Riforma fiscale, raggiunto l’accordo. Gli scaglioni Irpef diventano 4 e addio al bonus Renzi

Con la nuova manovra economica sono stati stanziati ben 8 miliardi di euro per ridurre la pressione fiscale, e almeno 6 di questi 8 miliardi saranno destinati al taglio dell’Irpef. A quanto si apprende proprio in queste ore, le forze che compongono la maggioranza guidata da Mario Draghi sono giunte ad un accordo sulla rifora del fisco, introducendo in particolare due novità: gli scaglioni diventano 4 e il bonus Renzi viene soppresso.

Naturalmente non è così semplice riassumere le modifiche che la riforma fiscale contenuta nella Legge di Bilancio 2022 introdurrà, quindi proviamo ad approfondire i vari aspetti e a capire in che modo cambieranno le cose (e le retribuzioni) per i lavoratori a seconda della fascia di reddito cui appartengono.

Per redditi sotto i 15 mila euro nessuna buona notizia

Nei vari articoli dedicati alle novità che verranno introdotte con la riforma fiscale si parla di nessuna novità per i lavoratori con reddito fino a 15 mila euro, ma una novità, tutt’altro che positiva peraltro, in realtà c’è, e riguarda il bonus Renzi.

Con la riforma fiscale messa a punto dall’attuale esecutivo il bonus Renzi, che inizialmente era da 80 euro e si è successivamente trasformato nel bonus 100 euro in busta paga, viene soppresso.

Per l’esattezza leggiamo che viene ‘assorbito’ dalle nuove detrazioni previste dalla riforma fiscale, tuttavia non è ancora chiaro in che modo coloro che si trovano nella fascia di reddito fino a 15.000 euro, corrispondente al primo scaglione Irpef con tassazione al 23%, questo bonus da 100 euro venga compensato.

Quindi più che nessuna novità è il caso di dire che, almeno per il momento, c’è sicuramente una novità, che è la cancellazione del bonus in busta paga da 100 euro, e di certo non è una buona notizia per tutti quei lavoratori che alla fine dell’anno si ritrovavano con circa 1.200 euro in più.

Per le famiglie meno abbienti il bonus Renzi rimpiazzato dall’assegno universale?

Chi percepisce un reddito fino a 15.000 euro l’anno, trovandosi nel primo scaglione Irpef per il quale non è prevista nessuna modifica nella riforma fiscale, non trarrà alcun beneficio dalle modifiche previste che andranno invece ad avvantaggiare soprattutto il ceto medio.

Non solo questa riforma prevede maggiori detrazioni solo per i redditi che vanno dai 15.000 euro in su, ma per i redditi al di sotto di questa soglia viene anche cancellato il bonus Renzi.

Un effetto negativo che, quanto meno per le famiglie in difficoltà, ad esempio famiglie con reddito basso e figli a carico, viene compensato dai vantaggi derivanti dall’introduzione dell’assegno universale unico.

Se le modifiche che verranno introdotte con la riforma fiscale contenuta nella Legge di Bilancio diverranno effettive a partire dal 2022, anche l’assegno universale unico, salvo ulteriori ritardi, dovrebbe entrare in vigore nello stesso periodo, rimpiazzando così il bonus Renzi almeno in parte e in una qualche misura, per alcune famiglie.

Cosa cambia quindi nelle buste paga dei lavoratori con reddito fino a 15 mila euro? L’aliquota dovrebbe rimanere invariata, in compenso però sparisce il bonus da 100 euro in busta paga. La riforma fiscale sembra quindi penalizzare soprattutto questa fascia di reddito, che però dovrebbe poter contare su qualche vantaggio derivante dall’assegno universale unico.

Questo vantaggio però riguarda solo le famiglie con figli a carico fino a 21 anni di età, inoltre questo assegno che permette di ottenere a partire da marzo 2022 fino a 175 euro al mese per il primo e secondo figlio a carico, comprende altre forme di sostegno precedentemente previste da misure differenti.

In altre parole al netto dei 100 euro in busta paga che non verranno più riconosciuti, non è possibile al momento stabilire se per queste fasce di reddito alla fine del mese le buste paga saranno più ricche oppure no.

La cancellazione del bonus Renzi è sicura?

Insomma il bonus Renzi, o meglio il bonus da 100 euro in busta paga derivante dal taglio del cuneo fiscale, sembra destinato a scomparire con l’arrivo del nuovo anno, ma è ormai cosa fatta? In realtà una conferma ufficiale della sua cancellazione non è ancora arrivata, tuttavia anche sul quotidiano La Stampa si parla della cancellazione di questo bonus in busta paga che verrebbe inglobato dalle nuove detrazioni.

Su Money.it si era parlato ad esempio della cancellazione del bonus da 100 euro in busta paga, e questo accadeva già quest’estate, quando si iniziava a parlare di quali sarebbero state le novità introdotte con la riforma fiscale su cui la maggioranza di governo ha raggiunto ieri un accordo.

In quell’occasione si parlava infatti del lavoro di sfoltimento di bonus e agevolazioni fiscali e che “dai lavori delle Commissioni Finanze è emersa la possibilità di cancellare il bonus da 80 e 100 euro in busta paga, a patto però che vi sia una riduzione consistente dell’Irpef sui redditi da lavoro”.

Su TrendOnline leggiamo oggi che “la riforma fiscale, in effetti, avrà degli effetti anche sulla busta paga dei lavoratori e, a parte il bonus Renzi, che verrà plausibilmente cancellato, introdurrà altre agevolazioni e detrazioni per le varie fasce di reddito. Si passerà da 100 a 920 euro l’anno, in base al proprio scaglione di appartenenza”.

