Il rispetto dei tagli produttivi – finora ben evidenziato dalle ultime analisi statistiche – ha spinto le quotazioni del settore petrolifero, andando ad alimentare un quadro che rimane piuttosto concreto per poter sostenere l’andamento del rublo.
Dunque, per poter verificare la convenienza a investire long sul rublo, non si potrà in primo luogo che ambire a comprendere se effettivamente lo scenario sopra delineato continuerà a rafforzarsi: a nostro giudizio, è ben probabile che ciò possa avvenire, almeno nel breve, andando così a rafforzare il greggio e, di conseguenza, la valuta moscovita.
Rimangono tuttavia dubbi relativi all’economia interna, in lieve flessione nelle ultime rilevazioni, in grado di sostenere la formazione di un clima più teso in vista delle elezioni presidenziali.
Successivamente, occorrerà prestare attenzione alla prossima riunione dell’OPEC, in programma per il mese di giugno, in cui è probabile che l’intesa sul taglio dell’output possa essere rivista, come nei patti fra Russia e Arabia Saudita, tenendo conto proprio della recente evoluzione delle condizioni di mercato.
Proprio in virtù di tale quadro evolutivo, le previsioni di consenso di Bloomberg hanno anticipato un possibile rafforzamento del rublo, contro euro, a 68,21, 68,79 e 69,21 rispettivamente nel 1°, 2° e 3° trimestre del 2018, nel pieno dei tagli alla produzione petrolifera. Le previsioni a lungo sono invece pari a 70,88 a fine 2018 e 74,34 nel 2019, quando sarà più incerto lo scenario sul petrolio.
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