiti economici per aver diritto al Reddito di Cittadinanza non risultano più rispettati. In questo caso si va incontro alla decadenza anticipata del beneficio.

Poi c’è il problema cui abbiamo accennato, quello dell’obbligo di accettare la prima offerta di lavoro congrua. Dopo il rinnovo del reddito di cittadinanza per altri 18 mesi, il beneficiario è tenuto infatti ad accettare la prima offerta di lavoro congrua, se oppone un rifiuto il diritto al sussidio decade immediatamente.

E se per i primi 18 mesi di reddito di cittadinanza al beneficiario era riconosciuto il diritto di rifiutare le prime due offerte di lavoro, dopo il rinnovo tale diritto è da ritenersi decaduto. Non solo, l’offerta di lavoro può arrivare da qualsiasi città d’Italia, senza alcun limite di distanza a differenza del limite che veniva applicato per la prima e per la seconda offerta di lavoro durante i primi 18 mesi di Reddito di Cittadinanza.

La misura del reddito di cittadinanza insomma è ancora lì ad un anno e mezzo dalla sua introduzione, ma l’ingranaggio che avrebbe dovuto portare ad una riorganizzazione dei centri per l’impiego, affinché il Rdc potesse fungere da trampolino di lancio per entrare nel mondo del lavoro, purtroppo non ha mai iniziato a funzionare. Evidentemente gli scansafatiche e i fannulloni non sono tutti a casa a percepire il reddito di cittadinanza.

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