Un edificio storico con la scritta Bank e con palazzi della City of London sullo sfondo
Banche europee - BorsaInside.com

Negli ultimi mesi i riflettori dei mercati sono rimasti puntati sui “Magnifici 7”, i colossi tecnologici statunitensi che hanno dominato le Borse mondiali. Eppure, lontano dai radar di molti investitori, un altro settore ha messo a segno performance straordinarie: le banche europee.

Mentre i Magnifici 7 hanno realizzato un rendimento del 9,9% fino ad agosto, l’indice MSCI Europe Bank ha registrato un impressionante +63,6% nello stesso periodo. Un risultato che dimostra come anche i comparti apparentemente dimenticati possano diventare protagonisti, specialmente quando le star del mercato iniziano a rallentare.

Un’opportunità colta nel momento giusto

Secondo Samir Parekh, gestore di portafoglio azionario di Capital Group, il potenziale del settore bancario europeo era visibile già nel 2022. L’aumento dell’inflazione, il ritorno della produzione industriale nei Paesi europei e la guerra in Ucraina avevano lasciato intuire un imminente rialzo dei tassi di interesse. “Un contesto perfetto per le banche – spiega Parekh – perché un tasso più alto amplia il margine di interesse netto, una voce chiave dei loro profitti.”

In quel periodo, molte banche europee erano sottovalutate, con quotazioni comprese tra il 30% e il 60% al di sotto del valore patrimoniale, ben lontane dalle valutazioni elevate delle grandi banche statunitensi. Proprio questa discrepanza ha rappresentato un’occasione di ingresso unica per gli investitori più lungimiranti.

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Perché le banche europee piacciono ancora agli investitori

Il recente rally del comparto bancario europeo si inserisce in una fase di consolidamento dei mercati non americani. Diversi fattori hanno favorito questa tendenza: gli stimoli economici tedeschi, l’indebolimento del dollaro e la concentrazione eccessiva degli indici globali sui titoli tecnologici USA. A tutto ciò si aggiunge il nuovo ciclo di politica monetaria della Banca Centrale Europea, che ha interrotto otto anni di tassi negativi e portato i tassi al 4%, per poi stabilizzarli intorno al 2%, considerato oggi un possibile punto di equilibrio.

Una curva dei rendimenti più ripida e la volontà delle banche centrali di mantenere i tassi alti per contenere l’inflazione rappresentano elementi che continuano a sostenere la redditività degli istituti di credito europei.

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Riserve di capitale e ritorno dei dividendi

Un altro elemento che rafforza la solidità del settore è l’accumulo di riserve di capitale senza precedenti. Dopo la crisi del debito sovrano, le banche hanno aumentato la loro solidità patrimoniale, anche grazie all’alleggerimento di alcuni requisiti regolamentari. Questo ha permesso un ritorno alla distribuzione di dividendi generosi e al tempo stesso ha mantenuto il rischio sistemico su livelli contenuti.

Nel frattempo, si osserva una crescente domanda di credito. Con l’arrivo dei nuovi stimoli fiscali in Germania previsti per il 2026, si prevede un’ulteriore espansione dei prestiti in tutta l’Unione Europea, in particolare nel settore industriale. “Le perdite su crediti – spiega Parekh – dovrebbero restare sotto controllo, mentre la domanda continuerà a crescere in parallelo con la ripresa economica.”

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Valutazioni ancora convenienti e basso rischio commerciale

Le banche europee presentano anche un vantaggio competitivo sul piano dei rischi legati ai dazi. Molti istituti operano principalmente a livello nazionale, senza dipendere dagli scambi internazionali. Questo le rende meno vulnerabili alle tensioni commerciali globali. Inoltre, le valutazioni restano contenute: i rapporti prezzo/utili e prezzo/valore contabile sono decisamente più bassi rispetto alle controparti statunitensi, pur in un contesto di utili in crescita per il biennio 2025-2026.

Guardare oltre i giganti tecnologici

Per Parekh, il caso delle banche europee rappresenta una lezione preziosa: non sempre i settori più in voga sono quelli più redditizi nel lungo periodo. Spesso, i comparti trascurati offrono le migliori opportunità di recupero, soprattutto quando si combinano fondamentali solidi, valutazioni interessanti e tendenze macroeconomiche favorevoli.

In altre parole, mentre il mondo continua a seguire le mosse dei Magnifici 7, i veri protagonisti dei mercati azionari del prossimo ciclo potrebbero trovarsi altrove – magari proprio nel cuore dell’Europa, dove le banche stanno tornando a essere una scommessa vincente.

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