Sulle novità che verranno introdotte è intervenuto anche il responsabile economico del Pd, Antonio Misiani, il quale ha spiegato che con la riforma fiscale “i vantaggi possono superare i 700 euro per alcune fasce di contribuenti del terzo scaglione Irpef, attualmente compreso tra 28 mila e 55 mila euro.

Raggiunto l’accordo sulla riforma fiscale: gli scaglioni Irpef diventano 4

Erano 5 e continueranno ad essere 5 fino alla fine dell’anno, gli scaglioni Irpef, ma a partire dal 2022 saranno solo 4. Questo è quanto previsto dalla bozza della Legge di Bilancio contenente la riforma fiscale del governo Draghi.

Si tratta di una modifica che riguarderà almeno 7 milioni di contribuenti, per un totale di 8 miliardi di euro messi in campo per ridurre la pressione fiscale e di questi, 6,5 – 7 miliardi serviranno per il taglio dell’Irpef. 1 miliardo di euro invece sarà destinato al taglio dell’Irap.

Gli scaglioni Irpef subiranno un cambiamento importante prima di tutto perché, come accennato, da 5 diventeranno solo 4, ma anche perché, inevitabilmente, verranno applicate percentuali di detrazioni diverse.

Ne risulterà che all’indomani della riforma fiscale contenuta nella Legge di Bilancio 2022 gli scaglioni Irpef saranno i seguenti:

  • Reddito fino a 15 mila euro: 23%
  • Reddito compreso tra 15 mila e 28 mila euro: 25%
  • Reddito compreso tra 28 mila e 50 mila euro: 35%
  • Reddito oltre i 50 mila euro: 43%.

Per un confronto immediato vediamo anche quali sono gli scaglioni Irpef oggi:

  • Reddito fino a 15 mila euro: 23%
  • Reddito compreso tra 15 mila e 28 mila euro: 27%
  • Reddito compreso tra 28 mila e 50 mila euro: 38%
  • Reddito compreso tra 50 mila e 75 mila euro: 41%
  • Reddito superiore a 75 mila euro: 43%.

Quello che appare lampante è che vi è un incremento della pressione fiscale per la fascia di reddito compresa tra 50 e 75 mila euro. In questo caso infatti con l’attuale sistema la tassazione è al 41%, mentre dopo la riforma fiscale Draghi sarà al 43%.

È anche vero però che chi percepisce un reddito superiore a 50 mila euro trarrà comunque beneficio dal fatto che per i redditi tra 15 mila e 50 mila euro la pressione fiscale è notevolmente ridotta. Pagherà infatti il 2% in meno fino a 28 mila euro di reddito, ed il 3% in meno fino a 50 mila euro.

Sono previste anche delle modifiche per la no tax area, cioè per chi ha un reddito fino a 8.000 euro circa, ma per saperne di più sarà necessario attendere i prossimi giorni.

Come cambiano le buste paga con la riforma fiscale

Il taglio dell’Irpef attraverso la riduzione degli scaglioni da 5 a 4, e la modifica delle percentuali delle detrazione per il secondo e terzo scaglione produrrà a partire dal mese di gennaio 2022 concreti effetti sulle buste paga di almeno 7 milioni di contribuenti secondo i dati Istat.

Ma cosa cambierà esattamente e per chi? Ma soprattutto la domanda che milioni di lavoratori si pongono è se questo produrrà delle buste paga più ricche oppure più povere, e se sì chi è che ne beneficerà o ne pagherà il prezzo.

Il fatto che il bonus da 100 euro venga messo da parte non è certo il migliore degli inizi, restano però le detrazioni seppur sotto una forma diversa. Per i redditi più bassi l’aliquota dovrebbe restare invariata, quindi la busta paga in teoria dovrebbe restare la stessa di prima, ma con o senza il bonus Renzi? La cosa non è ancora del tutto chiara.

La riforma dovrebbe incidere però soprattutto sulla busta paga dei redditi superiori a 15 mila euro. Prendiamo il caso di un reddito di 20 mila euro, che dovrebbe beneficiare di una riduzione dell’Irpef annuale di circa 100 euro, passando da 2.900 a 2.800 euro l’anno, per un guadagno in busta paga di circa 8,30 euro. Cifra piuttosto lontana dai 100 euro erogati con l’ex bonus Renzi.

Traggono beneficio dalla riforma fiscale Draghi i redditi fino a 30 mila euro, tra l’altro in misura maggiore rispetto ai redditi fino a 20 mila euro. In questo caso infatti grazie alla riduzione dell’aliquota sarà possibile risparmiare circa 320 euro l’anno. L’Irpef lorda passa infatti da 5.840 a 5.520 euro, per un guadagno mensile in busta paga di circa 26,6 euro.

Poi ci sono i redditi intorno ai 40 mila euro che ottengono benefici ancora maggiori, pagando un’Irpef lorda pari a 9.200 euro, per un risparmio di 620 euro l’anno. Invece chi ha un reddito fino a 50 mila euro può risparmiare 920 euro l’anno, visto che pagherà un’Irpef lorda di 12.520 euro.

Se si sale ancora come reddito i vantaggi iniziano a ridursi, infatti chi ha un reddito di 60 mila euro l’anno risparmierà circa 570 euro, e per i redditi intorno ai 100 mila euro il risparmio scenderà a 270 euro.

Sulla base di questi dati non si può che dedurre che a trarre maggior beneficio dalla riforma fiscale di Mario Draghi saranno i ceti medio-alti, e la fascia di reddito che ci guadagnerà di più sarà quella dei 50 mila euro.

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