Trump verso rottura NAFTA, peso messicano e dollaro canadese in difficoltà

Il rappresentate per il commercio USA Robert Lighthizer ha dichiarato che i negoziatori che si stanno occupando di una possibile revisione della NAFTA stanno facendo progressi, e continueranno a impegnarsi nelle trattative, pur su posizioni che sono definite “ancora distanti” tra i tre Paesi interessati, Stati Uniti, Canada e Messico.

Ne è derivato che nella giornata di ieri il peso messicano e il dollaro canadese hanno subito un corposo passo indietro, facilmente giustificabile dal timore che qualsiasi accordo potrebbe richiedere mesi di ulteriori negoziati, e che gli Stati Uniti potrebbero cercare così di rompere la corda relazionale, preferendo l’instaurazione di colloqui bilaterali. Non solo: il peso sembra essere stato colpito in maniera più specifica dopo che il Messico ha risposto alle tariffe statunitensi sui metalli con un elenco di dazi su import di acciaio USA, mele, patate, formaggi, bourbon e maiale, per le quali è il più grande mercato di esportazione.

Larry Kudlow, il principale consulente economico della Casa Bianca, ha dichiarato ieri che il presidente Donald Trump “sta seriamente pensando” di avviare colloqui separati con il Messico e il Canada. Un funzionario del governo canadese ha sottolineato che non è certo la prima volta che venivano proposte discussioni bilaterali, mentre il Messico non ha ancora fornito un commento.

Il risultato sul Forex non si è però fatto attendere: ieri il peso messicano è calato di oltre l’1,8 percento, al minimo da febbraio 2017, e il dollaro canadese è diminuito dello 0,4 percento, scambiato a 1,2979 con il dollaro USA, il più basso livello dal 21 marzo scorso.

La preferenza di Trump ora, e mi ha chiesto di comunicarvelo, è di negoziare con il Messico e il Canada separatamente”, ha affermato Kudlow a Fox News. Il capo della ricerca politica di Strategas, Dan Clifton, ha dichiarato che i colloqui per rivedere l’Accordo di libero scambio nordamericano hanno decisamente preso una brutta piega, e che gli Stati Uniti cercheranno una uscita più o meno graduale. Alcuni analisti dubitano che il Messico e il Canada vogliano condurre discussioni separate. “Penso che i due (Messico e Canada, ndr) vogliano restare uniti perché così possono vantare una maggiore leva negoziale”- ha ad esempio affermato Carl Petersen, analista dell’America Latina presso Eurasia Group.

Marc Chandler, Brown Brothers Harriman, responsabile della strategia Forex di Brown Brothers Harriman, ha aggiunto di dubitare che il Canada possa accettare di separare i colloqui. “Ho l’impressione che il Messico e il Canada stiano coordinando la loro risposta” – ha detto – “Non immagino che Trudeau (il primo ministro canadese, ndr) voglia partecipare a un accordo bilaterale con gli Stati Uniti”.

Ad ogni modo, anche se i colloqui continuano, gli analisti sottolineano come il calendario sia contro i negoziatori. Le elezioni presidenziali messicane sono a poche settimane di distanza (il 1 luglio), mentre per quanto riguarda gli Stati Uniti, il senatore John Cornyn del Texas ha già affermato a Bloomberg che il tempo probabilmente si è esaurito per l’approvazione in Congresso nel 2018, e che dunque se ne riparlerà nel 2019.

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