Caldaie a gas al bando, scatta il divieto di vendita, ecco da quando e per chi

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La data è stata infine fissata, ed ora entro una manciata di anni in tutta l’Ue scatterà il divieto di vendere, e quindi installare, caldaie a gas. Il divieto di vendita delle caldaie a gas interesserà tutti i Paesi dell’Unione Europea, Italia inclusa naturalmente, come stabilito dalla Commissione Ue proprio in questi giorni.

La decisione si colloca nella cornice del pacchetto RePowerEu, per ridurre il più rapidamente possibile la dipendenza energetica dalla Russia. Tuttavia si tratta di un progetto che dovrebbe realizzarsi nel lungo termine, il che la dice lunga su quanto siano realistiche le speranze in un ricongiungimento con la Russia nella prospettiva di una pace duratura in Europa.

Vietata la vendita di caldaie a gas in tutta Europa, da quando

La Commissione Ue, nell’ambito del piano REPowerEu, ha deciso di imporre il divieto di vendita di caldaie autonome a gas già a partire dal 2029. Prima che scatti il divieto comunque si dovranno compiere dei passi intermedi che dovrebbero portare gradualmente i Paesi europei verso un minor consumo di gas e quindi verso una minore dipendenza dalle forniture dalla Russia.

Nei piani di Bruxelles, nel giro di sette anni dovrebbe essere possibile sostituire le caldaie a gas con impianti a pompa di calore e pannelli solari. Il pretesto ambientalista sembra passare in secondo piano, seppur la decisione appaia con esso perfettamente in linea, ora la priorità è quella di rendere più profonda e definitiva la frattura con l’economia russa, ed ha quindi ragioni prettamente politiche.

Lo stop alla vendita delle caldaie a gas in tutta l’Ue scatterà solo dal 2029, ma cos’altro sappiamo del divieto in arrivo? Le linee guida pubblicate da Bruxelles spiegano che per raggiungere una maggiore indipendenza dalle risorse energetiche russe è necessario introdurre “limiti di progettazione ecocompatibile più rigorosi per i sistemi di riscaldamento, che implicano il 2029 come data finale per l’immissione sul mercato di caldaie a combustibili fossili autonome”.

L’Ue ha inoltre previsto di declassare tra il 2025 e il 2026 le etichette sulla performance energetica delle caldaie a combustibile fossile. Non sarà subito introdotto quindi il divieto di vendita, ma inizialmente si agirà per mezzo di disincentivi di diversa natura, che dovrebbero portare ad una riduzione dell’utilizzo di vecchi sistemi di riscaldamento a gas.

L’Ue verso l’obbligo di installare pannelli fotovoltaici sulle case

Nel frattempo si dovrebbe passare anche per l’obbligo di installazione di pannelli solari nelle case, a cui si aggiungeranno incentivi per l’installazione di pompe di calore. Anche l’obbligo di installare pannelli solari sui tetti di tutte le case d’Europa dovrebbe essere introdotto per gradi, e dovrebbe riguardare solo le superfici superiori ai 250 metri quadrati.

Le tappe dell’obbligo di installazione di pannelli fotovoltaici dovrebbero essere le seguenti:

  • 2026: gli edifici pubblici e commerciali di nuova costruzione dovranno essere tutti dotati di impianti a pannelli solari entro la fine dell’anno
  • 2027: entro la fine dell’anno anche gli edifici pubblici e commerciali già costruiti dovranno avere impianti a pannelli solari
  • 2029: l’obbligo di installazione di impianti con pannelli fotovoltaici sarà esteso a tutti gli edifici residenziali di nuova costruzione.

Uno dei primi passi da compiere per raggiungere gli obiettivi fissati nel piano RePowerEu è l’eliminazione delle agevolazioni degli Stati membri attualmente disponibili per l’installazione di “caldaie a combustibile fossile negli edifici a partire almeno dal 2025”.

Verranno invece incentivate misure di sostegno alle pompe di calore, e si andranno ad agevolare gli interventi per la sostituzione delle vecchie caldaie “nonché l’allacciamento a sistemi di teleriscaldamento efficienti nelle aree densamente popolate”.

Divieto alla vendita di caldaie a gas, perché e a cosa serve

Entro il 2029 in tutta l’Ue sarà vietata la vendita delle caldaie a gas, quelle stesse caldaie che attualmente sono utilizzate per il riscaldamento e per l’acqua calda della stragrande maggioranza degli edifici privati e pubblici.

Sul sito dell’Ue, a proposito del divieto alla vendita di caldaie a gas leggiamo che “a sostegno di REPowerEu sono già disponibili 225 miliardi di euro sotto forma di prestiti nell’ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza (RRF). Oggi la Commissione ha adottato atti giuridici e orientamenti a uso degli Stati membri sulla modifica e l’integrazione dei piani per la ripresa e la resilienza nel contesto di REPowerEu“.

Sul tema troviamo anche il tweet della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, che ha tenuto a ricordare: “più diventiamo interdipendenti in Europa, più diventiamo indipendenti dalla Russia” e ancora “l’obiettivo finale è un mercato europeo interconnesso per l’energia pulita. Questo è il fondamento di una vera Unione dell’energia pulita. Ed è così che noi ripotenziamo l’Ue”.

La Commissione Ue sul sito ufficiale ha pubblicato un comunicato nel quale spiega che “la sostituzione del carbone, del petrolio e del gas naturale nei processi industriali ridurrà le emissioni di gas a effetto serra e rafforzerà la sicurezza e la competività. Il risparmio energetico, l’efficienza, la sostituzione dei combustibili, l’elettrificazione e una maggior diffusione dell’idrogeno rinnovabile, del biogas e del biometano ad opera dell’industria potrebbero far risparmiare fino a 35 miliardi di metri cubi di gas naturale entro il 2030 in aggiunta a quanto previsto dalle proposte del pacchetto ‘Pronti per il 55%'”.

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