Monete, investimento

Si avvicina rapidamente la scadenza del 29 luglio 2025, data oltre la quale non sarà più possibile beneficiare delle agevolazioni previste per la regolarizzazione della dichiarazione IVA omessa. I contribuenti che non hanno rispettato il termine ordinario del 30 aprile scorso hanno ancora poche ore per rimediare alla mancata presentazione del modello IVA 2025, relativo all’annualità 2024.

Il quadro normativo della dichiarazione tardiva

L’ordinamento tributario italiano prevede specifiche modalità per la regolarizzazione delle omissioni dichiarative attraverso il ravvedimento operoso. Nel caso della dichiarazione IVA, il legislatore ha stabilito che i soggetti passivi possano presentare la dichiarazione in ritardo entro 90 giorni dalla scadenza ordinaria, versando una sanzione significativamente ridotta rispetto a quella che si applicherebbe in caso di accertamento da parte dell’Amministrazione finanziaria.

La disciplina del ravvedimento operoso, introdotta per incentivare l’adempimento spontaneo degli obblighi tributari, consente di beneficiare di una riduzione della sanzione pari a un decimo del minimo edittale. La previsione si inserisce nel più ampio contesto delle politiche di compliance fiscale volte a favorire la collaborazione tra contribuenti e fisco, riducendo il contenzioso e incentivando l’emersione spontanea delle violazioni.

L’istituto assume particolare rilevanza nel panorama delle imposte indirette, dove la tempestività degli adempimenti dichiarativi riveste carattere essenziale per il corretto funzionamento del sistema IVA europeo e per l’efficace controllo dei flussi commerciali.

Modalità operative e aspetti procedurali

La regolarizzazione della dichiarazione IVA tardiva richiede il rispetto di precise modalità operative. La dichiarazione deve essere necessariamente trasmessa in via telematica, utilizzando i canali ufficiali dell’Agenzia delle Entrate. I contribuenti possono procedere autonomamente attraverso i servizi online dell’Agenzia oppure avvalersi del supporto di intermediari abilitati, quali commercialisti, consulenti del lavoro o CAF.

Il versamento della sanzione, quantificata in 25 euro, deve essere effettuato utilizzando il modello F24, indicando il codice tributo 8911 specificamente previsto per questa tipologia di irregolarità. È fondamentale che il pagamento sia contestuale o antecedente alla presentazione della dichiarazione tardiva, poiché rappresenta condizione necessaria per l’applicazione del regime sanzionatorio agevolato.

La procedura telematica garantisce l’immediata acquisizione della dichiarazione da parte del sistema informativo dell’Agenzia delle Entrate, con conseguente attribuzione della data di presentazione e verifica del rispetto dei termini per il ravvedimento. Particolare attenzione deve essere prestata alla corretta compilazione di tutti i campi obbligatori del modello, al fine di evitare errori che potrebbero comportare la reiezione della trasmissione.

Conseguenze della mancata regolarizzazione

Il superamento del termine del 29 luglio 2025 comporta il passaggio dalla categoria della dichiarazione tardiva a quella della dichiarazione omessa, con significative ripercussioni sul piano sanzionatorio e procedurale. La dichiarazione presentata oltre tale data, pur mantenendo valore probatorio e costituendo titolo per la riscossione dell’imposta eventualmente dovuta, non beneficia più del regime agevolato del ravvedimento operoso.

In caso di dichiarazione omessa, l’Amministrazione finanziaria può procedere con l’attività di accertamento, applicando le sanzioni ordinarie previste dall’articolo 5 del decreto legislativo 471/1997. Tali sanzioni, significativamente più onerose rispetto ai 25 euro del ravvedimento, variano dal 120% al 240% dell’imposta dovuta, con un minimo di 258 euro per ciascun periodo d’imposta.

L’omessa presentazione della dichiarazione comporta inoltre l’interruzione del rapporto collaborativo con l’Amministrazione finanziaria, precludendo l’accesso a eventuali benefici procedimentali e aumentando la probabilità di controlli fiscali. Il contribuente si espone inoltre al rischio di iscrizione a ruolo dell’imposta presunta, con le relative procedure esecutive per il recupero coattivo del credito tributario.

Strategie di compliance e gestione del rischio fiscale

Per i professionisti che assistono i contribuenti nella gestione degli adempimenti IVA, la scadenza del 29 luglio rappresenta un momento cruciale per la valutazione delle strategie di compliance fiscale. È essenziale procedere con una ricognizione sistematica della clientela per identificare eventuali situazioni di omessa presentazione e valutare l’opportunità del ravvedimento operoso.

La gestione proattiva degli adempimenti tributari richiede l’implementazione di sistemi di controllo e monitoraggio delle scadenze, al fine di prevenire l’insorgere di irregolarità. L’utilizzo di software gestionali integrati e la pianificazione di verifiche periodiche rappresentano strumenti indispensabili per minimizzare il rischio di violazioni involontarie.

Nel contesto della crescente digitalizzazione degli adempimenti fiscali, assume rilevanza strategica l’adozione di soluzioni tecnologiche che consentano l’automazione dei processi dichiarativi e il monitoraggio in tempo reale dello stato di avanzamento delle pratiche. Tali strumenti permettono di ottimizzare l’allocazione delle risorse professionali e di garantire il rispetto delle tempistiche previste dalla normativa.

La formazione continua del personale addetto alla gestione degli adempimenti IVA rappresenta inoltre un investimento fondamentale per mantenere elevati standard di qualità del servizio e ridurre l’esposizione a rischi di non conformità. L’evoluzione costante della normativa tributaria richiede un aggiornamento professionale sistematico e l’acquisizione di competenze specialistiche nei diversi ambiti del diritto tributario.

L’approccio alla gestione del rischio fiscale deve essere necessariamente olistico, considerando non solo gli aspetti tecnico-normativi ma anche le implicazioni economiche e reputazionali delle scelte compiute. La costruzione di un rapporto di fiducia con l’Amministrazione finanziaria attraverso il rispetto scrupoloso degli obblighi dichiarativi costituisce un elemento di valore strategico per lo sviluppo sostenibile dell’attività imprenditoriale.

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