Negli ultimi giorni il sentiment degli investitori nei confronti del platino è diventato ancora più positivo, spinto dall’ottimismo generale secondo cui la domanda internazionale aumenterà, alimentata da una crescita globale sincronizzata, dall’adozione di standard di emissioni più severi in Cina, e da un dollaro più debole.
In tal proposito, ricordiamo come lo scorso 16 gennaio, le partecipazioni combinate di ETF sul metallo monitorate da Bloomberg abbiano raggiunto quota 2,54 milioni di once, per il livello il più alto da novembre 2015 a questa parte. Durante la settimana, i gestori di fondi hanno aumentato le proprie posizioni long nette sul platino del 79%, al massimo da metà settembre, stando a quanto ricordano i dati della Commissione di negoziazione dei futures sulle materie prime negli Stati Uniti. Inoltre, secondo il World Platinum Investment Council, il deficit globale del metallo probabilmente si espanderà a 275.000 once nel 2018 da 15.000 once nel 2017. Intanto, le scorte nei magazzini monitorati dalla New York Mercantile Exchange sono calate ai minimi dal 2016.
Un mix di determinanti che potrebbe rendere l’investimento nel platino sempre più conveniente nei prossimi mesi, con stime di rialzo non irrilevanti.
A proposito di metalli, secondo i dati diffusi qualche ora fa dall’ufficio nazionale di statistica cinese, la produzione di rame raffinato nazionale del 2017 ha registrato un record storico, visto e considerato che gli operatori domestici stanno espandendo la propria capacità al fine di fornire una puntuale risposta a una forte domanda.
La produzione di rame è così salita del 7,7% su base annua nel 2017 a 8,89 milioni di tonnellate. Al contrario, la produzione di zinco ha registrato il primo calo annuale dal 2012, attestandosi dello 0,7% su base annua, a 6,22 milioni di tonnellate 2017, a causa della chiusura di alcune miniere, che hanno limitato la disponibilità di approvvigionamento di minerale.
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