Visto il delicato periodo che l’Italia sta attraversando, visto il continuo su e giù dello spread, l’abbassamento del rating, la bocciatura della legge di bilancio, sembra non siano in pochi ad essere spaventati dall’idea che, come accadde durante il governo Amato nel 1992, venga introdotta una nuova tassa patrimoniale.

Una patrimoniale comporterebbe il prelievo forzoso dai conti corrente degli Italiani. All’inizio degli anni ‘90 successe esattamente questo, e chi ha visto assottigliarsi il conto in banca se lo ricorda bene. Ma esiste il pericolo che questa tassa patrimoniale venga applicata di nuovo vista l’attuale congiuntura economica?

Lo spread continua a scendere e risalire, e l’abbassamento del rating dell’Italia operato da Moody’s, che dà all’Italia un Baa3, non è affatto un buon segnale. Ma per quale motivo si ha paura che possa essere introdotta proprio una patrimoniale? In realtà c’è una ragione ben precisa, ma facciamo prima il quadro della situazione.

Conte rassicura i risparmiatori: nessuna tassa patrimoniale 2019

Questa è chiaramente una buona notizia. Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha già chiarito che non verrà applicata alcuna tassa patrimoniale. “Se dovessimo ritrovarci in difficoltà è esclusa la patrimoniale” ha affermato il premier intervistato dalla stampa straniera. “Adotteremo dei tagli di spesa per rientrare negli obiettivi prestabiliti”.

Nessuna patrimoniale quindi, nemmeno in caso di difficoltà nel raggiungimento degli obiettivi prefissati. Conte rassicura anche in merito ai timori di un possibile Italexit, affermando con chiarezza: “non esiste la possibilità che l’Italia esca dall’euro e dall’Eurozona”. Posizione sostenuta anche dai vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini.

Perché si teme una possibile tassa patrimoniale?

Come anticipato, c’è in realtà un motivo ben preciso, ed è riconducibile alla valutazione del rating dell’Italia da parte di Moody’s. Il rating è stato declassato da Baa2 a Baa3, ma secondo il giudizio dell’agenzia, con un outlook stabile. Si ritiene infatti che l’outlook sia stato ritenuto stabile per via dell’elevato patrimonio delle famiglie italiane, che a detta di alcuni potrebbe fungere da paracadute in caso di eventuali shock finanziari.

Una patrimoniale andrebbe a colpire appunto il patrimonio dei contribuenti, considerato nei suoi risparmi e nelle stesse proprietà immobiliari, indipendentemente da quello che risulti essere il reddito percepito. Secondo un report della Banca d’Italia relativo al secondo trimestre 2018, gli asset in possesso degli Italiani sarebbero 4.300 miliardi, ai quali si vanno ad aggiungere 6.200 miliardi di asset immobiliari, dati questi ultimi relativi però al 2014.

E qui sorge il legittimo dubbio in merito al pericolo di una tassa patrimoniale. Sarebbe infatti attraverso un prelievo forzoso che i risparmi degli Italiani finirebbero per rappresentare una fondamentale fonte di finanziamento per lo stato. Ma come sottolineato dal premier, questo pericolo non sarebbe reale perché di fatto questa soluzione è già stata esclusa dall’esecutivo.

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