L’avversione al rischio continua ad essere il principale driver del mercato finanziario, con le materie prime che seguono il sell-off azionario.
Complessivamente, i metalli preziosi sono cresciuti, guidati dall’oro, in virtù di una crescente domanda di beni rifugio e di strumenti di copertura contro i rischi di inflazione. I prezzi del petrolio greggio ieri hanno invece cercato il rimbalzo, dopo la pubblicazione di un report di settore che ha manifestato una contrazione inaspettata negli stock di greggio negli Stati Uniti.
Tuttavia, l’ottimismo potrebbe essere prematuro. D’altronde, l’U.S. Energy Information Administration (EIA) ha rivisto le sue previsioni sull’offerta di greggio e sui fondamentali della domanda per il biennio 2018 e 2019 nel proprio report mensile, sancendo una crescita molto più rapida degli Stati Uniti rispetto alle previsioni precedenti. Un contesto che, se verificato, potrebbe turbare i tentativi di riequilibrio lanciati dall’OPEC.
Stando ai dati American Petroleum Institute (API), invece, la scorsa settimana gli stock di petrolio greggio negli Stati Uniti sono diminuiti di 1,05 milioni di barili. Le scorte di benzina sono calate di 0,23 mb, mentre le scorte di distillati sono cresciute di 4,55 mb.
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