Superbonus 110%, la detrazione in 4 anni: chi ci rimette

Il decreto superbonus 110% ha rappresentato un’importante opportunità per i cittadini italiani di riqualificare il proprio patrimonio immobiliare, con un significativo risparmio energetico e un conseguente impatto positivo sull’ambiente.

Tuttavia, una volta saltata la possibilità di portare in detrazione le spese sostenute per il superbonus in 10 anni, si è reso necessario analizzare chi ci rimette con la detrazione in 4 anni.

L’emendamento al decreto superbonus 110% che avrebbe permesso ai privati di spalmare la detrazione in 10 anni è stato infatti bocciato. Questo significa che la detrazione potrà essere fruita in 4 anni, nel corso dei quali i privati potranno recuperare le spese sostenute per i lavori edilizi, per poi inserirle nel modello 730 e ottenere il rimborso.

Solo banche e imprese potranno spalmare i crediti in 10 anni

Calcolatrice lente banconote 1

La novità che ha fatto discutere riguarda la possibilità di spalmare i crediti in 10 anni, che sembra essere garantita solo alle banche e alle imprese che hanno acquistato i crediti, e non ai privati che devono recuperare le detrazioni.

Questa scelta penalizza soprattutto i redditi bassi, che non hanno la capienza fiscale sufficiente per poter usufruire della detrazione in soli 4 anni. Infatti, la proposta di spalmare la detrazione da 4 a 10 anni avrebbe permesso anche a chi ha una bassa capienza fiscale di recuperare quasi del tutto la detrazione spettante.

Sono quindi i redditi medio bassi a rimetterci, perché non potendosi permettere una detrazione annua molto alta a causa della loro capienza fiscale, hanno solo due scelte:

  • limitarsi a lavori di basso costo per rientrare con le detrazioni spettanti
  • perdere gran parte delle detrazioni a causa della loro poca capienza fiscale.

Questa scelta del governo è stata quindi oggetto di critiche, perché limita il ricorso all’agevolazione a un pubblico ristretto e penalizza i redditi più bassi.

L’alternativa per chi ha una bassa capienza fiscale

Nonostante la scelta del governo, esiste comunque un’alternativa per chi ha una bassa capienza fiscale. Sebbene non sia più possibile cedere il credito a banche o ditte edili, è comunque possibile cederlo al coniuge professionista. È importante ricordare che se inizialmente il beneficio è una detrazione, una volta ceduto il credito diventa un credito di imposta.

In questo modo, anche chi ha una bassa capienza fiscale può usufruire del superbonus e recuperare gran parte delle spese sostenute per i lavori edilizi, evitando di perdere la detrazione a causa della loro poca capienza fiscale.

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