Debito pubblico italiano: costo batte crescita del PIL, arriva allert BCE

Il debito pubblico italiano è un fardello che grava sull’economia del Bel Paese limitando le possibilità di sviluppo e di crescita. Il peso del debito pubblico dell’Italia non è un mistero oramai da tempo e le serie storiche dei dati sull’indebitamento pubblico (per conoscere l’aggionamento 2018 si legga questo articolo) sono lì a dimostrare come sempre molto poco abbiano fatto i governi su questo versante. A conferma della problematicità del debito pubblico italiano è recentemente arrivato un allert da parte della Banca Centrale Europea. La BCE, in report, ha scritto che l’Italia è nella poco invidiabile posizione di essere l’unico paese dell’Eurozona ad avere un costo del debito pubblico più alto rispetto alla crescita del Prodotto Interno Lordo. Semplificando al massimo l’allarme della BCE si traduce nel rischio, per il nostro Paese, di andare incontro ad un futuro senza crescita economica a causa, anche, della zavorra rappresentata dall’indebitamento pubblico.

Ma cosa hanno affermato gli analisti dell’EuroTower nel loro ultimo Bollettino? In pratica, secondo la BCE, il differenziale differenziale tra il tasso di interesse e tasso di crescita è negativo in tutta l’area Euro con l’unico eccezione (negativa) rappresentata dall’Italia. In base alle stime, inoltre, la Banca Centrale Europea ritiene che il differenziale possa continuare a restare negativo in tutti i paesi dove attualmente lo è già per tutto il 2019 e anche il 2020. In Italia, invece, nell’anno in corso e in quello successivo il costo del debito pubblico continuerà ad essere superiore alle crescita del PIL. 

Dal punto di vista economico, un differenziale positivo come nel caso italiano impone di ottenere un avanzo fiscale primario in modo tale da compensare l’aumento del rapporto tra debito pubblico e PIL. La dinamica è la seguente: quanto più sarà alto il livello di debito, tanto più elevato sarà il livelli di avanzo primario che diventa necessario. Nel caso opposto, ossia in presenza di un differenziale negativo, debito pubblico/PIL del paese, anche se in presenza di disavanzi primari di bilancio, può contrarsi tranquillamente. 

Nel suo Bollettino la BCE ha sottolineato che nel modo più assoluto i bassi valori dei differenziali tra crescita e tassi di interesse sul debito pubblico non devono indurre ad aumentare i livelli di debito soprattutto in quei casi in cui i margini sono stretti. Nell’occasione i tecnici della Banca Centrale Europea hanno anche ricordato che il debito pubblico elevato inevitabilmente costringe a sfide economiche complesse. Non è un mistero che gli attuali alti livelli di debito abbiano bloccato i classici canali di sostegno alla crescita a partire dagli investimenti efficienti. Molti paesi dell’area Euro alle prese con il problema del debito pubblico non riuscono ad effettuare attuare politiche di bilancio anticicliche nelle fasi di congiuntura sfavorevole. 

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