Legge di Bilancio 2021: novità sulle pensioni, confermate le formule per il pensionamento anticipato

Tra le varie misure introdotte con la nuova manovra economica, alcune novità riguardano proprio il sistema pensionistico, con riferimento in particolare alle formule per il pensionamento anticipato come Quota 100, Opzione Donna e Ape Sociale.

Con la Legge di Bilancio 2021 si interviene finalmente sulla tanto discussa formula di Quota 100, che a partire dall’inizio del 2022 non sarà più possibile applicare. Al contempo si va ad allargare la platea dei potenziali pensionati che avranno la possibilità di accedere alla pensione anticipata attraverso una nuova formula dell’Ape Sociale.

Nella nuova finanziaria l’esecutivo ha anche inserito la proroga di Opzione Donna, una formula destinata alle lavoratrici italiane autonome e dipendenti, ma anche un nuovo conguaglio delle pensioni dello 0,1%, ed un aiuto per i lavoratori precoci che svolgono attività classificate come usuranti e gravose, nonché alcune novità che interessano i lavoratori “esodati”.

Non sono solo buone notizie, quelle che arrivano con l’entrata in vigore della Legge di Bilancio alla data dell’1 gennaio 2021, e tra quelle decisamente non buone troviamo il mancato aumento dell’assegno pensionistico, per il quale i potenziali beneficiari dovranno attendere il 2022. Gli aumenti delle pensioni previsti per il 2021 sono infatti stati tutti azzerati per via della bassa inflazione.

Legge di Bilancio 2021: ecco come fare per andare in pensione prima

La Legge di Bilancio 2021 proroga alcune delle formule che sono state messe in campo nel corso del 2020, alcune di queste però sono anche interessate da importanti novità.

Va anzitutto ricordato che il 2021 sarà l’ultimo anno nel corso del quale alcuni lavoratori potranno andare in pensione con il meccanismo sperimentale di Quota 100, che dal 2022 non sarà più disponibile. Con Quota 100, come noto, è possibile andare in pensione con 62 anni di età anagrafica e almeno 38 anni di contributi.

Per il 2021 quindi si potrà ancora usufruire di Quota 100 per andare in pensione prima rispetto a quanto stabilito dalla Legge Fornero, e in più l’esecutivo ha anche prorogato Opzione Donna. Si tratta di una opzione che permette alle donne lavoratrici di andare in pensione al raggiungimento del requisito anagrafico di 58 anni (che diventano 59 nel caso delle lavoratrici autonome) a patto che abbiano non meno di 35 anni di contributi versati.

La Legge di Bilancio approvata dal secondo governo Conte interviene anche sul pensionamento anticipato previsto attraverso la formula dell’Ape Sociale. In questo caso vediamo un ampio allargamento della platea di beneficiari, infatti potranno andare in pensione anche i lavoratori con almeno 63 anni di età che non risultano completamente in regola sotto l’aspetto contributivo.

Legge di Bilancio 2021: come andare in pensione con Quota 100

Il meccanismo di Quota 100 è stato introdotto dal primo governo Conte, quello a trazione Lega – 5 Stelle, con il decreto legge n. 4 del 28 gennaio 2019. Si tratta di un sistema sperimentale per il quale fu prevista anche una data di scadenza, fissata al 31 dicembre 2021.

Ciò vuol dire che a partire dal 1° gennaio 2022 non si potrà più andare in pensione con il sistema di Quota 100. Chi però riuscirà a raggiungere i requisiti specifici previsti dalla formula entro il 31 dicembre 2021 potrà andare in pensione ancora con questo sistema.

Potranno ancora beneficiare di Quota 100 per andare in pensione tutti quei lavoratori italiani, dipendenti ed autonomi, compresi quei lavoratori che risultano iscritti alla Gestione Separata INPS, che abbiano raggiunto i 62 anni di età anagrafica ed almeno 38 anni di contributi versati.

Sarà invece preclusa la possibilità di andare in pensione con Quota 100 al personale delle Forze Armate, delle Forze di Polizia penitenziaria, al personale dei Vigili del Fuoco e della Guardia di Finanza.

Legge di Bilancio 2021: confermata Opzione Donna per il 2021

La manovra economica varanta dal governo Conte bis ha confermato la proroga di Opzione Donna, la formula che permette il pensionamento anticipato per le lavoratrici italiane, sia autonome che dipendenti.

Avranno la possibilità di andare in pensione con Opzione Donna nel 2021 tutte quelle lavoratrici che risultano in possesso del requisito anagrafico dei 58 anni se dipendenti, che diventano 59 per le lavoratrici autonome, e che abbiano almeno 35 anni di contributi.

Le lavoratrici che decidono di usufruire di Opzione Donna per andare in pensione in anticipo accettano il calcolo dell’assegno pensionistico attraverso il metodo contributivo, che risulta come sappiamo meno vantaggioso rispetto al calcolo con il metodo retributivo.

Le lavoratrici che andranno in pensione con Opzione Donna nel 2021 si troveranno quindi con un assegno il cui importo sarà ridimensionato nella misura del 20/30% per l’intera durata del trattamento pensionistico.

Legge di Bilancio 2021: come andare in pensione con Ape Sociale

La formula per il pensionamento anticipato con Ape Sociale non solo è stata prorogata con la nuova legge di bilancio anche per il 2021, ma è interessata anche da alcune novità, che riguardano nello specifico l’estensione del trattamento con una nuova indennità speciale.

Possono andare in pensione prima con Ape Sociale quei lavoratori che hanno almeno 63 anni di età, e che rientrano tra le categorie di persone che vivono in condizioni di disagio.

