una classe con alunni seduti ai banchi durante la lezione

Con il decreto Aiuti bis ci saranno piccoli aumenti per lavoratori dipendenti con ricavi fino a 35 mila euro, grazie al taglio del cuneo fiscale, ma sarà la categoria dei docenti a ritrovarsi con una busta paga decisamente più ricca grazie alle novità contenute nel nuovo decreto.

Il secondo decreto Aiuti infatti introduce interessanti aumenti per gli insegnanti, ma solo se in possesso di determinati requisiti strettamente legati al lavoro svolto. Lo stesso decreto prevede la possibilità, come gli stessi sindacati evidenziano, di riconoscere dei “premi” ad alcuni docenti.

La platea di beneficiari degli aumenti previsti per gli insegnanti dal decreto Aiuti bis è quindi composta da quei soggetti che i sindacati definiscono insegnanti “pagati a premi”? In sostanza si tratta di una sorta di “regalo” di ben 5.650 euro annui in più in busta paga, e considerate le condizioni da soddisfare per l’accesso all’aumento probabilmente è legittimo parlare di un premio.

A chi spetta l’aumento in busta paga da 5.650 euro annui

L’aumento in busta paga per i docenti per un importo annuo complessivo di 5.650 euro spetta solo al cosiddetto docente esperto, ma quali sono esattamente le condizioni da soddisfare per rientrare in questa categoria? Il “regalo” che viene riconosciuto nella forma di “assegno annuale ad personam” spetta a chi “conseguirà una valutazione positiva nel superamento di tre percorsi formativi consecutivi e non sovrapponibili”.

Tutto ciò è reso possibile dalle modifiche introdotte dal ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, che prima di lasciare il suo dicastero ha fatto approvare nel decreto Aiuti bis un articolo che cambia in maniera sostanziale la carriera dei docenti.

Sulla base di quanto previsto dalla Legge 76/22 sulla formazione degli insegnanti, ora esiste una nuova figura, che è appunto quella del docente esperto, ma nella quale rientra un numero ristretto di insegnanti.

Di fatto con queste modifiche inserite nel decreto Aiuti bis si va a modificare la formazione premiale dei docenti del Pnrr2, introducendo la figura del docente esperto. Per rientrare in questa definizione è necessario ricevere 3 valutazioni positive ai corsi di formazione triennali, ma non tutti avranno la possibilità di accedere ai ricchi aumenti previsti, e si stima che saranno solo 8 mila gli insegnanti che ogni anno potranno conquistare questo traguardo. Lo scatto di merito quindi riguarderebbe poco più dell’1% del corpo docente.

Inizialmente il meccanismo era quello delineato dal decreto legge n.36 che prevedeva un premio una tantum il cui importo sarebbe stato del 10/20% dello stipendio del docente avente diritto all’aumento. Vale a dire quel docente che avesse superato i corsi triennali di formazione incentivata, senza limiti prestabiliti riguardanti la platea dei beneficiari, fatta eccezione per quelli legati alla disponibilità di risorse.

Con il decreto Sostegni bis però si va ad intervenire su questo meccanismo e si inserisce l’articolo n.37 con cui si prevede che “i docenti di ruolo che abbiano conseguito una valutazione positiva nel superamento di tre percorsi formativi consecutvi e non sovrapponibili… possono accedere alla qualifica di docente esperto e maturano conseguentemente il diritto ad un assegno annuale ad personam di importo pari a 5.650 euro che si somma al trattamento stipendiale in godimento”.

Essere docente esperto comunque non comporta di per sé carichi di lavoro o funzioni diverse da quelle di qualsiasi altro docente, ma soprattutto il testo dell’articolo che introduce la modifica prevede il numero massimo di “docenti esperti”.

Il nuovo dl infatti prevede “un contingente di docenti definito con il decreto di cui al comma 5 e comunque non superiore a 8 mila unità per ciascuno degli anni 2032/2033, 2033/2034, 2034/2035 e 2035/2036″.

Aumenti in busta paga solo ai docenti esperti, le critiche dei sindacati

Ad essere classificati come docenti esperti saranno infatti in tutto 8 mila insegnanti, e saranno solo loro a ricevere l’aumento da 5.650 euro annui. Ai sindacati questa novità non piace, ed hanno subito emesso un comunicato congiunto che attacca apertamente il governo dimissionario guidato da Mario Draghi, colpevole di aver disegnato “ad agosto l’impianto della scuola nei prossimi anni”.

Il parere critico è stato espresso dai segretari generali di Flc CGIL, Cisl e Uil Scuola, Gilda Unams e Snals Confsal, secondo i quali “la scuola non può andare avanti con ottomila docenti esperti, dopo un percorso selettivo che dura nove anni, mentre funziona quotidianamente con centinaia di migliaia di docenti sottopagati”.

“È evidente, che si trovano i soldi per tutto tranne che per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro scaduto da oltre tre anni” fanno notare i segretari generali Ivana Barbacci, Elvira Serafini, Francesco Sinopoli, Giuseppe D’Aprile e Rino Di Meglio, i quali evidenziano che “sarebbe invece il momento di dare un segnale forte al mondo della scuola finanziando adeguatamente il rinnovo”.

I sindacati quindi promettono di dare battaglia su questo tema, e rifiutano in blocco le novità volute dal ministro dell’Istruzione. Le intenzioni sono chiare, come si evince anche dalle dichiarazioni rilasciate da Francesco Sinopoli a Il Fatto Quotidiano online.

“Sono arrabbiatissimo e indignato” dice il segretario nazionale Flc CGIL “le pare che in piena estate passi una proposta di questo genere dopo che abbiamo già espresso la nostra contrarietà? Dobbiamo fermare questo scempio“.

I sindacati quindi ci proveranno in ogni modo a far cancellare questa novità inserita nel decreto Aiuti bis, infatti fanno sapere che “per il prossimo 8 settembre abbiamo invitato tutti i partiti politici a confrontarsi con i sindacati del settore scuola per capire le loro reali intenzioni, ma intanto vogliamo una risposta immediata: lo stralcio del provvedimento delle misure che riguardano la scuola, che vanno riportate a materia contrattuale, e l’individuazione delle risorse per chiudere il negoziato in atto per il contratto di un milione di persone”.

Il premio per “docenti esperti” un risultato importante per l’Ancodis

Non è solo il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ad esprimere soddisfazione per le novità inserite nel decreto Aiuti bis, ma anche i capigruppo di Italia Viva in commissione Cultura alla Camera e al Senato, Gabriele Toccafondi e Daniela Sbrollini, e la capogruppo di Forza Italia, Valentina Aprea.

Insieme al loro arriva anche il parere positivo dell’Ancodis, associazione nazionale collaboratori dei dirigenti scolastici. “Finalmente si incomincia a riconoscere che non è più il tempo dell’appiattimento della professione docente considerata la complessità della scuola autonoma e moderna” ha detto il presidente di Ancodis Rosolino Cicero “si è aperta la strada all’ammodernamento di un sistema vecchio e statico”.

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