Pochi ci avrebbero pensato fino a non troppe settimane fa, ma l’oro è entrato in una crisi molto particolare: quella di liquidità. Ovvero, non ci sono più sufficienti lingotti per poter soddisfare la crescente domanda di questo bene rifugio, innescando di conseguenza dei movimenti di prezzo anomali, che non hanno particolarmente precedente nella storia e che ora potrebbero contagiare altri asset finanziari.

La situazione è talmente eccezionale che da più parti sono stati lanciati degli avvisi di allarme piuttosto clamorosi. Per esempio, la LBMA (London Bullion Market Association) ha dovuto intervenire per poter rassicurare gli operatori, lavorando con diversi partner per poter mantenere l’efficienza del mercato internazionale dell’oro. L’associazione ha inoltre proposto il proprio supporto al Cme Group, che gestisce gli scambi di futures al Comex, per poter facilitare la consegna fisica del metallo sulla piazza di New York.

La crisi di liquidità dell’oro è diventata molto evidente a metà di questa settimana, quando al Comex le quotazioni dell’oro sono salite molto di più del prezzo spot del metallo. Un gap che è in genere molto contenuto, e che è arrivato a sfiorare i 100 dollari l’oncia. Un’anomalia che è poi rientrata solo parzialmente, e che non è certamente passata in secondo piano dinanzi agli occhi degli investitori più attenti.

Non solo. Come ricordava un interessante approfondimento del Sole 24 Ore nella giornata di ieri, al Comex è comparsa anche la c.d. backwardation, un fenomeno molto raro. IN pratica, il metallo per consegna vicina costa di più del metallo per consegna futura. Un chiaro indizio di quanto sia scarsa l’offerta del lingotto. Ma perché?

Probabilmente una delle ragioni più evidenti è quella che ha visto la Svizzera chiudere tre delle maggiori raffinerie del mondo, a loro volta tra i maggiori produttori di lingotti e di barre da investimento. A fermarsi sono anche molte miniere, soprattutto in Sudafrica, dove è stato avviato un blocco di tre settimane. E poi c’è la paralisi dei voli, che impedisce il trasferimento dei lingotti dove c’è domanda.

Naturalmente, ricordiamo a tutti i nostri lettori che un buon modo per poter evitare tali inconvenienti è quello di investire sull’oro attraverso i principali broker online, come eToro (sito ufficiale). In questo modo non solo è possibile investire sul lingotto senza dover affrontare costi e complessità tipiche dall’impiego nell’oro fisico, ma è altresì possibile:

  • investire in entrambe le direzioni di mercato, puntando cioè su un mercato rialzista o su un mercato ribassista;
  • investire in leva finanziaria per amplificare la portata delle proprie posizioni, immobilizzando meno capitale.

Chi vuole può inoltre investire sul lingotto utilizzando il conto demo di eToro: un buon modo per allenarsi e comprendere se la propria strategia sulle materie prime sia sostenibile o meno sui mercati finanziari.

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