Eurobond saranno inevitabili con seconda ondata pandemia?

Si torna a parlare di introduzione degli Eurobond in un momento che è tutto tranne che causale (qui la guida su cosa sono e come funzionano). L’emergenza coronavirus, con la seconda ondata della pandemia che appare ogni giorno più grave della precedente, e gli inevitabili lockdown, per adesso light anche perchè l’economia non potrebbe reggere un altro blocco totale, renderanno inevitabile il ricorso all’unica arma che ancora non è stata sfruttata: quella degli Eurobond.

Ad avere le idee chiare sull’argomento sono gli analisti di Fineco Asset Management secondo i quali “l’emergenza Covid ha avvicinato il traguardo degli Eurobond, grazie ai bond Sure della Commissione Ue”.

Insomma sono gli stessi fatti a spingere a dire che gli Eurobond ci saranno e saranno introdotti per forza di cose. 

Secondo il team di esperti di Fineco Asset Management, la crisi sanitaria ha spinto le autorità a varare una risposta monetaria e fiscale senza precedenti. Non è un mistero che il tanto chiaccherato Recovery Fund possa davvero essere un primo step verso un potenziale Eurobond. Secondo gli esperti “il punto principale è l’idea della condivisione delle emissioni obbligazionarie e delle responsabilità“.

Il carattere di urgenza che emerge sempre di più ogni giorno che passa spinge le autorità europee ad effettuare progressi molto chiari verso gli Eurobond. La strada è ormai segnata come dimostra anche il programma obbligazionario legato a SURE (Support to mitigate unemployment risks in an emergency) che è stato introdotto dall’Unione per sostenere il mercato del lavoro dei paesi membri. 

Inoltre la Commissione Europea ha recentemente collocato due bond che presentano caratteristiche di Eurobond (anche se ufficialmente nessuno usa questo nome) a partire dal quadro economico condiviso a livello europeo.

L’idea di Fineco Asset Management è che questi eventi siano segnali molto chiari dell’arrivo degli Eurobond veri e propri

C’è anche il contesto di fondo a spianare la strada al debito condiviso. Le banche centrali sono oramai il perno della politica fiscale e recentemente Philip Lane, membro del comitato esecutivo dell’EuroTower ha affermato che “la politica fiscale deve reggere il colpo: la scala degli acquisti di bond ha permesso alla politiche monetaria di facilitare la politica fiscale, sul modello del Giappone“. Ora il punto è che, allo stato attuale dei fatti, la politica monetaria espansiva da sola non è più sufficiente per sostenere un’economia messa a dura prova dalla seconda ondata di coronavirus. Serve obbligatoriamente una marcia in più che solo una soluzione come gli Eurobond è in grado di dare. 

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