In questi casi attraverso l’Ape Sociale questi lavoratori hanno la possibiltà di beneficiare di una indennità economica valida per l’intera durata del periodo compreso tra la data alla quale viene percepito per la prima volta l’assegno previsto dalla misura, fino a quella in cui si accede al trattamento previsto dalla pensione di vecchiaia.

Quali sono quindi i soggetti che possono andare in pensione con l’Ape Sociale? Troviamo tra i beneficiari chi assiste da almeno 6 mesi un parente di primo grado convivente affetto da disabilità grave a patto che risulti in possesso di una età contributiva di almeno 30 anni.

Possono accedere all’Ape Sociale anche quei lavoratori che presentano una riduzione della propria capacità lavorativa attraverso il riconoscimento di una invalidità civile. Anche in questo secondo caso è necessario che il richiedente risulti in possesso del requisito dell’età contributiva di almeno 30 anni.

Infine, hanno la possibilità di andare in pensione prima con l’Ape Sociale quei lavoratori dipendenti che svolgono da almeno sette anni delle attività ritenute rischiose o difficili, nonché quei lavoratori che hanno un’età contributiva di almeno 36 anni.

Legge di Bilancio 2021: non ci sarà nessun aumento delle pensioni

La causa è il basso livello di inflazione. Infatti per via dell’andamento negativo dell’inflazione, l’esecutivo giallo-rosso ha stabilito che per il 2021 l’importo degli assegni delle pensioni INPS non subiranno alcuna variazione.

In alcuni casi però alcuni assegni potrebbero comunque subire delle piccole variazioni, come un conguaglio a credito pari allo 0,1% rispetto a quello dell’importo dell’assegno percepito il 31 dicembre 2019.

Legge di Bilancio 2021: come si accede normalmente alla pensione di vecchiaia?

Abbiamo visto fin qui le varie opzioni a disposizione dei lavoratori che intendono andare in pensione prima, ma quali sono i requisiti necessari per accedere al tradizionale trattamento previsto dalla pensione di vecchiaia?

Stando alle leggi attualmente vigenti, chi non accede al trattamento pensionistico attraverso le varie formule che abbiamo visto fino a questo momento, può andare in pensione al raggiungimento di una età anagrafica di 67 anni con almeno 20 anni di contributi lavorativi.

Per quel che concerne invece le soglie contributive che è necessario aver raggiunto per accedere alla pensione anticipata, si parla di 42 anni e 10 mesi per gli uomini e di 41 anni e 10 mesi per le donne.

Legge di Bilancio 2021: prorogato fino al 2023 l’accompagnamento alla pensione INPS

Tra le varie novità che riguardano il tema pensioni contenute nella nuova manovra economca troviamo anche la proroga fino al 2023 del periodo per accedere alla prestazione di accompagnamento alla pensione prevista dall’articolo 4, comma 2, della legge n. 92 del 28 giugno 2012.

Per quel che riguarda le disposizioni contenute nella Legge di Bilancio 2021 su questo punto, l’Inps ha fornito dei chiarimenti circa il periodo massimo di fruizione con il messaggio n. 227 del 20 gennaio 2021.

Cominciamo però chiarendo di cosa si tratta esattamente, cioè cos’è l’accompagnamento alla pensione Inps e chi può beneficiarne. È previsto dall’attuale normativa che possano essere erogate prestazioni di accompagnamento alla pensione che siano totalmente a carico del datore di lavoro in caso di ristrutturazione, crisi e riorganizzazione aziendale, e riduzione o trasformazione dell’attività di lavoro.

Chi può accedere a questo trattamento? Anzitutto i lavoratori dipendenti a tempo indeterminato, ma anche i dirigenti in esubero, a patto che vengano rispettati alcuni requisiti.

Su Quifinanza leggiamo inoltre che “l’accordo aziendale diventa effettivo dopo la validazione dell’Inps, che rilascia al datore di lavoro un prospetto con le informazioni che riguardano l’onere mensile stimato del programma di esodo annuale”.

Per quel che riguarda invece l’importo dell’accompagnamento alla pensione, questo viene calcolato come la pensione alla data di cessazione del rapporto di lavoro, ma si esclude la contribuzione correlata, che invece viene versata dal datore di lavoro anche per l’intera durata del periodo di esodo.

Il primo pagamento viene liquidato a partire dal mese successivo a quello in cui si è completata la risoluzione del rapporto di lavoro, indipendente da quale sia stata la data in cui la domanda è stata presentata.

Il trattamento di accompagnamento alla pensione viene erogato per un totale di tredici mensilità, e viene disposto in rate mensili anticipate. Quanto al regime fiscale della prestazione, è quello della tassazione ordinaria. Tale trattamento cessa in ogni caso alla sua scadenza, senza possibilità che si trasformi in maniera automatica in pensione ordinaria. L’interessato pertanto dovrà presentare regolare domanda all’Inps.

Il messaggio dell’Inps n. 227 del 20 gennaio 2021, che riporta la firma della direttrice generale Gabriella Di Michele, specifica che per le domande di pensione anticipata che verranno presentate entro il 1° dicembre 2023, data della ultima decorrenza, e con la fine del rapporto di lavoro al 30 novembre 2021, il periodo di fruizione massimo può essere portato fino ad un totale di 7 anni.

Inizialmente con la legge Fornero si prevedeva per lo scivolo pensionistico fino ad un massimo di 4 anni di anticipo rispetto alla data per il pensionamento ordinario. Con la Legge di Bilancio 2018 invece si interviene portando il periodo fino a 7 anni, fino al 2020, misura che è stata poi confermata dalla nuova manovra economica entrata in vigore il 1° gennaio 2021.

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