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Azioni Poste Italiane - BorsaInside.com

Dopo la discesa sotto ai 20 euro registrata nei primi giorni di settembre, le azioni Poste Italiane sembrano essere alla ricerca del rimbalzo. Nell’ultima di Ottava il titolo scambia a 19,76 euro con un rialzo dell’1,75 per cento rispetto a ieri. Se la seduta di oggi si dovesse chiudere in verde, Poste sarebbe riuscita a creare una mini striscia positiva di due giornate dopo la serie di tre ribassi di fila messa a segno nei primi tre giorni della settimana. La performance su base settimanale resta negativa ma questo passa quasi in secondo piano dinanzi agli altri indicatori temporali (+2 per cento nell’ultimo mese ma soprattutto +43 per cento da inizio anno).

Insomma non è un mistero che Poste Italiane continui ad essere uno dei migliori titoli di tutto il Ftse Mib. Fondamentali solidi e buone prospettive fanno a differenza.

Tornando all’andamento odierno, il leggero rialzo potrebbe essere correlato con il via libera incassato dall’AGCM e dell’antitrust per l’acquisizione di una quota del 15 per cento del capitale di Telecom Italia. Certo il nulla osta era quasi dato per acquisito e il passaggio autorizzativo era considerato una sorta di formalità. Tuttavia tenendo proprio conto del ribasso che il titolo Poste aveva messo a segno nella prima parte della settimana, è più che comprensibile che i trader abbiano deciso di aggrapparsi a questa novità che comunque, a prescindere dalla sua prevedibilità, resta una notizia positiva.

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Via libera Antitrust e AgCom a Poste Italiane in Telecom Italia

Il percorso di rafforzamento di Poste Italiane nel capitale di TIM ha ricevuto due passaggi fondamentali: il via libera della parte dell’AgCom e l’approvazione senza condizioni da parte dell’Antitrust. Con questa doppia validazione istituzionale, l’operazione che ha portato Poste ad acquisire il 15 per cento del capitale di TIM da Vivendi e a diventare il primo azionista della compagnia telefonica può considerarsi ufficialmente completata.

Come abbiamo anticipato in precedenza, entrambi gli OK erano scontati. Può essere però interessante per gli investitori guardare alle motivazioni.

Partiamo dall’Antitrust. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha deliberato che l’ingresso di Poste Italiane in TIM non crea distorsioni né ostacoli significativi alla concorrenza. L’operazione era stata comunicata all’Autorità il 21 maggio 2025 e, dopo un’analisi approfondita, l’Antitrust ha deciso di non aprire alcuna istruttoria.

In particolare, l’AGCM ha ritenuto che il rafforzamento di Poste nel capitale di TIM non determini né la creazione né il consolidamento di una posizione dominante. In altre parole, il mercato delle telecomunicazioni italiane, pur con la presenza di un attore a controllo statale come TIM, resta sufficientemente dinamico e competitivo da garantire condizioni di equilibrio.

Prima dell’Antitrust, anche l’AgCom aveva espresso un parere positivo sull’operazione. L’Autorità per le comunicazioni, nella sua valutazione, si era concentrata soprattutto sugli effetti legati al pluralismo informativo e ai contenuti audiovisivi, considerando che TIM è attiva nel settore televisivo tramite TIM Vision.

Dall’analisi è emerso che non vi sono sovrapposizioni sostanziali tra le attività di TIM e quelle di Poste: la prima offre contenuti on-demand ma non produce programmi di informazione, mentre la seconda si limita a pubblicare un house organ, Poste News, distribuito gratuitamente a dipendenti ed ex dipendenti e disponibile online e negli uffici postali.

Alla luce di questi elementi, l’AgCom ha ritenuto che l’operazione non alteri il sistema integrato delle comunicazioni né generi rischi per il pluralismo. L’Autorità ha comunque annunciato un’attività di monitoraggio costante per prevenire eventuali distorsioni future.

Poste Italiane ora è al 24,81% di TIM

Con l’acquisizione della quota ceduta da Vivendi, Poste Italiane ha portato la propria partecipazione in TIM al 24,81 per cento, diventando così il principale azionista. Prima dell’operazione, Poste deteneva circa il 9,81 per cento del capitale dell’ex monopolista.

Il passaggio di mano della quota dal gruppo francese all’operatore italiano controllato dallo Stato è stato accolto con favore dal mercato e dal mondo politico. L’uscita di scena di Vivendi, azionista di riferimento dal 2015, ha infatti segnato il ritorno di TIM sotto un controllo nazionale diretto, rafforzando la percezione di stabilità strategica per un’infrastruttura considerata essenziale.

Lato investitori, il rafforzamento di Poste Italiane in TIM va letto in una chiave più ampia: l’operazione, infatti, riflette l’evoluzione del ruolo di Poste Italiane, sempre meno limitata al tradizionale ambito postale e sempre più attiva nei servizi finanziari, assicurativi e ora anche nelle telecomunicazioni. La scelta di investire pesantemente in TIM conferma la volontà di porsi come player centrale dell’innovazione italiana.

Cosa fare con le azioni Poste Italiane: quadro tecnico e valutazioni

Dal punto di vista dell’analisi tecnica, il rialzo in atto oggi e la continuità con la forte progressione messa a segno ieri, potrebbero permettere a Poste Italiane di insidiare la resistenza più prossima collocata a quota 20,33 euro. In questo contesto, il primo supporto resta 18,81 euro. Sul titolo non ci sono stati recenti aggiornamenti di rating e target price da parte degli analisti. La valutazione meno lontana resta quella di Jefferies che a fine luglio aveva ribadito il rating hold sulla quotata gialla (ovvero mantenere in portafoglio) portando il target price a 18,9 euro, un valore che è stato già superato a distanza di poco più di un mese.

In generale il rating medio su Poste è accumulate con ben 6 analisti su un totale di 15 con copertura attiva che consigliano di mantenere (5 invece i buy). Attenzione perchè il prezzo obiettivo medio di 19,4 euro è più basso dell’1,5 per cento rispetto ai valori attuali. Insomma per la vulgata dominante, Poste Italiane non avrebbe più alcun potenziale di upside.

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