Approvata direttiva europea che aumenta il numero di soggetti che possono spiare i conti in banca

Una normativa europea recentemente entrata in vigore estende la platea di soggetti che sono autorizzati a ‘spiare’ i conti correnti di tutti i contribuenti. Le finalità nemmeno a dirlo sono quelle dei controlli in chiave anti-riciclaggio e contro il finanziamento del terrorismo, ma nel mirino ci sono anche piccoli e grandi evasori fiscali.

La direttiva europea in questione è la 2019/1153, che permette ad una pluralità di soggetti di osservare e monitorare i conti correnti bancari, registrando gli spostamenti di denaro ritenuti sospetti al fine di appurare eventuali irregolarità che potrebbero essere legate a casi di riciclaggio, finanziamento del terrorismo e naturalmente evasione fiscale.

Quali sono gli enti che possono spiare il conto corrente?

La nuova normativa europea che permette ad un maggior numero di soggetti di controllare la giacenza media dei conti correnti bancari e le operazioni di entrata e uscita di denaro è stata approvata dal Consiglio dei Ministri il 5 agosto.

È passato quindi il decreto legislativo inerente la “Attuazione della direttiva (UE) 2019/1153, che reca disposizioni per agevolare l’uso di informazioni finanziarie e di altro tipo a fini di prevenzione, accertamento, indagine o perseguimento di determinati reati, e che abroga la decisione 200/642/GAI”.

Non si tratta però dell’unica normativa che interessa la questione del controllo sui conti correnti, ve ne sono infatti altre due, la 2019/878 e la 2018/1673 che costituiscono l’Action Plan pubblicato dalla Commissione Ue il 7 maggio scorso.

Si tratta di un progetto attraverso il quale l’Ue intende effettuare un giro di vite contro il riciclaggio di denaro ed il finanziamento al terrorismo internazionale ma non solo.

Per i contribuenti italiani cosa cambia di fatto? Prima di tutto aumenta il numero di soggetti che ottengono dall’Anagrafe tributaria l’autorizzazione ad accedere ai conti correnti. Ciò viene stabilito dall’articolo 3 del decreto che di fatto garantisce l’accesso ai seguenti soggetti:

  • ufficio nazionale per il recupero dei beni (Aro)
  • autorità giudiziaria
  • uffici della polizia giudiziaria
  • ministero dell’interno
  • Capo della polizia
  • questori
  • direttore della Direzione investigativa antimafia

Questi soggetti avranno quindi la possibilità di accedere a tutte le informazioni contenute nell’anagrafe tributaria sui conti correnti bancari senza di fatto uscire dal proprio ambito di competenza a patto che tali attività di monitoraggio rientrino nell’ambito di un procedimento penale oppure risultino necessarie al fine di applicare le misure di prevenzione patrimoniali delle leggi antimafia.

Esiste però anche la possibilità che l’Unità d’Informazione Finanziaria di Bankitalia Spa, la Guardia di Finanza e la DIA richiedano informazioni nel rispetto del segreto delle indagini.

Quando un conto in banca può essere messo sotto osservazione?

Perché si possa spiare un conto corrente bancario è necessario che ci siano delle valide ragioni. La richiesta di accesso alle informazioni sui conti bancari contenute nell’anagrafe tributaria può essere fatta solo nel caso in cui siano in corso delle indagini per reati gravi come il riciclaggio di denaro o il finanziamento a gruppi terroristici.

La direttiva europea approvata il 5 agosto dal Cdm prevede anche che ci possa essere uno scambio di informazioni sui conti correnti nei casi in cui arrivi una richiesta direttamente dall’Europol.

Vi sono quindi specifici reati per i quali lo scambio di informazioni diventa necessario, e questi sono specificati nel decreto di recepimento. I reati sono quelli previsti dalla direttiva 2018/1673 sulla lotta al riciclaggio attraverso il diritto penale e sono i seguenti:

  • partecipazione a un gruppo criminale organizzato e al racket
  • reati ambientali
  • terrorismo
  • omicidio, lesioni fisiche gravi
  • tratta di esseri umani e traffico di migranti
  • rapimento, sequestro di persona e presa di ostaggi
  • sfruttamento sessuale
  • rapina o furto
  • traffico illecito di stupefacenti e sostanza psicotrope
  • contrabbando
  • traffico illecito di armi
  • reati in materia di imposte dirette e indirette
  • traffico illecito di beni rubati e altri beni
  • estorsione
  • corruzione
  • pirateria
  • falsificazione di moneta
  • abuso di informazioni privilegiate e manipolazione del mercato
  • contraffazione e pirateria di prodotti
  • criminalità informatica.

Sono tutti reati per i quali è prevista una pena detentiva o altre misure privative della libertà da un minimo di 6 ad un massimo di 12 mesi.

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