Calo Dollar Index con Trump - BorsaInside.com

La tendenza all’indebolimento che caratterizza il Dollaro Usa prosegue inesorabile. Il 22 gennaio scorso si insediava alla Casa Bianca Donald Trump e da allora il Biglietto Verde (Dollar Index) si è contratto di circa il 5 per cento. Un ribasso così consistente ma soprattutto duraturo, dà l’idea che sia in atto una vera e propria svalutazione del dollaro americano. Ad “aggravare” il quadro c’è il fatto che il deprezzamento è in atto sia rispetto alle valute dei Paesi del G10 che nei confronti delle monete dei mercati emergenti.

In questo contesto, le valute che hanno avuto ma migliore performance rispetto al dollaro Usa sono state la corona svedese, la corona norvegese e lo yen giapponese. La dinamica in atto dimostra che sul mercato forex è in atto una vera e propria rivoluzione con il passaggio dal regime di carry trade incentrato sul dollaro ad un regime più premiante per le valute fino a poco tempo fa più sottovalutate.

Insomma lo stesso quadro di riferimento sta cambiando e per gli investitori si aprono nuovi scenari operativi. Per questo motivo diventa ancora più importante scegliere broker che siano davvero specializzati sul forex. FP Markets, con i suoi spread bassissimi e la rapidità nell’esecuzione degli ordini, è da sempre punto di riferimento quando si parla di trading FX e di trading sul Dollar Index con i CFD.

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Il paradosso del Trump Trade

Quando si parla di valute è necessario essere chiari: molti investitori si aspettavano che il dollaro Usa potesse beneficiare del cosiddetto Trump trade ossia della combinazione di deregolamentazione economica, dazi sulle importazioni e tassi di interesse più alti. Purtroppo, nonostante sui dazi Trump abbia intrapreso una vera e propria guerra, la previsione si è rivelata del tutto sballata.

Secondo Peter Kinsella, Global Head of Forex Strategy di UBP, la retorica protezionistica della Casa Bianca ha dovuto fare i conti con la realtà del mercato. La speranza che i dati avrebbero potuto condurre ad un rafforzamento del dollaro grazie alla riduzione delle importazioni e al miglioramento della bilancia commerciale si sono scontrare con la realtà. Non solo ma la guerra commerciale generata dalle politiche tariffarie ha portato a una perdita di fiducia nel biglietto verde. Oggi il dollaro è avvertito come meno affidabile rispetto a prima e da qui la perdita di valore del Dollar Index.

Il punto è che l’imprevedibilità della politica commerciale statunitense ha reso difficile gli stessi operatori riuscire ad anticipare l’andamento del dollaro. Esito prevedibile se si considera la tecnica dello stop and go che è oramai diventata il tratto più distintivo della stessa azione di Trump. I dazi contro Canada e Messico sono stati prima annunciati e poi ritirati creando non poca confusione sui mercati. E così nel momento in cui la Casa Bianca ha minacciato di imporre dazi sui beni europei, ecco che il cambio Euro/Dollaro è rimasto quasi freddo segno che i mercati oramai danno poca credibilità agli annunci del presidente Usa.

Effetti economici dei dazi e dinamiche valutarie

A prescindere da se e quanto Trump possa essere credibile, è un dato di fatto che i dazi siano il focus per comprendere l’andamento del forex. Storicamente essi portano ad un rafforzamento iniziale della valuta del Paese che li impone, grazie al miglioramento della bilancia commerciale. Successivamente, però, il trend può mutare proprio come ha dimostrato il Dollaro. La decisione della Casa Bianca di aumentare le tariffe sulle importazioni da Cina, Canada, Messico e Unione Europea, ha infatti determinato il deprezzamento del biglietto verde e quindi il calo del Dollar Index.

A ciò si aggiunge un ulteriore fattore: la fiducia dei consumatori americani è peggiorata dall’inizio dell’amministrazione Trump e ciò è forse il segnale più preoccupante della costante incertezza economica. Per finire, non va poi tralasciato il fatto che i tassi di interesse a lungo termine negli Stati Uniti siano diminuiti, generando una riduzione del vantaggio competitivo del dollaro rispetto alle valute dei Paesi del G10 e dei mercati emergenti.

Cambiamenti nelle valutazioni e il futuro del Dollaro

Prima dell’insediamento di Trump, il dollaro era scambiato ai massimi livelli degli ultimi decenni e proprio questa situazione favoriva il deficit commerciale degli Stati Uniti. Non è da escludere che il perpetuarsi dell’attuale situazione possa portare ad un indebolimento della stessa bilancia.

Un fattore chiave nel futuro del dollaro è rappresentato dalla politica economica della Germania. L’annuncio di una maggiore spesa pubblica da parte del governo tedesco potrebbe stimolare la crescita economica in Europa proprio mentre gli Stati Uniti affrontano una contrazione fiscale e una crescita più lenta. Questo scenario potrebbe condurre ad un rafforzamento dell’Euro che, a sua volta, andrebbe a determinare una riduzione del commerciale Usa in modo più spunto di quello che può accadere con l’imposizione di dazi.

Insomma, accanto alle cause dell’indebolimento del Dollaro, ci sono anche tutta una serie di ripercussioni segno che il mercato del forex, proprio a causa del calo del Dollar Index e dello spostamento su valute più sottovalutate, è in una fase di grande trasformazione.

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